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Sono rimasto stupito nel leggere sui giornali locali del 19 luglio 1996 che il dottor Chris Winter, capo del British Telecom’s Artifìcial Life Team, ha sostenuto che i congegni di informazione e di immagazzinamento che ho descritto in questo capitolo potrebbero essere pronti tra una trentina d’anni! (Nel mio romanzo del 1956, La città delle stelle, li colloco a più di un miliardo di anni nel futuro… ovviamente una grave mancanza di immaginazione.) Il dottor Winter afferma che ci permetterebbero di «ricreare una persona dal punto di vista fisico, emotivo e spirituale» e valuta che i requisiti di memoria dovrebbero essere attorno ai dieci terabytes (dieci alla tredicesima bytes), due ordini di grandezza meno dei petabytes (dieci alla quindicesima bytes) da me suggeriti.
Vorrei aver pensato al nome del dottor Winter per questo congegno, che certamente darà luogo a feroci discussioni nei circoli ecclesiastici: l’«Acchiappa Anime» ecc… Per la sua applicazione al viaggio interstellare, si veda la nota al capitolo 9.
Credevo di aver inventato io il trasferimento di informazioni palmo contro palmo descritto nel capitolo 3, perciò è stato umiliante scoprire che Nicholas (Being Digital) Negroponte e il suo Media Lab del Massachusetts Institute of Technology hanno lavorato su questa idea da anni…