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Dal Pozzo Profondo che stava in fondo alla valle, Terzamoglie Susannah Brome poteva vedere sia a sud, verso la scarpata dove il Vecchio Jepson aveva costruito il suo castello di famiglia, che a nordest, verso le colline dove la Case delle Mogli del Vecchio Brome circondavano la Casa del Padre in un raggruppamento di abitazioni di legno illividite dal sole. Anche la casa di Susannah si trovava là, era un piccolo cottage con il tetto spiovente quasi nascosto dal granaio. Una dozzina di altri Anziani si era stabilita più a sud o al di là dei passi nelle valli vicine di Terrasanta, e, salvo quando il Padre di Tutti puniva i suoi figli con la siccità, le loro donne non andavano spesso al Pozzo Profondo. I pozzi meno profondi che si trovavano nella valle superiore erano sufficienti il più delle volte, e i celibi si servivano delle acque che cadevano a intermittenza in primavera nei pozzi dietro le loro case all’imbocco della valle, verso nord. Così Susannah non aveva molte scuse per attardarsi al Pozzo Profondo, comunque la cosa migliore che potesse augurarsi era di scambiare brevemente qualche parola con una delle mogli del Vecchio Jepson, e queste erano così spaventate che si azzardavano difficilmente a dire “bah”.
— Mamma? — sussurrò Castità, tirandola per la manica — non dovremmo tornare indietro? Papà si arrabbierà con noi se non saremo diligenti.
— Penso che potremmo vedere Carità e Speranza — disse Susannah con una certa sincerità. — Carità non si sentiva bene l’ultima volta che l’ho vista e volevo sapere della sua salute. — Era una scusa perfetta per attardarsi, senza essere accusate di mancanza di diligenza. Le donne dovevano prendersi cura le une delle altre, visto che gli uomini non si abbassavano a farlo. Ed era ben noto che alcune donne, tra le quali Susannah, erano più brave a curare le malattie di altre.
— Del resto — continuò Susannah — sai che papà presta poca attenzione a noi nei periodi in cui siamo sporche.
— Ci guarda sempre — disse la ragazzina con la voce un poco scossa. — Oggi potrebbe non dir nulla ma di certo lo farà in un’altra occasione.
Povera piccola, pensò Susannah, allungando la mano per accarezzare il viso della figlia dopo essersi assicurata con una rapida occhiata che nessuno stesse osservando quell’inusuale espressione di affetto. Castità prendeva tutto così sul serio, tutto così a cuore, come se i suoi sforzi di dimostrarsi diligente potessero impedire al Padre di rimproverarla se ne aveva voglia.
— Andremo a casa, poi — disse, alzando il giogo e appoggiandolo sulle spalle. Castità sollevò il suo e i mastelli che erano solo appena più piccoli di quelli che trasportava la madre. A tredici anni aveva appena scoperto la propria sporcizia e tuttavia non era ancora cresciuta. Non avrebbe avuto senso pregare il Padre di Tutti di lasciarle ancora un paio d’anni prima di destinarla alla riproduzione; prima dell’autunno qualcuno sarebbe venuto a reclamare Castità, anche se era molto difficile che sarebbe stato uno dei giovani. Per quello che le sarebbe accaduto non c’era altra scusa che la più turpe lussuria, poco importava cosa dicessero gli Anziani. Ricordava quando lei stessa era stata iniziata a quattordici anni, e nessuno era riuscito a convincerla che tutti quei grugniti e palpeggiamenti facessero parte del dovere divino. Non aveva mai visto un uomo che facesse il suo dovere così compiaciuto di se stesso e così ansioso di farlo nuovamente.
Susannah prese la via che conduceva alle colline, compiendo ogni curva con sforzo poi fermandosi prima di affrontare la successiva. Anche se andava a suo onore aver messo al mondo tre figli maschi prima di concepire una femmina, a volte desiderava avere l’aiuto di una figlia più grande o forse anche di due. Preferibilmente senza seno, con i denti storti e gli occhi strabici, come Perseveranza, la sorella di Carità. Forse avrebbero lasciato in pace Perseveranza e lei avrebbe aiutato sua madre finché non fossero morte entrambe per l’età. Nessuno degli Anziani aveva fatto un’offerta per averla sino a quel momento.
