121069.fb2 Beatnik Bayou - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 8

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— Anche Cathay dovrà farlo, — E fino a che punto ci si aspetta che una persona accetti il cambiamento? Improvvisamente, mi resi conto che ora Cathay avrebbe fatto quello che io desideravo. Sarebbe cresciuto con me invece di regredire per crescere con un altro bambino. E ad un tratto mi parve troppo. Non era colpa mia se gli stava succedendo questo, ma l’averlo desiderato e ora vedere quel sogno diventare realtà mi faceva sentire profondamente a disagio. Scoppiai in lacrime e continuai a piangere per parecchio tempo.

Trilby mi lasciò solo ed io ne fui molto sollevato.

Lei era ancora là quando ripresi il controllo di me stesso. Ma non mi importava. Mi sentivo vuoto, con la gola che mi bruciava. Nessuno mi aveva detto che la vita sarebbe stata così.

— E… e la bambina che Cathay doveva istruire? — chiesi alla fine, sentendo che dovevo dire qualcosa. — Che cosa le succederà?

— L’A.I. se ne assume la responsabilità — disse Trilby. — Anche per quello di Trigger.

La guardai; era sdraiata, con le braccia piegate dietro la testa. I suoi capezzoli a forma di cuore si inturgidirono mentre la osservavo.

Lei mi guardò, con un sorriso all’angolo della bocca. Io mi sentii un po’ meglio. Era terribilmente carina.

— Immagino che possa… Be’, non può continuare ad insegnare ai ragazzi più grandi?

— Penso di sì — disse Trilby con una scrollata di spalle. — Non so se vorrà. Conosco Cathay. Non la prenderà bene.

— C’è qualcosa che posso fare?

— Non credo. Parlagli. Dimostragli simpatia, ma non troppo. Toccherà a te comprenderlo. Capire se vuole stare con te.

Era tutto troppo confuso. Come avrei potuto sapere quello di cui aveva bisogno? Lui non era venuto a trovarmi. Ma Trilby sì.

Ed in quel momento c’era una sola cosa non complicata nella mia vita, una cosa che potevo fare e sulla quale non avrei avuto bisogno di riflettere. Rotolai, e il mio corpo fu sopra quello di Trilby. Cominciai a baciarla. Lei mi rispose con un pigro erotismo che trovai irresistibile. Conosceva davvero qualche trucco che io ignoravo.

— Com’era? — le chiesi molto più tardi.

Di nuovo quel sorriso. Ebbi la sensazione di divertirla continuamente e, chissà perché, non me ne importava. Forse dipendeva dal fatto che non faceva mistero di essere lei l’adulta e io il bambino. Sarebbe stato così tra di noi: sarei stato io a dover crescere, e lei non sarebbe tornata indietro per raggiungermi.

— Vuoi un voto? — chiese lei. — Come nel ventesimo secolo? — Si alzò in piedi e si stirò.

— Va bene, sarò sincera. Meriti dieci per lo sforzo; ma qualunque ragazzo di tredici anni ci sarebbe riuscito. È così. Come tecnica sei un po’ più scarso. Non che mi aspettassi di più, per la stessa ragione.

— Così tu vuoi insegnarmi a fare meglio? È questo il tuo compito?

— Solo se mi assumi. E il sesso è solo una piccola parte. Ascolta, Argus, io non ti farò da madre. Darcy svolge molto bene questo ruolo. Non sarò neppure la tua compagna di giochi, come lo era Cathay. Non ti impartirò delle lezioni morali. In ogni caso, di queste sei già stufo.

Era vero. Cathay non era mai stato davvero un mio coetaneo, anche se aveva fatto del suo meglio per sembrarlo e comportarsi come tale. Ma l’illusione aveva cominciato a farsi trasparente, e immagino che dovesse andare così. Non potevo più ignorare le contraddizioni, ero troppo cinico e sofisticato perché lui potesse continuare a nascondere le sue lezioni sotto il velo delle attività quotidiane.

Mi infastidiva, più o meno come il CC. Il CC poteva dimostrarmi la sua amicizia, e un momento dopo condannarmi a morte. Io volevo qualcosa di più e sembrava che Trilby potesse offrirmelo.

— Non ti insegnerò neppure discipline scientifiche o attività pratiche, avrai dei maestri per quello, quando avrai deciso cosa vorrai fare — stava dicendo lei.

— E allora che cosa insegni, tu?

