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La faccia di Dave assume l’espressione che indica che l’argomento è sgradevole. Più che l’impazienza di Lorimer, Dave scoraggia ogni speculazione su ciò che può aspettarli in questa Terra del futuro. Limita le loro comunicazioni ai problemi strettamente concreti. Quando Lorimer fa cenno alla questione del linguaggio immutato, Dave si limita a dire: — Più tardi. — Lorimer morde il freno. Per lui è inconcepibile essere tre secoli nel futuro, non riesce a capire. Hanno ricavato poco dai racconti delle donne. Ci sono state nove missioni Sunbird riuscite, dopo la loro, e solo un fallimento. La Gloria e la sua sorella fanno parte di un lungo progetto spaziale sui due pianeti interni.
— Andiamo sempre in coppia — spiega Judy, — ma quei pianeti non sono adatti; comunque valeva la pena di vederli.
— Per l’amor del cielo, Dave, chiedi loro quanti pianeti sono stati esplorati — protesta Lorimer.
— Più tardi. — Ma improvvisamente, durante il quinto intervallo-pasto, la Luna offre spontaneamente le spiegazioni. — La Terra sta preparando una storia per voi, Sunbird — dice la voce di Margo. — Sappiamo che non volete sprecare energia comunicando, così abbiamo pensato di trasmettervi i pochi elementi principali. — Ride. — È più difficile di quanto pensavamo. Nessuno qui da noi studia la storia.
Lorimer approva tra sé. Si era chiesto cosa avrebbe potuto dire a un uomo del 1690, che avesse voluto sapere cosa successe a Cromwell (era Cromwell poi?), e a chi non aveva mai sentito parlare dell’elettricità, dell’atomo e degli Stati Uniti.
— Vediamo, probabilmente la cosa più importante è che non c’è più tanta gente come un tempo. Siamo poco più di due milioni. Non molto dopo la vostra epoca, ci fu un’epidemia mondiale. Non uccideva la gente, ma riduceva la popolazione. Cioè, non c’erano più bambini nella maggior parte del mondo. Sterilità. Il paese chiamato Australia fu colpito per ultimo. — Bud alza un dito. — Neanche il Canada se la passò troppo bene. Così, tutti i sopravvissuti si riunirono nella parte meridionale degli stati americani, dove avrebbero potuto coltivare e dove c’erano il miglior sistema di comunicazioni e le fabbriche.
— Nessuno vive nel resto del mondo, ma ci viaggiamo qualche volta. Abbiamo cinque attività fondamentali; era «industrie» la parola? L’alimentare, che consiste in pesca e agricoltura. Le comunicazioni, i trasporti e la ricerca spaziale, cioè noi. Le fabbriche che abbiamo ci bastano. Viviamo più semplicemente di voi, credo. Siamo circondate da cose costruite da voi, e ve ne siamo grate. Vi interesserà sapere che usiamo i dirigibili proprio come voi, ne abbiamo sei grossi. La nostra quinta occupazione sono i figli, bambini. Vi è d’aiuto? Sto usando un libro per bambini che abbiamo qui. — Gli uomini si sono raggelati durante il racconto. Lorimer tiene in mano una busta di cibo misto fresco. Bud ricomincia a masticare e si ingozza. — Due milioni di persone e la possibilità di andare nello spazio. — Tossicchia. — È incredibile!
Dave osserva il ricevitore rimuginando tra sé. — Ci sono un mucchio di cose che ci nascondono.
— Gliele chiedo — dice Bud. — Okay.
— Stai attento — annuisce Dave.
— Grazie per la storia, Luna — dice Bud. — L’abbiamo apprezzata molto. Ma non riusciamo a immaginare come possiate tenere un programma spaziale con solo un paio di milioni di persone. Potete dirci di più su questo?
Nella pausa Lorimer cerca di afferrare le immagini vacillanti. Da otto miliardi a due milioni… Europa, Asia, Africa, Sud America, l’America stessa cancellate. Non c’erano più bambini. Sterilità mondiale causata da cosa? La Morte nera, la carestia in Asia, quelle erano state decimazioni. Ma tutto ciò era enormemente peggio. No, è sempre lo stesso; al di là di ogni comprensione. Un mondo deserto, cosparso di rifiuti.