Tuttavia, Castità… be’, Castità non avrebbe resistito a lungo. Quei capelli biondo pallido, la pelle soffice come il sederino di un bambino, attiravano gli uomini come le api sul miele. Se il Vecchio Jepson non ne avesse fatto la sua sesta moglie, allora il Vecchio Demoin, dell’altra valle, ne avrebbe fatto la sua quarta. E nel frattempo tutti i ragazzi nella Casa dei Celibi si sarebbero nascosti dietro gli arbusti per spiarla, ogni volta che andava al bagno.
La cosa peggiore, se Castità fosse diventata la sesta moglie del Vecchio Jepson, era che sarebbe diventata vedova prima di invecchiare. Lui aveva solo settanta anni ma era infermo. Se tuttavia Castità avesse avuto un bambino alla morte di lui o poco dopo, l’avrebbero rimandata da Susannah a vivere da sola, e c’erano cose peggiori di questa. Se non fosse rimasta incinta o avesse perso il bambino, però, avrebbero detto che non c’era stato veramente matrimonio e l’avrebbero data a qualche ragazzo che l’avrebbe sfruttata a morte prima dei trent’anni. Nessuno degli Anziani l’avrebbe presa dopo che era stata con un altro uomo. Sembrava che, più vecchio era un uomo, più volesse essere sicuro che sua moglie non potesse fare confronti tra lui e un altro.
— C’è il Vecchio Jepson — sussurrò Castità alle spalle di Susannah che la precedeva sul sentiero. — Viene da casa di papà.
— Fai finta di non vederlo — mormorò Susannah. — Ricorda che siamo sporche e tienti al tuo posto sulla destra. — Compì i pochi passi sul sentiero che conduceva alla Casa delle Mogli, con il piccolo portico inondato dal sole che si affacciava sulla casa di Papà Brome, alla cui facciata era appeso il nastro rosso che stava a indicare che nell’abitazione c’era una ragazza mestruata. Posarono i mastelli sul pavimento sconnesso del portico, asciugarono i piedi sulla ruvida stuoia intrecciata. Poi portarono i mastelli in cucina per riempire il serbatoio. Quella mattina, Susannah aveva compiuto il giro giornaliero extra richiesto per portare l’acqua alla casa di papà per lui e i ragazzi che studiavano.
Un debole richiamo le salutò mentre versavano l’ultimo mastello nel serbatoio di legno. Il gridolino divenne un vero e proprio ululato quando Baby udì le loro voci.
— Fede! — chiamò più volte Susannah. Al terzo richiamo una voce rispose dall’esterno.
— Mamma. Scusami. Dovevo andare in bagno, pensavo che Baby dormisse.
La ragazzina di otto anni che entrò in casa stava chiaramente piangendo e il suo vestito era umido e puzzava.
— Amore, cosa c’è.
— Il Vecchio Jepson mi ha detto che sono una brutta puttana.
— Non è vero. Certo che non è vero; perché ti ha detto così?
— Baby mi ha sporcato. Non avrei dovuto uscire quando poteva vedermi. Se avessi saputo che era là, non sarei uscita, ma non lo sapevo.
— Shh, adesso. Non ci pensare. Non gli hai risposto, vero?
La ragazzina si limitò a piangere scuotendo il capo.
— Castità ti aiuterà a pulirti. Penserò io a Baby. — Tolse la sciarpa che portava intorno al capo, grattò il cranio calvo dove i capelli cominciavano a spuntare dopo l’ultima rasatura formando un fastidioso cespuglio argenteo, poi si diresse alla stanza dove stava Baby.
