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21. LA POLITICA DELL’ESILIO

Malgrado le cupe previsioni, la rivoluzione sudafricana era stata relativamente incruenta — per quanto può essere incruenta una rivoluzione. Merito di ciò andò anche alla televisione, che era stata accusata di tante nequizie. Vi era stato il precedente, una generazione prima, delle Filippine; quando sa di avere addosso gli occhi di tutto il mondo, la gente cerca per lo più di comportarsi bene. Tranne alcune vergognose eccezioni, sono pochi i massacri perpetrati davanti alle telecamere.

La maggior parte degli afrikaner, accettato l’inevitabile, se n’erano andati parecchio prima della rivoluzione. E — come faceva amaramente osservare il nuovo regime — non se n’erano andati a mani vuote. Miliardi di rand erano stati esportati presso banche svizzere e olandesi; negli ultimi tempi, aerei misteriosi si erano levati continuamente in volo da Città del Capo e da Johannesburg diretti a Zurigo e ad Amsterdam. Si disse che il Giorno della Liberazione non si sarebbe potuto trovare un’oncia d’oro o un diamante da un carato in tutto il Sudafrica — e le miniere erano state sabotate con grande efficienza. Un ricco profugo così si vantava nel suo lussuoso appartamento di Le Havre: «Ci vorranno almeno cinque anni prima che i cafri possano riaprire le miniere di Kimberley… se poi ci riusciranno». Ma con sua grande sorpresa la De Beers era di nuovo in attività, cambiati il nome e la direzione, nel giro di cinque settimane, e in brevissimo tempo i diamanti tornarono al primo posto nell’economia della nuova nazione.

Nel giro di una generazione, gli esuli più giovani erano completamente inseriti — malgrado le disperate battaglie di retroguardia dei più anziani — nella sofisticata cultura del XXI secolo. Costoro ricordavano, con orgoglio ma senza boria, il coraggio e la determinazione dei loro antenati, ma ne condannavano l’ottusità. Praticamente nessuno di essi parlava più l’afrikaans, nemmeno in casa propria.

Eppure, così come era avvenuto con la rivoluzione russa del secolo precedente, vi erano molti che sognavano di riportare indietro le lancette dell’orologio — o, almeno, di sabotare gli sforzi di coloro che avevano preso il loro posto e i loro privilegi. Di solito costoro incanalavano le loro frustrazioni e la loro amarezza nella propaganda, in dimostrazioni, boicottaggi di questo o quel prodotto e in petizioni al Consiglio Mondiale — e, raramente, in qualche opera d’arte. Tutti ritenevano The Voortrekkers di Wilhelm Smuts un capolavoro della letteratura inglese (per colmo d’ironia!); anche coloro che non erano assolutamente d’accordo con le posizioni dell’autore.

Ma c’erano anche dei gruppi secondo cui l’azione politica era inutile, e convinti che solo la violenza poteva restaurare i bei vecchi tempi. Sebbene non fossero molti quelli davvero convinti di poter riscrivere le pagine della storia, non erano pochi coloro che, se la vittoria era impossibile, si sarebbero volentieri accontentati della vendetta.

Tra questi due estremi, gli integrati totali e gli intransigenti assoluti, si stendeva tutta una gamma di partiti, politici e apolitici. Il Bund non era il più numeroso ma era forse il più potente, e senz’altro il più ricco, giacché controllava gran parte delle ricchezze fatte uscire dalla ex Repubblica Sudafricana mediante una rete di società e di finanziarie. La maggior parte erano ora perfettamente legali e, anzi, rispettabilissime.

Nella Società Aerospaziale Tsung c’era un mezzo miliardo del Bund, che veniva debitamente riportato nel bilancio annuale. Nel 2059, sir Lawrence fu lieto di accettare un altro mezzo miliardo, che gli permise di accelerare l’armamento della sua piccola flotta.

Ma neppure la sua grande intelligenza riuscì a trovare un collegamento tra il Bund e la rotta predisposta per la Galaxy. Comunque, la Cometa di Halley si stava allora avvicinando a Marte, e sir Lawrence era così indaffarato a preparare la Universe per la partenza che non badò molto ai programmi della sua astronave gemella.

I Lloyd’s di Londra sollevarono qualche obiezione a proposito dell’itinerario della Galaxy, ma si fecero convincere con grande facilità. Il Bund aveva suoi uomini ovunque; il che rappresentò una disgrazia per le assicurazioni, ma una vera fortuna per gli avvocati che si occupavano di diritto spaziale.