— Sunbird? — risponde Margo. — Penso che vogliate sapere qualcosa sullo spazio. Bene. Abbiamo solo quattro vere e proprie astronavi e una in costruzione. Ne conoscete già due. Poi ci sono Indira e Pech, che adesso sono dirette su Marte. Forse il cielo di Marte era così anche ai vostri giorni. Voi avevate una stazione orbitante? E, naturalmente, il vecchio cielo della Luna. Ricordo che durante l’epidemia cercarono di creare delle colonie, di allevare bambini, ma l’epidemia arrivò anche là, lottarono duramente. Vi dobbiamo molto, a voi uomini intendo. È tutto nella storia; quanto avete lavorato, senza un minimo programma vitale, mantenere tutti e salvarli dalla follia… È stato un eroico tentativo. Ah! Sul registro, qui, c’è uno dei vostri nomi: Lorimer. Ci teniamo a mantenere tutto funzionante e cerchiamo di perfezionarlo. Noi tutte amiamo viaggiare. L’uomo è un vagabondo; è uno dei nostri motti. — Sentite anche voi quello che sento io? — fa Bud ammiccando comicamente. Dave continua a fissare il trasmettitore. — Nessun accenno al loro governo. Niente sulle condizioni economiche, stiamo parlando con una tribù di scimmie.
— Posso chiederglielo?
— Aspetta un minuto… Ricevuto. Chiedi il nome del loro capo di stato e del capo del programma spaziale. E… no, è tutto.
— Presidente? — fa eco Margo alla domanda di Bud. — Intendete dire regine o re? Aspettate. C’è qui Myda. Sta chiedendo informazioni alla Terra su questo. — La donna più anziana che sentono ogni tanto dice: — Si, comprendiamo che avevate strutture molto complesse, chiamate governi. Ma con così poca gente noi non abbiamo problemi del genere. Coloro che esercitano le varie attività si incontrano periodicamente. Le comunicazioni sono buone. Ognuno è costantemente informato su tutto ciò che accade. Ogni settore è tenuto ad aggiornare gli altri. Ci alterniamo, capite? Ci avvicendiamo ogni cinque anni circa. Per esempio Margo era sui dirigibili. Io sono stata in diverse fattorie, in fabbrica e naturalmente nel settore educativo, di cui ci occupiamo tutte. Credo che ci sia una grande differenza con voi. Naturalmente lavoriamo tutte. E le cose sono fondamentalmente molto più stabili, ne deduco. Progrediamo meno freneticamente. Vi soddisfa, come spiegazione? Naturalmente potete sempre chiedere di consultare i registri, dov’è tutto scrupolosamente annotato. Ma non possiamo eleggervi nostri capi, se è questo che intendete. — Ride. Un suono spontaneo e scherzoso.
— Questo è uno dei nostri scherzi, devo dire. — Ritorna seria. — È stata una gioia per noi potervi comprendere così bene. Facciamo un grosso sforzo per conservare la lingua. Sarebbe tragico perdere il contatto col passato.
Dave prende il microfono: — Grazie, Luna, ci avete dato qualcosa su cui riflettere. Qui Sunbird. Chiudo.
— Quanto di tutto questo è vero, Doc? — Bud si strofina la testa ricciuta. — Ci stanno raccontando una delle tue storie di fantascienza.
— La vera storia comincerà dopo — risponde Dave. — Ora il nostro compito è arrivare.
— Non sembra troppo facile. — E, alla fine dei controlli, sembra anche peggio: nessuna traiettoria per Venere è realizzabile. Lorimer verifica ancora una volta tutti i calcoli: stesso risultato.
— Sembra che non ci sia soluzione, Dave — dichiara alla fine. — I parametri sono proprio questi, non possiamo fare altro. — Dave si massaggia pensosamente le nocche, annuisce. — Va bene. Useremo la potenza massima per avvicinarci alla Terra.
— Chiedigli di avvertirci se vedono che ci allontaniamo — suggerisce Bud. Sono silenziosi, esaminano la prospettiva di una lenta morte nello spazio dopo diciotto mesi. Lorimer si domanda se è il caso di tirar fuori l’altra questione: la peggiore. Sa già cosa dirà Dave. E lui stesso cosa deciderà? Cosa avrà il coraggio di fare? — Hello, Sunbird. — La voce del Gloria li scuote. — Secondo i nostri calcoli, se usaste tutto il vostro carburante, potreste invertire la rotta e avvicinarvi abbastanza alla nostra orbita da permetterci di raccogliervi. In questo modo usereste la gravità solare. Noi abbiamo piena capacità di manovra, ma molta meno accelerazione di voi. Avete riserve e qualche tipo di propellente, vero? Voglio dire, potreste percorrere pochi kays? — I tre uomini si guardano l’un l’altro. Lorimer indovina di non essere stato l’unico a pensarci. — È una buona idea, Gloria — risponde Dave. — Ma voglio sentire cosa ne pensa Luna.
— Perché? — domanda Judy. — Sono affari nostri, non vorremmo certo danneggiare la nave. Abbiamo dato un altro sguardo a Venere che ci preoccupa. Noi siamo riforniti di acqua e di cibo e anche se l’aria è un po’ viziata possiamo resistere.