Baby non aveva nome, se avesse vissuto sino a un anno, Papà gli avrebbe dato un nome. Se avesse vissuto per sei anni sarebbe andato alla Casa di papà tutti i giorni e avrebbe frequentato la scuola. I ragazzi dovevano saper leggere e scrivere per commentare le scritture. Dovevano anche essere in grado di fare un poco di calcolo per svolgere il loro compito di pastori per il Padre di Tutti, che non tollerava mancanza di disciplina e diligenza. Fino a quando non compivano il primo anno i bambini si chiamavano semplicemente “Baby”, “Dolcezza” e, a volte, “Amore”. Non quando Papà potesse sentire comunque. I nomignoli dati ai bambini e le dimostrazioni di affetto erano cose volgari, indegne del Padre di Tutti. In ogni momento durante il primo anno il bambino poteva scomparire, scomparire semplicemente, senza che nessuno sapesse perché. Era accaduto alle due bambine nate tra Fede e Baby. Per lo più accadeva con le ragazze. Non capitava quasi mai con i figli maschi, a meno che non avessero qualche difetto. Tuttavia un Anziano poteva vendere un bambino a un altro Anziano che voleva disperatamente un figlio.
Susannah sbottonò il vestito portando Baby al petto. Non lo avrebbe svezzato finché non fosse stata costretta a farlo. Finché non era svezzato, lei non avrebbe acquisito la sua sporcizia, e finché ciò non fosse avvenuto probabilmente non sarebbe rimasta incinta; non poteva sopportare di rimanere di nuovo incinta. Forse mai più. Era stata incinta quasi sempre da quando aveva avuto quattordici anni. Aveva avuto undici gravidanze e sei figli sopravvissuti, senza contare le due ragazzine che erano scomparse. Se fosse rimasta incinta ancora pensava che si sarebbe uccisa. Sarebbe stato più semplice morire che affrontare la gravidanza un’altra volta. Lasciamo che il Papà abbia altri figli dalle altre sorelle mogli, Matilda, Gentilezza, Pienezza e Rinascita. No, Riscelta era troppo vecchia ma Pienezza aveva un figlio a casa, di quasi cinque anni. Lascia che sia lei ad averne un altro. Lascia che sia lei. Lascia che Matilda si alzi dal letto in cui ha giaciuto per cinque anni e abbia un altro figlio. Aver perso tre figli e tossire sangue non era una buona scusa per sfuggire al proprio dovere. Se fosse bastato quello, forse anche Susannah avrebbe potuto fare in modo di tossire un poco di sangue.
Gli occhi di Susannah si riempirono di lacrime. Tutti quei pensieri erano cattivi, poco caritatevoli e antipatici, lo sapeva, eppure non riusciva a impedirsi di nutrirli. Tutto era così… così brutto. Era come se tu volessi che tua figlia diventasse sporca così papà non sarebbe venuto a casa. E Castità aveva dei lunghi cicli di sporcizia. Sette od otto giorni, a volte. Voleva dire che Papà avrebbe lasciato Susannah sola per un’intera settimana. Desiderava che lo facesse per sempre; lascia che vada da qualche altra ragazza, una veramente giovane, e spenda tutto il suo tempo e le sue energie con lei. Susannah era troppo vecchia per quelle cose. Aveva quasi trent’anni… troppo, troppo vecchia per quelle cose.
Dentro la Casa del Padre il Vecchio Risoluzione Brome sedeva in una sedia confortevole vicino alla finestra, bevendo un tè caldo alla menta del raccolto che aveva lui stesso preparato e considerando l’offerta del Vecchio Jepson per Castità. Il Vecchio Jepson aveva un figlio, Ringraziamento, che ora aveva quasi trentacinque anni, che aveva spianato circa trenta acri nella terza valle, coltivava bene, gli aveva costruito una bella legnaia, aveva raccolto quasi cento pecore, ed era pronto a entrare nella comunità degli Anziani e dei padri, solo che non aveva una donna. Le donne erano poche in quei tempi, e il Vecchio Brome pensò silenziosamente per portare l’attenzione del Padre di Tutti sulla mancanza di lungimiranza degli Anziani che avevano ucciso tutte le loro figlie da piccole, dodici o tredici anni prima. C’era stata la siccità a quei tempi ed essa era stata la scusa di cui avevano avuto bisogno. Ma dove pensavano che i loro figli avrebbero preso le loro mogli, dodici e quindici anni dopo se avevano portato tutte le loro figlie in un anfratto della montagna lasciando che i coyote le divorassero?