— Lo sai, non riuscirai mai a trovare un modo adatto per descriverlo. Non ti starò sempre vicina, come faceva Cathay. Verrai tu da me quando vorrai, magari quando avrai un problema. Io sarò comprensiva e farò quello che potrò, ma soprattutto mi limiterò a farti notare che toccherà a te fare tutte le scelte più difficili. Se sarai stato stupido te lo dirò, ma non sarò sorpresa né delusa se tu continuerai a comportarti come uno stupido. Puoi usarmi come un modello, ma non sarà una cosa su cui insisterò. Ma prometto che ti dirò sempre le cose come stanno, come le vedo io. Non cercherò di renderle meno dolorose. È giunto il momento per il dolore. Pensa a Cathay come ad un bambino di professione. Non lo sto sminuendo. Lui ti ha trasformato in un essere civilizzato, e quando ti ha preso, tu certo non lo eri ancora. È merito suo se adesso ti prendi a cuore la sua situazione, se ti senti diviso nei tuoi sentimenti di lealtà. E lui è tanto in gamba da sapere cosa sceglierai.

— Scegliere? Cosa vuoi dire?

— Questo non posso dirtelo. — Lei allargò le braccia e fece un sorrisetto. — Vedi come sono utile?

Stava di nuovo confondendomi. Perché le cose non potevano essere semplici?

— Allora se Cathay è un bambino di professione, tu sei un’adulto di professione?

— Puoi anche metterla così. Non è proprio la stessa cosa.

— Credo di continuare a non capire per che cosa Darcy ti pagherebbe.

— Faremo l’amore molto spesso. Che ne dici? È abbastanza semplice questo per te? — Si tolse un po’ di terriccio dalla schiena e fissò imbronciata il suolo. — Ma non più in un luogo sporco. Non mi piace la sporcizia.

Anch’io mi guardai intorno. Quel posto era davvero un disastro. Non era per niente grazioso. Mi domandai come avessi fatto ad amarlo tanto. D’un tratto volli andarmene, andare in un posto pulito, asciutto.

— Vieni — le dissi alzandomi. — Voglio riprovare qualcuna di quelle cosette.

— Questo significa che ho un lavoro?

— Sì, credo di sì.

Cathay era seduto sul portico della Capanna di Zucchero, con una fila di bottiglie di birra scura allineate lungo il bordo. Ci sorrise quando ci avvicinammo. Era completamente ubriaco.

È strano. Ci eravamo ubriacati insieme un mucchio di volte, noi quattro. È molto divertente. Ma quando è una sola persona ad essere ubriaca, è piuttosto disgustoso. Non che lo biasimassi. Ma quando si beve insieme tutte le battute hanno un senso; quando bevi da solo, diventi insopportabile persino a te stesso.

Trilby ed io ci sedemmo accanto a lui. Lui voleva cantare, ci mise in mano una bottiglia e io la sorseggiai cercando di entrare nello spirito della cosa. Ma molto presto scoppiò a piangere e io mi sentii malissimo. Ammetto che non si trattava proprio di comprensione. Mi sentivo impotente perché c’era così poco che potessi fare, ed anche un po’ seccato per tutte le promesse che mi aveva fatto. Sarei venuto comunque a trovarlo. Non doveva frignare sulla mia spalla implorandomi di non abbandonarlo.

Così lui pianse sulla mia spalla e su quella di Trilby, poi rimase seduto tra di noi con aria infelice. Cercai di consolarlo.

— Cathay, non è la fine del mondo. Trilby dice che potrai continuare ad insegnare ai ragazzi più grandi. Quelli della mia età e oltre. L’A.I. ha detto solo che non potevi trattare con i più giovani.

Lui borbottò qualcosa.

— Non sarà poi così diverso — dissi, incapace di tacere.

— Forse hai ragione.

— Certo. — Stavo inconsciamente cadendo in quella falsa allegria che la gente usa con gli ubriachi. Luì se ne accorse immediatamente.

— Che cosa diavolo ne sai, tu? Pensi che tu… dannazione, che cosa ne sai? Lo sai che genere di persona ci vuole per fare il mio mestiere? Una specie di spostato, ecco che cosa. Qualcuno che non vuole crescere più di quanto lo voglia tu. Siamo entrambi codardi, Argus. Tu non lo sai, ma io sì. Io sì. E cosa diavolo farò? Eh? Perché non te ne vai? Hai avuto quello che volevi, no?

— Calmati, Cathay — disse Trilby stringendolo a sé. — Calmati.

Lui si pentì immediatamente e cominciò a piangere piano. Disse che gli spiaceva, più di una volta, ed era sincero. Disse che non voleva, che gli era scappato di bocca, che era stato crudele.

E avanti di questo passo.

M’irrigidii.

Lo mettemmo a dormire nella capanna e poi ci incamminammo lungo la strada.