— Ehi, le donne hanno ragione! — commenta Bud. Aspettano. Arriva la voce della Luna. — Abbiamo considerato anche questo, Judy. Non siamo sicure che vi rendiate conto del rischio. Sunbird, scusatemi. Judy, se voi riuscite ad accoglierli, dovrete trascorrere circa un anno sulla nave, con questi tre maschi di una cultura così diversa. Myda sostiene che dovreste ripensare alla storia, e che è un rischio. Non importa quello che sostiene Connie. Sunbird, mi spiace essere così brutale. Passo. — Bud ride di gusto come gli altri. — Uomini delle caverne — chioccia. — Tutte le donne finiscono incinte.
— Margo, sono esseri umani — protesta la voce di Judy. — Non è solo Connie, siamo tutte d’accordo. Andy e Lady Blue dicono che sarebbe molto interessante se funziona. Non possiamo lasciarli andare senza provare.
— Sentiamo anche noi il problema, naturalmente — replica Luna, — ma ce n’è un altro. Potrebbero essere portatori di malattie. Sunbird, so che siete stati isolati per quattordici mesi, ma Murti, l’addetta al servizio sanitario, dice che la gente dei vostri tempi era immunizzata da organismi che ora non esistono più. Potrebbe accadere che qualcuno dei nostri vi sia letale. Potreste ammalarvi tutti mortalmente, e perdere la nave.
— Ci abbiamo già pensato, Margo — replica Judy con impazienza. — Sentite, se voi entraste in contatto con loro si rischierebbe tutti quanti, giusto? Mentre noi siamo nella condizione ideale: durante il tempo che impiegheremo per tornare a casa li conosceremo. E come potremmo ammalarci così in fretta da non poter mettere il Gloria in un’orbita stabile, dove voi potreste recuperarlo più tardi?
Aspettano. — Ehi! Che ci sai dire di questa epidemia? — Bud si accarezza laboriosamente i capelli. — Non vorrei fare carriera nel gay lib.
— Preferisci rimanere qua fuori? — chiede Dave.
— Pazze! — esclama una voce diversa da Luna. — Sunbird, sono Murti, del servizio sanitario. Penso che i pericoli siano elevatissimi, e mutevoli. Il vostro dottor Lorimer ha qualche suggerimento?
— Ricevuto, glielo passo — risponde Dave. — Ma riguardo al primo punto, signora, voglio informarla che al tempo del nostro decollo, l’incidenza delle violenze carnali nella squadra spaziale degli Stati Uniti era zero su zero. Io garantisco la condotta del mio equipaggio, purché voi controlliate il vostro. Ecco il dottor Lorimer. — Ma Lorimer naturalmente non può dir loro niente di utile. Discutono sui pericoli della polio, che è stata fortunatamente sconfitta, e delle varie malattie che sembrano essere ancora in giro: dal canto loro, non dovrebbe esservi pericolo di contagio.
— Luna, ci proveremo — dichiara Judy. — Non possiamo rinchiuderci in noi stesse. Ora dateci la traiettoria prima che si allontanino ulteriormente. — Da quel momento in poi non c’è riposo sul Sunbird. Si comincia a studiare, a correggere i calcoli per elaborare una possibile traiettoria di incontro. La capacità di accelerazione del Gloria è veramente scarsa, ma riuscirà a sostenere l’operazione. Il Sunbird dovrà coprire la maggior parte del percorso verso il punto d’incontro, tenuto conto della velocità del Gloria. La tensione si rompe una volta durante il lungo intervallo. Quando Luna chiama Gloria per avvertire Connie di assicurarsi che i membri femminili dell’equipaggio indossino vestiti adeguati per tutto il tempo che gli uomini saranno a bordo. — Non indumenti spessi, sono troppo pesanti. — È la donna più anziana, Myda. Bud ghigna. — Usate i pigiami. E quando gli uomini sono a disagio, il vostro Andy è l’unico che li può aiutare, voi altre state alla larga. Anche per tutte le funzioni corporali, e per dormire, Connie, non dovete comportarvi come di consueto. È molto importante. Esistevano innumerevoli complicati tabù. Sto preparando una lista d’istruzioni da trasmettervi. È in funzione il vostro ricevitore?
— Sì. L’abbiamo usato per le notizie sulla teoria francese del buco nero.
— Bene. Di’ a Judy di tenersi pronta. Adesso ascolta, Connie, ascolta con attenzione. Di’ ad Andy che deve leggerla tutta. Ripeto, deve leggere tutto. Ogni parola. Hai capito?