Risoluzione considerava una decisione lungimirante aver tenuto in vita Castità. Naturalmente aveva eliminato due figlie egli stesso — in seguito, quando Fede ebbe ricevuto il suo nome — ma aveva avuto le sue ragioni. Susannah sembrava non essere capace di mettere al mondo altro che figlie per un poco. Aveva avuto Castità, poi erano nate due ragazzine e infine Fede. Risoluzione aveva deciso di lasciare in vita solo Fede, anche se era uno scricciolino, perché una donna aveva bisogno di un bimbo in casa per lavorare onestamente. Poi Susannah aveva avuto due bambine gracili prima di mettere al mondo Baby. E il peggio era che se lui voleva che Susannah allevasse Baby avrebbe fatto meglio a lasciarla in pace. Tutti sapevano che quando svezzava i bambini ci voleva molto tempo prima che anche la madre riprendesse a vivere normalmente se non la si lasciava in pace. Pecore e donne, era uguale. E questo era un peccato perché Susannah era una delle più veloci a eseguire il suo dovere. Non era la più bella, ma c’era qualcosa nel suo corpo che lo eccitava. Qualcosa che aveva a che fare con il modo in cui diventava eccitata e calda quando stava sotto di lui e che lo spingeva a cercarla.
Be’, lui avrebbe compiuto il suo dovere su un’altra. Gentilezza, magari. Sarebbe stata una buona idea cedere Castità al Vecchio Jepson per Ringraziamento Jepson. Il vecchio aveva una ragazzina tredicenne che si chiamava Perseveranza e aveva voglia di concludere uno scambio. Era bruttina se la guardavi in faccia, ma il Vecchio Jepson diceva di averle dato un’occhiata attraverso un buco nel bagno di recente e che aveva un bel corpo. Del resto se Risoluzione non l’avesse voluta per sé, poteva darla a uno dei suoi ragazzi. Sia Punizione che Vendetta erano pronti a vivere da soli, sebbene Punizione fosse il più vecchio. Perseveranza non sarebbe stata la ragazza che Puni avrebbe scelto per sé, ma poteva sempre rivoltarle la camicia da notte sul viso. Molte donne preferivano che le si trattasse in quel modo sebbene non si potesse dire che gli piacesse. Non se erano donne oneste.
Eppure non aveva ancora deciso. Punizione aveva quasi trentacinque anni. Poteva aspettare ancora un poco. Ma se Risoluzione Brome stesso prendeva un’altra moglie, avrebbe dovuto sistemare la Casa delle Mogli che gli era quasi crollata e che era la casa dove lui stesso era nato, dove sua madre era vissuta fino alla morte. Non vi aveva fatto entrare nessuno dalla morte di suo padre, quando lui aveva preso il comando della fattoria.
Non era certo di volere che qualcuno entrasse nella casa di Mamma. Forse avrebbe potuto ripudiare una moglie. Rimandarla a sua madre alla Casa della Nonna. La madre di Punizione, Pienezza, non era buona a niente e forse avrebbe potuto mandarla alla Casa delle Nonne. Non che fosse abbastanza vecchia da essere una nonna. Tuttavia aveva quasi cinquanta anni. Aveva avuto un figlio a quindici anni poi niente fino a cinque anni prima, e questo era colpa sua perché aveva fatto troppi sacramenti al comandamento. Se fosse stato più sobrio si sarebbe reso conto verso quale casa delle mogli era diretto anche se era scuro, e di certo non avrebbe scelto Pienezza, che puzzava sempre come latte marcio e aveva un letto per il dovere ruvido come carta vetrata. Ma se l’avesse mandata alla Casa delle Nonne e avesse preso Perseveranza al suo posto poteva dare agli altri Anziani delle idee. Presto avrebbe dovuto spostare anche Riscelta tuttavia. Era una nonna, sicuro. Ogni volta che la vedeva gli veniva in mente il brodo di pollo. Le donne anziane puzzavano sempre di brodo di pollo. Non aveva appeso il nastro rosso da più di due anni sulla sua porta, ma non era un’abitudine di Terrasanta mandar via una moglie dalla Casa delle Mogli finché la figlia più giovane non se ne era andata. Riscelta aveva una ragazza a casa. Modestia, di dieci anni.
