122544.fb2
Lei trasalì come se l’avesse colpita. — Senatore? — disse automaticamente.
— Non vada a pezzi! È un ordine. È troppo tesa: potrebbe darsi che i frammenti non si ricomponessero più.
— E allora? — chiese lei amaramente.
Il vecchio stava usando tutta la potenza della sua voce, la voce che aveva evitato almeno una guerra. — Quanti amici crede che abbia un uomo della mia età, accidenti? Crede che siano frequenti, le menti come la sua? Ora abbiamo in comune questo interesse, e ciò ci rende amici. È la prima persona che sia uscita da quell’ascensore e mi abbia veramente sorpreso, in un quarto di secolo. E presto, quando circolerà la notizia che sono venuto meno all’impegno preso, la gente smetterà di uscire dall’ascensore. Lei pensa come me, e non posso permettermi di perderla. — Sorrise, e il sorriso parve cancellare molti decenni dal suo volto.
— Resista, Dorothy — disse, — e ci conforteremo a vicenda nella nostra consapevolezza terribile. D’accordo?
Per quasi un minuto lei si concentrò quasi esclusivamente sul proprio respiro, per rallentarlo e regolarizzarlo. Poi, incerta, sondò le proprie emozioni.
— Sì — disse in tono di stupore. — È meglio… in comune.
— Tutto lo è.
Lei lo guardò, si sforzò di sorridere e finalmente ci riuscì. — Grazie, senatore.
Il vecchio ricambiò il sorriso, mentre cancellava la registrazione del colloquio. — Mi chiami Bob.
— Sì, Robert.