— Bene — risponde Connie. — Capisco, Myda. Lo farà.
— Siamo fuori dal gioco, ragazzi — si lamenta Bud. — La vecchia mamma Myda ci ha fregati. — Persino Dave ride, ma poi quando il fischio modulato del nastro scorre nel ricevitore si acciglia nuovamente. — Devono trasmettere cose interessanti.
Gli ultimi dettagli sono messi a punto. Il programma revisionato fila e Luna lo conferma. — Ci hanno reso la pariglia — riferisce Lorimer. — È dura, ma abbiamo almeno due possibilità, purché i propulsori principali siano pienamente funzionanti.
— Controlleremo. — È estenuante. Trovano una deformazione nel deflettore situato sul portello dei motori e passano quattro ore stressanti tentando di ripararlo. È solo la terza escursione di Lorimer nello spazio aperto, ma è subito troppo stanco per curarsene.
— Possiamo fare meglio — ansima Dave alla fine. — Dovremo controllare le reazioni emotive.
— Certo, Dave — dice Bud. — Ehi, io cambio questi pannelli radio, non scordatevi di me.
Controllare le reazioni… Lorimer ritorna in sé, avvolto dalla grande e rumorosa cabina del Gloria, guardando il profondo viso di Connie. Devono essere trascorse delle ore. Per quanto tempo ho sognato? — Circa due minuti — sorride Connie.
— Stavo ricordando la prima volta che vi ho visto.
— Oh, sì, ma non lo scorderemo mai. — Neanche lui… gli si affaccia di nuovo alla mente. Le interminabili ore dopo la prima accelerazione del Sunbird, con tutti loro che ingoiano pillole contro la nausea. Judy, che controlla la manovra d’avvicinamento, esclama senza fiato: — Oh, benissimo. Quattrocentomila… oh, magnifico, Sunbird, siete a circa tre, siete quasi sicuramente a cento… — Dave ce l’ha fatta, il grand’uomo. Le cognizioni di Lorimer non servono a niente durante l’accelerazione, non fino a quando saranno abbastanza stabili per l’accensione finale e vedranno lo strano blip sul radar apparire e scomparire lungo la scia, fortunatamente convergente, con il punto di intersezione stabilito. — Sta andando bene. — L’accensione finale trasforma l’impatto in una nauseante caduta. Il campo di stelle che sfila attraverso l’oblò. Le pillole non sono più sufficienti. Il carburante che alimenta i propulsori è agli sgoccioli. Vomitano tutti prima di riuscire a pompare a mano l’ultima dose di carburante per rallentare la caduta.
— Ci siamo, Gloria. Venite a prenderci. Accendi, Bud, indossate le tute.
Combattendo la nausea, inizia la laboriosa routine nella cabina sporca. Improvvisamente risuona la voce di Judy. — Vi vediamo, Sunbird! Vediamo la vostra luce. Voi riuscite a vederci?
— Non ancora — risponde Dave. Ma Bud, mezzo vestito, indica l’oblò. — Gente, guardate là. — Lorimer guarda fisso. Gli sembra di vedere una debole luce tra il luccichio delle stelle, poi è costretto a vomitare. — Padre ti ringraziamo! — mormora Dave quietamente. — Bene, muoviamoci Doc, facciamo fagotto. — Lo sforzo di lanciare se stessi, l’unità di propulsione e un paio di reti cariche fuori della navicella rollante, leva di mente ogni altro pensiero. Mentre volano uniti, stabilizzati dal propulsore manuale di Dave, Lorimer si guarda intorno. Il sole spunta alla loro sinistra. Pochi metri sotto di loro il Sunbird, ormai deserto, precipita. Sembra assurdamente piccolo. Sopra, infinitamente lontano, c’è un punto troppo confuso e giallo per essere una stella. Avanza lentamente. È il Gloria sulla loro tangente di avvicinamento. — Potete avviarvi, Sunbird? — dice Judy nei loro caschi. — Non vogliamo rallentare ancora a causa del nostro scarico. Facciamo cinquanta kays all’ora. Stiamo mettendoci in linea.
— Ricevuto. Dammi il tuo propulsore, Doc.
— Addio, Sunbird — dice Bud. Lorimer trova rassicurante, in maniera infantile, l’essere rimorchiato attraverso gli abissi, legato ai due grossi uomini. Ha una cieca fiducia in Dave. Non prende nemmeno in considerazione l’idea che loro potrebbero sbagliare nel volare e smarrirsi. Prova disprezzo Dave?, si chiede Lorimer. Quello spesso silenzio è in parte disprezzo per coloro che sono capaci di manipolare solo simboli, e non hanno dimestichezza con l’azione? Si concentra, cercando di controllare il suo stomaco.