Poi c’era Matilda. Trentadue anni, tre bambini morti, e il fatto che se ne stesse a letto a tossire sangue aveva il suo peso. Era la donna più carina che Risoluzione avesse mai visto, anche adesso. Matilda era una Demoin. Forse avrebbe dovuto vendere qualche pecora e rimandarla ai Demoin. Non serviva a nulla una donna che non produceva niente.
Contò le sue dita. Sette figli da Riscelta, tutti cresciuti tranne uno. Quattro da Gentilezza, il cui figlio più grande aveva solo nove anni e due da Pienezza. Sei da Susannah, senza contare quelle che aveva eliminato. Diciannove figli tra tutti, quattordici dei quali erano maschi. Sarebbe dovuto bastare…
Maledetta Susannah comunque, si disse. Con qualsiasi altra moglie un uomo avrebbe potuto fare il suo dovere per la maggior parte dell’anno se voleva farlo senza che restasse incinta. Era come se lei lo volesse tormentare.
Nella casa degli scapoli, Punizione Brome arrotava una mannaia fomentando la rivolta tra i suoi fratelli.
— Bene, non direi che si dimostrino molto intelligenti, impedendoci di prender moglie, a dispetto di quanti acri abbiamo spianato. Ora, pensate alla casa principale. Ci sono le due figlie di Susannah. Castità ha tredici anni e Fede ne ha otto e ci scommetterei che qualcuno ha già fatto un’offerta per Castità. Gentilezza ha una figlia di sette anni che sembra a posto, l’altra sua figlia è ancora una bimba. La figlia di dieci anni della vecchia Riscelta ha sempre il raffreddore ed è pure strabica. Nel frattempo c’è solo uno di noi Brome già sposato, e otto di noi vivono qui nella Casa degli Scapoli mentre altri cinque stanno ancora con le loro madri. Fa un totale di tredici ragazzi da sposare e solo cinque ragazze da trattare. Potete scommettere che alla casa dei Jepson la situazione è la stessa, e così anche in quella dei Gavin e in tutte quelle della valle. Ogni famiglia ha tre o quattro ragazze e almeno una dozzina di figli maschi. Papà ha quasi raggiunto i settantacinque e non durerà a lungo. Quando se ne andrà lascerà Susannah, Gentilezza e Matilda che sono tutte giovani ma che allo stesso tempo saranno solo vedove con bambini, così nessuno vorrà prenderle. Tutto questo porta al fatto che gli Anziani possono godere ciascuno di sei o sette donne a testa, e alcuni di loro anche di più, e uccidono le figlie quando ne hanno voglia, mentre noi altri possiamo andarci a impiccare. C’è una donna ogni quattro di noi, circa.
— Cos’hai intenzione di fare, Puni? Scappare per andare a raggiungere le donne demonio che vivono al nord?
— Immagino che potrei andare a prenderne una e portarmela qui.
— E credi che ci rimarrebbe? Stai dicendo delle stupidaggini.
— Immagino che, se le spezzassi una gamba, dovrebbe restare. — Punizione continuava a sfregare la pietra sul filo della mannaia, lanciando occhiate ai fratellastri Diligenza e Vendetta, i figli di Riscelta.
— Non te ne verrebbe nulla di buono. Quelle sono donne di città, Punizione. Non sanno nemmeno come si fa il formaggio.
— C’è una cosa che dovrebbe sapere come fare — disse cupamente. — Tutto quello che deve fare è restare distesa.
— Non so proprio perché sei così furioso — osservò Diligenza — il Primogenito non si è sposato che l’anno scorso e aveva quasi quarant’anni.
— E cosa è riuscito a procurarsi? Umiltà Gavin, della famiglia che sta al di là della valle, quella ragazza è praticamente calva.
— Avrebbe dovuto rasarsi il capo comunque per sposarsi, Puni. Che differenza fa?
— C’è una grossa differenza tra una donna con i capelli rasati e una calva. Per esempio metterà al mondo dei bambini quasi calvi e Primogenito dovrà andarsene in giro circondato da una torma di bambini pelati.
— Da come l’ho sentita io — osservò Vendetta — il Vecchio Jepson vuole Castità per Ringraziamento, così sta cedendo Perseveranza. Probabilmente sarai tu ad averla.
— Perseveranza, merda! Ha gli occhi così storti che quando ti guarda sembra che vedano solo intorno a te.
— Che te ne importa al buio?
— È lo stesso discorso della calva. Ti rende più difficile compiere il tuo dovere e, del resto, metterà al mondo dei figli orribili. E se ti sei guardato intorno ultimamente ti sarai reso conto di quanti figli deformi ci sono in giro. L’hai notato? Da’ un’occhiata alle nonne e ai vecchi. La maggior parte di loro non sono brutti. Poi, considera la gente dell’età di Pienezza e di Riscelta e anche quelli più giovani. Ce ne sono molti di più dall’aspetto deforme. E poi guarda quelli ancora più giovani, quelli dell’età di Castità, e allora ti renderai conto di quello che dico. Ci sono un sacco di bambini che vengono eliminati perché hanno le labbra leporine o i piedi deformi. Ce ne sono un sacco con gli occhi storti, i denti marci e le facce bizzarramente contorte. Come se ci fosse qualcosa di sbagliato in loro.
Vendetta assunse uno sguardo particolare ma non disse nulla. Stava pensando che suo padre si era sposato per la prima volta quando aveva venticinque anni. E il nonno in età ancora più giovane. E ora Primogenito si sposava a quarant’anni e Punizione ne aveva trentacinque. Lo stesso Vendetta ne aveva trentaquattro e le sole femmine nei paraggi avevano sette e otto anni.
— Non ha gran senso che tu parli di andartene a prendere una di quelle del Paese delle Donne — disse con una rabbia profonda e radicata. — Papà te la porterebbe semplicemente via se lo facessi.
Nella Casa delle Mogli di Riscelta Brome, Primogenito Brame, di quaranta anni, sedeva nella semioscurità della cucina discorrendo con sua madre che aveva cinquantacinque anni. I suoi fratelli, Vendetta, Diligenza Determinazione, e Preservato dal Signore si trovavano tutti nella Casa degli scapoli. Sua sorella Modestia di dieci anni stava filando la lana nella rimessa poco distante, l’altra sua sorella, Gratitudine Brome, che ora aveva trentadue anni, si era sposata a quattordici anni al Vecchio Gavin, oltre la montagna, e sua madre non l’aveva vista per molti anni, anche se Primogenito lo aveva fatto. Apparentemente era venuto, come sembrava ragionevole credere, a portare alla madre notizie della figlia maggiore.
— Ha appena avuto il suo dodicesimo figlio — disse alla madre. — Otto di loro sono vivi. Ha detto di riferiti che questa volta qualcosa è andato storto ma che non se l’è presa troppo. Ha detto che avresti capito.
Riscelta assentì senza fare commenti. Pensava di sapere cosa stava cercando di comunicarle Gratitudine. — La prossima volta che la vedrai — mormorò — dovresti suggerirle di chiedere aiuto a tua zia Susannah. La madre, o forse era la nonna di Susannah, non me lo ricordo più, fu rapita in un altro paese e portata in Terrasanta. Aveva imparato molte cose femminili e le insegnò a Susannah.
— Non lo sapevo — disse Primogenito in tono sorpreso. — Chi la prese? La madre o la nonna di Susannah, voglio dire.
— Penso che sia stato il vecchio Demoin, quando era solo un ragazzo che viveva nella Casa degli Scapoli. In ogni caso dovrebbe essere il Vecchio Brome a lasciare che Susannah vada ad occuparsi delle nascite se il vecchio Gavin lo permetterà. Ho sentito parlare solo di un’altra donna con la capacità di guarire nelle quattro valli. È una Simpson, penso. Ma deve essere molto vecchia.
— Lo dirò a mia sorella — rispose lui fissando il pavimento sotto i piedi. — Mamma…?
— Sì, Primogenito?
— In realtà sono venuto a chiederti una cosa.
— Sono sicura che papà potrebbe risponderti a qualsiasi domanda.
L’uomo maturo avvampò assumendo un colorito rosso scuro agli angoli della barba. — Non voglio chiederlo a papà. Voglio chiederlo a te.
— Bene, figlio. Solo voglio che tu rammenti, io sono solo una donna e non so molte cose. — Riscelta mantenne il viso calmo e tranquillo come sempre. Era più semplice non mostrare sentimenti, far finta di non desiderare nulla. Se si sopravviveva abbastanza, si poteva diventare nonne e la vita diventava abbastanza piacevole prima di morire.
— Ho preso una moglie — disse lui.
— Lo so, figliolo. Io e tutte le tue zie siamo venute al tuo matrimonio. Hai preso Umiltà Gavin in moglie.
— Piange — disse lui. — Piange.
Riscelta pensò a tutto ciò con attenzione. C’erano cose che una donna poteva dire e altre che avrebbe fatto meglio a tacere. Domande che una donna non avrebbe dovuto porre. — Piange sempre o solo in certe occasioni?
— In certe occasioni — di nuovo l’uomo arrossì.
La madre decise di rischiare. — Magari quando compi il tuo dovere?
— Proprio così.
— Lei piange come… come se le facessi male?
— Così! Non ha motivo per farlo, l’ho anche punita per questo, ma lei non sembra poterne fare a meno e così mi impedisce di compiere il mio dovere.
Riscelta sospirò. Oh, pensò, vorrei che in cielo ci fosse qualche donna alla quale una di noi potesse rivolgersi. Vorrei che ci fosse una donna alla quale potremmo ispirarci. — Ti dirò una cosa, figlio. Dirai a Umiltà di cuocere un pollo grasso. Non lasciare che vi metta del sale, o nessun altro condimento, solo il pollo. Devi togliere il grasso e poi devi versarlo in un recipiente in un posto fresco. Quando fai il tuo dovere, devi spalmare quel grasso intorno alla parte del corpo che si utilizza per compiere il proprio dovere, sai… in modo che lei non senta male.
Lui ci pensò per un attimo. — Un poco come quando si ungono le ruote di un carro, vero?
Riscelta assentì, incapace di fidarsi della voce che dentro di lei stava urlando: “Sì, stupido, crudele montone di un uomo! Proprio come si fa con le ruote di un carro, solo che del carro ti preoccupi di più”. Invece, mantenendo calmo il tono della voce, disse: — Vedi, Umiltà ha solo quattordici anni. Non è ancora completamente adulta. Non è… in effetti non è ancora abbastanza grande.
— Be’, questo può essere — disse lui. — Ma è l’unica moglie che ho.
— E allora forse sarebbe meglio che tu la portassi a far visita a zia Susannah. Forse lei conosce qualche rimedio che potrà esserti utile.
— Non mi piacciono queste visite — disse lui con testardaggine. — Il fatto che le donne si vedano tra di loro alimenta il disprezzo. Lo hanno sempre detto anche gli Anziani. Voi donne state insieme per le vacanze, al Ringraziamento e durante le nascite. E voi sorelle-mogli state tutto il tempo a chiacchierare di qualcosa. — Anche se non se ne rendeva conto, le sue frasi erano identiche a quelle di suo padre, persino nell’intonazione con cui pronunciava le singole parole.
— Volevo solo dire che forse si sente sola — suggerì Riscelta. — Visto che non ha altre sorelle-mogli per farle compagnia.
— Questo è il destino delle donne — disse lui con indifferenza. — Perché le donne sprizzano peccati ed errori questo è il loro destino.
Calò un breve silenzio. — Prendi un altro po’ di pane e conserva — disse Riscelta. — Le api e le barbabietole quest’anno si sono comportate molto bene. Ho fatto più conserva di quello che credevo di aver bisogno. Te ne darò una giara da portare a casa per tua… per Umiltà.