120369.fb2 2010: Odissea due - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 61

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52. ACCENSIONE

Non si era mai aspettato di tornare di nuovo lì, e meno che mai per una missione così strana. Quando rientrò nella Discovery, l’astronave si trovava molto più indietro della Leonov in fuga e stava salendo sempre più adagio verso l’ipogiove, il punto più alto della propria orbita tra i satelliti esterni. Non poche comete catturate, nel corso delle ere trascorse, avevano girato intorno a Giove seguendo ellissi altrettanto lunghe, in attesa che il gioco delle gravità rivali decidesse il loro destino ultimo.

Ogni essere vivente aveva abbandonato quei corridoi e quei ponti familiari. Gli uomini e le donne, dai quali l’astronave era stata fatta rivivere fuggevolmente, avevano ascoltato il suo avvertimento; poteva darsi che si trovassero ormai al sicuro… sebbene questo fosse tutt’altro che certo. Ma, mentre gli ultimi minuti trascorrevano ticchettando, egli si rese conto che coloro dai quali era dominato non sempre potevano prevedere l’esito del loro gioco cosmico.

Non avevano ancora conseguito la noia, che istupidisce, dell’onnipotenza assoluta; i loro esperimenti non sempre riuscivano. Sparpagliate nell’universo si trovavano le prove di molti insuccessi — taluni così poco vistosi da essersi già perduti nello spazio cosmico, ma altri talmente spettacolari da intimorire e da eludere gli astronomi di un migliaio di mondi. Mancavano ormai soltanto pochi minuti prima che l’esito venisse deciso, in quel caso; e, in questi ultimissimi minuti, egli si trovava solo, una volta di più, con Hal.

Nella sua precedente esistenza, avevano potuto comunicare soltanto grazie al goffo tramite delle parole, battute su una tastiera o pronunciate in un microfono. Ora i loro pensieri si raggiungevano e si fondevano con la velocità della luce.

«Mi leggi, Hal?»

«Sì, Dave. Ma dove sei? Non riesco a vederti su nessuno dei miei monitor.»

«Questo non è importante. Ho nuove istruzioni per te. La radiazione infrarossa da Giove sui canali da R23 a R35 sta aumentando rapidamente. Ti darò adesso una serie di valori limite. Non appena saranno raggiunti, devi orientare la tua antenna a lunga portata verso la Terra e trasmettere il seguente messaggio, il maggior numero di volte possibile…»

«Ma questo significherà interrompere il contatto con la Leonov. Non potrò più riferire le mie osservazioni di Giove, secondo il programma fornitemi dal dottor Chandra.»

«Esatto. Però la situazione è cambiata. Devi accettare la Precedenza Assoluta Alpha. Ecco le coordinate dell’unità AE-35.» Come era strano che dovesse occuparsi una volta di più dell’unità di puntamento dell’antenna AE-35, il cui riferito difetto di funzionamento aveva causato la morte di Frank Poole! Questa volta tutti i circuiti si rivelavano al suo esame, chiari come le linee che aveva avuto un tempo sul palmo della mano. Non potevano più esservi falsi allarmi; e, per conseguenza, essi non potevano causare alcun pericolo.

«Istruzioni confermate, Dave. È piacevole lavorare di nuovo con te. Ho ben conseguito gli scopi della mia missione?»

«Sì, Hal, ti sei comportato benissimo. Ora devi trasmettere un ultimo messaggio alla Terra… e sarà il più importante che tu abbia mai trasmesso.»

«Comunicamelo, te ne prego, Dave. Ma perché hai detto «ultimo»?»

Perché, infatti? Per interi millisecondi egli cogitò su questo interrogativo. E, così facendo, divenne consapevole di un vuoto non percepito prima. Era stato presente, ma, fino a quel momento, lo sbarramento di nuove esperienze e di nuove sensazioni lo aveva nascosto.

Sapeva qualcosa dei loro piani; essi avevano bisogno di lui. Benissimo, anche lui aveva necessità… forse, in qualche modo, persino emozioni. Questo era l’ultimo legame che lo collegava al mondo degli uomini, e alla vita conosciuta un tempo.

Avevano accolto la sua richiesta precedente; sarebbe stato interessante mettere alla prova la portata della loro benevolenza — ammesso che un termine simile fosse sia pur remotamente applicabile a quegli esseri. E sarebbe dovuto riuscire facile, a loro, fare quanto lui chiedeva: avevano già fornito ampie prove dei poteri di cui disponevano, quando il corpo non più necessario di David Bowman era stato casualmente distrutto — senza porre termine allo stesso David Bowman.

Lo avevano udito, naturalmente; una volta di più, vi fu la fioca eco del sollazzo olimpico. Ma egli non riuscì a captare né accettazione, né rifiuto.

«Sto ancora aspettando la tua risposta, Dave.»

«Rettifica, Hal. Avrei dovuto dire il tuo ultimo messaggio per molto tempo. Per moltissimo tempo.»

Stava anticipando la loro azione… cercava, in effetti, di forzar loro la mano. Ma, senza dubbio, avrebbero capito che la richiesta non era irragionevole; nessuna entità conscia poteva sopravvivere a ere di isolamento senza danni. Anche se essi fossero rimasti sempre con lui, gli occorreva anche qualcuno — un compagno — più vicino al suo livello di esistenza.

Nelle lingue del genere umano esistono molte parole per definire il suo gesto: impudenza, sfrontatezza, chutzpah. Ricordò, grazie al potere assoluto di ricupero che ora possedeva, come un generale francese avesse un tempo declamato: «L’audace… toujours l’audace!» Forse si trattava di una caratteristica umana che essi apprezzavano, o addirittura condividevano. Lo avrebbe saputo presto.

«Hal! Segui il segnale sui canali dell’infrarosso 30, 29, 28… manca pochissimo ormai… il culmine si sta spostando verso l’onda corta.»

«Sto informando il dottor Chandra che vi sarà una pausa nella mia trasmissione dati. Sto attivando l’unità AE-35. Antenna a lungo raggio riorientata… contatto confermato con Radiofaro Terra Uno. Il messaggio inizia: