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— È una nave spaziale. Hai preso le reti a tenuta, Doc? — La voce di Judy riempie improvvisamente i loro caschi. — Vedo le vostre luci! Riuscite a vedermi? Siete in grado di frenare?
— Affermativo per entrambe, Gloria — risponde Dave. Lorimer si è girato lentamente indietro e vede, la vedrà sempre, la nave aliena nel cielo. Sul suo lato buio le piccole luci che sono donne fra le stelle che li aspettano. Tre… no, quattro. Una, vestita di luce, sta uscendo, si muove. Se ha un cavo deve essere lungo un chilometro.
— Salve, sono Judy Dakar. — La voce è vicina: — Mamma, siete grossi! State bene? Come va con l’aria?
— Tutto a posto. — In realtà la loro aria è viziata e umida, troppa adrenalina. Dave ricorre di nuovo ai propulsori. La figura di lei si ingrandisce, diventa chiara. Una freccia d’argento su un cavo trainante. Il suo vestito è ordinato e flessibile. È uno specchio di luce. Il suo carico è molto piccolo. Meraviglie del futuro, pensa Lorimer, capitolo primo. — Ce l’avete fatta! Ce l’avete fatta! Ecco, agganciatevi. Frenate!
— Ci deve essere qualcosa di storico da dire — mormora Bud, — se ce ne danno la possibilità.
— Salve, Judy — esclamaDave. — Grazie, per cominciare.
— Contatto! — esplode lei nei loro timpani. — Tiraci dentro, Andy. Frena, frena! Lo scarico è indietro. — Ed erano stati afferrati saldamente. Deviati entro un grande arco verso la nave. Dave spegne l’ultimo jet.
La fune si annoda. — Non strattonatela — grida Judy. — Oh, scusate. — È aggrappata su di loro come una scimmia. Lorimer può vedere i suoi occhi, la sua bocca entusiasta. Incredibile.
— State attenti, è allentata.
— Dammi istruzioni, dolcezza — baritoneggia Andy. Lorimer si torce e lo vede indietro, alla fine del pesante cavo, e li traina agevolmente dentro. Bud si offre di aiutare ma viene respinto. — È sufficiente che nuotiate, per favore — dice loro una voce anziana. È ovvio che Andy lo ha già fatto. Entrano sfilando lentamente come pesci spaziali. Lorimer si accorge che non può più scovare lo scintillio che era il Sunbird. Quando si gira il Gloria è diventato un disordinato gruppo di sfere e raggi attorno ad un grosso cilindro centrale. Può vedere delle capsule e un equipaggiamento eterogeneo allineati tutt’intorno: non è proprio come nella fantascienza. Andy sta riavvolgendo il cavo volante. Un’altra figura fluttua vicino a lui. Sono entrambi piccoli. Lorimer nota che sono simili: — Prendete il cavo — dice loro Andy. C’è un affannoso momento di resistenza all’inerzia. — Benvenuti sul Gloria! Maggiore Davis, capitano Geirr, dottor Lorimer. Sono Lady Blue Parks. Penso che desidererete entrare il più presto possibile. Se ve la sentite di salire andate avanti a destra. Al resto penseremo più tardi.
— Gliene siamo grati, signora. — Salgono l’uno dopo l’altro sulla scala di corda principale. È un efficace, rude appiglio. Judy si avvicina per guardarli, sorridendo mentre trascina il rotolo. Una figura più alta aspetta accanto alla camera stagna, aperta, della nave. — Salve, sono Connie. Penso che adesso potrete riposarvi. Vuole seguirmi, maggiore Davis? — È come l’emergenza su un aereo, pensa Lorimer, mentre Dave la segue dentro. Essere sbattuti da destra a sinistra, da delle piccole donne straordinariamente gentili. — Hostess dello spazio. — Bud gli dà di gomito: — Che te ne pare? — La sua faccia sta cominciando a imperlarsi di sudore.
Bud entra con Andy. La donna di nome Lady Blue aspetta accanto a lui, mentre Judy si arrampica sulla copertura che assicura il loro carico. Non sembra che abbia suole magnetiche. Forse, adesso, i metalli ferrosi non sono più usati nello spazio. Quando comincia a trainare il cavo principale con un semplice argano a mano, Lady Blue la osserva criticamente: — Una volta anch’io facevo queste cose — dice a Lorimer. Quello che lui può scorgere dei suoi lineamenti appare contratto. I suoi occhi scuri scintillano.
Ha l’impressione che sia una mulatta. — Devo uscire a pulire l’antenna di poppa. — Judy fluttua. — Più tardi — le risponde Lady Blue. Sorridono entrambe a Lorimer. Poi il portello si apre, lui e Lady Blue entrano. Quando la valvola a cerniera emette un crescente sibilo d’aria, la tuta di Lorimer si affloscia. — Posso essere d’aiuto? — Lei ha aperto il suo casco. La voce è ricca e viva. Affannosamente Lorimer afferra le chiusure con i suoi goffi guanti e lascia che lei gli tolga il casco. Il primo respiro lo sorprende. Gli occorrono alcuni istanti per capire che è aria fresca. Il portello interno si apre lasciando entrare una luce verdastra. Lei gli fa cenno di passare. Lui ondeggia lungo un corto tunnel. Delle voci arrivano dietro l’angolo. Trova un appiglio con la mano e si ferma. Sente il cuore battergli in petto. Quando avrà girato quell’angolo il suo mondo sarà morto. Finito, rotolato, spazzato via come il Sunbird. E lui si troverà irrimediabilmente nel futuro. Un uomo del passato, un naufrago del tempo. Nel futuro… Si riprende.
Il futuro è un largo cilindro luminoso, adorno di oggetti sconosciuti e rami verdi. Gli si stampa davanti una scena singolare. Bud e Dave, senza caschi, sembrano enormi nelle loro voluminose tute bianche. A pochi metri di distanza sostano due figure a testa scoperta, coi vestiti abbaglianti, e una ragazza dalla capigliatura scura con un fluttuante pigiama rosa. Tutte loro si limitano a squadrare i due uomini. Le bocche e gli occhi spalancati in identiche espressioni di piacevole meraviglia. Il viso che deve essere di Andy sorride a bocca aperta come un bambino allo zoo. È un ragazzo sorprendentemente giovane, nota Lorimer, a dispetto della sua voce profonda: biondo, imberbe, la muscolatura compatta. Lorimer si accorge che può sopportare a malapena la vista della donna in rosa. Non sa dire se è straordinariamente bella o insignificante. La donna più alta ha un viso splendente e ordinario. Sopra la sua testa scoppia un suono stranissimo che lui finalmente identifica come un chiocciare di polli. Lady Blue lo spinge avanti.
— Eccoci. Andy, Connie? Smettetela di osservarli e aiutateli a togliersi le tute. Judy, Luna è ansiosa quanto noi di sapere come va. — La scena si anima. Dopodiché Lorimer ricorda soprattutto occhi. Occhi luccicanti che seguono le sue orme. Occhi sorridenti ovunque, sopra il suo bagaglio. E sempre quel luccichio pronto a trasformarsi in risata. Andy resta solo per aiutarli a spogliarsi, lanciando occhiate al loro equipaggiamento che lui trova ancora imbarazzante. Sembra comodo e agile nella sua tuta semiaperta. Lorimer esce a fatica dall’imbracatura. Un ragazzo, pensa. Un ragazzo e quattro donne in orbita intorno al Sole, che conducono le loro grandi, goffe navi su Marte. Dovrebbe sentirsi umiliato? Si sente solo grato mentre accetta una corta tunica e una «sfera» di tè che qualcuno (Connie?) gli porge.
Judy, con la tuta, entra coi loro bagagli. Gli uomini seguono Andy attraverso un altro passaggio. Bud e Dave sono infilati in stretti vestiti. Andy si ferma davanti a un portello: — Questa serra è per voi. Va bene anche come toilette. Tre sono tanta gente, ma è spaziosa e piena di sole. — Dentro è una giungla splendente. Fogliame ovunque, zampilli d’acqua scintillanti. Foglie fruscianti. Qualcosa passa ronzando: una cavalletta.
— Girate questa manopola. — Andy indica il fondo di un largo condotto incrociato. — Il pistone tritura il terriccio e i rifiuti e li trasforma in concime, tramite un complesso procedimento. Finisce negli strati inferiori del suolo. Questo è un misuratore di nitrogeno pesante e un grande ossidatore. Noi immettiamo CO2 e ne ricaviamo ossigeno. È un vero Woolagong. — Osserva con aria interrogativa mentre Bud sente messa a dura prova la sua capacità di comprensione. — Cos’è un Woolagong? — chiede Lorimer sbalordito. — È il nome delle nostre inventrici. Alcune invenzioni sono bizzarre. Quando dobbiamo parlare di una cosa che colpisce, la chiamiamo Woolagong. — Sorride: — I polli mangiano i semi e gli insetti. Gli insetti e gli iguana si nutrono di foglie. Quando le piante diventano mature facciamo il raccolto. Con tutta questa luce penso che potremmo allevare una capra; voi non avete nessuna forma di vita sulla vostra nave, vero?
— No — risponde Lorimer. — Neanche un iguana.
— Ci avevano promesso un pony Shetland per Natale — esclama Bud smuovendo la ghiaia. Andy perplesso si unisce alle loro risate. La mente di Lorimer è offuscata. Non è solo fatica. L’anno trascorso sul Sunbird ha atrofizzato le sue capacità di accettare le novità. Intorpidito adopera il Woolagong. Tornano indietro nella grande sala di controllo del Gloria. Qui Dave ha un breve e chiaro contatto con Luna da cui riceve un’amichevole risposta. — Dobbiamo completare il cambiamento di rotta — dice Lady Blue. L’impressione di Lorimer si rivela esatta. È una meticcia di mezza età. Anche Connie ha qualcosa di esotico, osserva. Gli altri sono di tipo europeo. — Vi porterò qualcosa da mangiare. — Connie sorride con calore. — Quindi vorrete probabilmente riposare. Abbiamo fatto in modo di liberarvi tre cuccette. — Hanno tutte lo stesso accento. Quando lei lascia la sala di controllo, Lorimer vede gli occhi di Dave persi nel vuoto e capisce che si sta rendendo conto della realtà. È un passeggero su una nave aliena: senza più il comando, senza la possibilità di decidere la rotta né le comunicazioni in arrivo e in partenza. Questa è l’ultima, coerente osservazione che Lorimer fa, mentre gusta il sapore del buon cibo sconosciuto. Poi ha la sensazione di venire condotto oltre quella che ora conosce come la palestra, attraverso lo sfiatatoio, al cilindro per il riposo. Ci sono sei portelli iridati, simili a porte. Valica la porta a lui assegnata e si trova davanti un ampio materasso. Sul muro, delle mensole; c’è poi uno scrittoio. — Per le vostre funzioni corporali. — Il braccio di Connie sporge attraverso la porta iridata indicando dei sacchetti. — Se avete dei problemi tirate fuori la testa e chiamate. C’è dell’acqua.
Lorimer si lascia semplicemente cadere sul materasso. Troppo stanco per rispondere. Con stupore si accorge che la sua caduta termina in una imprevista pesante stabilizzazione. Il cilindro sta soavemente, silenziosamente cominciando a girare su se stesso. Egli affonda con gratitudine nell’imbottitura, con un sollievo che aumenta col passare dei minuti. E cade nel più tranquillo sonno che abbia conosciuto in quel lungo, faticoso anno. Solo il giorno dopo comprende che Connie e altre due di loro sono state sulla raggiera, in palestra, facendola ruotare, ora dopo ora, senza pausa né sforzo, chiacchierando del loro arrivo. Quanto parlano, pensa di nuovo mentre ritorna alla realtà. Gli irritanti cicalecci si riversano nella sua memoria. Le voci di Ginny, Jenny e Penny al telefono di cucina, la voce di sua madre, sua sorella Amy «l’Interminabile». Su cosa avranno sempre da parlare, parlare, parlare?
— Perché? Su ogni cosa — dice la voce concreta di Connie, accanto a lui. — È naturale confrontarsi. — Naturale… Come formiche, pensa. Intrecciano le loro antenne ogni volta che si incontrano. Dove sei stata, cosa hai fatto? Incrociano, incrociano… Come ti senti? Oh, sento questo, sento quest’altro… Totale coordinazione dell’alveare. Le donne non hanno il rispetto di sé. Nessun segno di strategia del discorso. L’oscuro pericolo della parola. Non sanno controllarsi.
— Formiche, alveari. — Connie ride, mostrando il dente scheggiato. — Ci vedete veramente come insetti? Perché siamo donne?
— Parlavo ad alta voce? Mi dispiace. — Chiude gli occhi per scacciare le immagini.
— Oh, ti prego, non scusarti. È così triste sentire di tua sorella, i tuoi figli e tua… tua moglie. Dovevano essere persone meravigliose. Penso che voi siate molto coraggiosi. — Ma lui ha pensato a Ginny, e a tutte loro, solo per un istante. Cosa ha blaterato? Che effetto gli sta facendo la droga? — Cosa ci avete fatto? — È veramente allarmato, adesso; quasi arrabbiato.
— Va tutto bene. Davvero! — La sua mano lo sfiora, calda, quasi timida. — Tutte noi la usiamo quando abbiamo bisogno di esplorarci. Di solito è piacevole. È un composto levonoramico, un disinibitore. Non offusca come l’alcool. Saremo a casa così presto, capite? Abbiamo il dovere di conoscervi, e voi siete così chiusi! — I suoi occhi lo inteneriscono. — Non ti senti male, vero? Abbiamo l’antidoto…
— No… — L’allarme si è dissolto nel nulla. La spiegazione di lei gli è sembrata abbastanza ragionevole. — Noi non siamo chiusi — dice, o forse tenta di dire. — Parliamo… — Brancola alla ricerca della parola appropriata. Obiettività, forse? — Parliamo quando abbiamo qualcosa da dire. — Incoerentemente pensa ad un coordinatore della missione, di nome Forrest, famoso per i suoi scherzi idioti. — D’altra parte crollerebbe tutto — le dice. — Sareste finite fuori dal Sistema. — Non è affatto quello che voleva dire. Lasciamo stare.
Le voci di Bud e Dave risuonano improvvisamente dalla parte opposta della cabina, risvegliando nella sua mente il presagio del male. Esse non li conoscono, pensa, ma si sente troppo sereno per pensare alla sua nuova percezione, al quadro globale che è già in grado d’intravvedere. __Mi sento lucido — afferma. — Voglio pensare. — Lei sembra compiaciuta. — Noi lo chiamiamo l’«effetto atarassia». È così bello provare questa sensazione.
Atarassia. Calma filosofica. Sì. Ma ci sono dei mostri nel profondo, lui pensa. O dice. Il lato buio. Il lato buio di Orren Lorimer: un individuo ardente, oscuro e complesso, tenuto al guinzaglio. Esse sono così vulnerabili! Ignorano che potremmo prenderle, e… Le immagini scorrono in fretta: una Judy legata alla ruota ginnica, senza il pigiama, aperta a lui. Sequenze di loro tre che si impadroniscono della nave. Le donne legate, indifese, urlanti, violentate, usate. La squadra, lasciata la stazione satellite, effettua un atterraggio improvviso sulla Terra. Gli ostaggi. Far fare loro ogni cosa, senza incontrare nessuna resistenza… Ha detto effettivamente questo, Bud? Ma Bud non sa, egli ricorda. Dave aveva detto che loro nascondevano qualcosa. Ma evidentemente pensava al socialismo, o al peccato. Quando l’avrebbero scoperto…
Come aveva fatto lui stesso a scoprirlo? Semplicemente ascoltando con attenzione, tutti quei mesi. Ascoltandole parlare molto più degli altri. «Fraternizzazione», la chiama Dave. Tutti, naturalmente, avevano ascoltato. Ascoltato, osservato, e reagito blandamente ai corpi delle donne. Le tenere protuberanze così vicine sotto gli abiti sottili, tentatori. Le bocche e gli occhi magnetici. Il loro profumo, il loro tocco elettrizzante. Guardarle toccarsi l’una con l’altra, toccare Andy, sorridersi. Sparire tranquillamente, nelle cuccette che li dividevano. Che accade? Si tratta delle mie necessità. Le mie necessità.
Il loro potere. Il loro rancore… Bud si era lamentato e borbottava sensibilmente, nonostante gli avvertimenti di Dave. Aveva preso a punzecchiare Andy fin quando Dave non aveva proibito ogni domanda. Lo stesso Dave era notevolmente teso. Passava gran parte del tempo a leggere la sua Bibbia. Anche Lorimer non aveva tardato a scoprire il suo corpo, proteso verso di esse come un segugio famelico. Aveva pregato Cristo che le cabine fossero come sembravano: sempre accessibili.
Avevano potuto solo capire che le istruzioni di Myda dovevano essere state feroci. L’atmosfera era implacabilmente asettica. La riservatezza impenetrabile. Andy eludeva gentilmente ogni sondaggio. Nessun commento o azione su quanto accadeva, se accadeva. Lorimer si sentiva irresistibilmente portato a rievocare il weed-end trascorso al campo scout di Jenny. Poi l’educazione maschile era venuta in loro aiuto, ed essi si erano rassegnati a finire la missione su un super-Sunbird, in compagnia di un gruppo di ragazzi e ragazze scout.
Comunque, la loro ospitalità non avrebbe potuto essere più cortese. Gli hanno comunicato la rotta della nave, ed essi hanno un soggiorno tutto per loro in un magazzino sgomberato. Hanno libero accesso alla sala di controllo. Lady Blue e Andy forniscono loro spiegazioni e manuali. Gli mostrano ogni circuito e dispositivo del Gloria, dentro e fuori. Luna ha trasmesso un fiume di dati scientifici e di notizie sui satelliti artificiali di quest’epoca e le colonie di Luna e Marte.
Dave e Bud s’immergono in un’orgia di ingegneria. L’energia del Gloria deriva, come sospettavano, da fissione nucleare per la quale viene utilizzata una serie di minerali lunari. Il sistema di guida ionico è solo poco più avanzato dei modelli sperimentali dei loro tempi. Le meraviglie del futuro sembrano consistere, alla fin fine, in ingegnose modifiche.
— È primitivo — gli dice Bud. — Quello che hanno fatto è stato sacrificare ogni cosa nel tentativo di renderla semplice e di più facile manutenzione. Credimi, possono controllare a mano persino il carburante. E questo è niente, fratello! Queste donne hanno troppa abbondanza. — Ma l’interesse tecnico di Lorimer si esaurisce presto. Ciò che vuole è solo dare un’occhiata. Fa qualche tentativo di esaminare gli apparentemente esigui sviluppi nel suo campo, ma non riesce a concentrarsi. Che diavolo, pensa, ho smesso di essere un fisico trecento anni fa. Che sollievo essere fuori dalla cella del Sunbird! Ha smesso di vagare come un lupo in gabbia, usando l’eccellente telescopio da 400 mm. Niente più stramba vita con l’equipaggio. Quando scopre che Lady Blue ama gli scacchi organizzano una serie di partite, due volte la settimana. La sua personalità lo affascina, lei è riservata ed ha un’aura di comando: ma ferma prontamente Bud quando la chiama «capitano».
— Nessuno comanda qui, nel senso che voi intendete. Io sono solo la più anziana. — E Bud ritorna subito al «signora». Le piace fare un solido gioco di posizione. Talvolta più bizzarro di quello di un uomo, ma con occasionali, eleganti tranelli. Lorimer è stupito che abbiano escogitato solo una nuova apertura. Un interessante «gambitto» chiamato «Dagmar». Solo una nuova apertura in tre secoli? Ne parla agli altri quando rientrano, dopo aver aiutato Andy e Judy Paris nella revisione di un convertitore di riserva. — Non hanno progredito molto in nessun campo — commenta Dave.
— La maggior parte delle vostre nuove conoscenze risale al tempo dell’epidemia, Andy, se me lo permetti. La ricerca sembra stagnare. Avete impiegato ben otto anni per tirar su questo progetto Titan.
— Ce la faremo — sorride Andy.
— Muoviti, Dave — lo esorta Bud. — Io e Judy abbiamo raccolto la vostra sfida per dopo cena. Abbiamo già costituito una squadra di bridge. Evviva! Posso finalmente assaggiare ’sto pollo. Lasciamo perdere le iguana. — Il cibo è ottimo. Lorimer si trova spesso a indugiare in cucina, aiutando chiunque stia cucinando. Sgranocchia i loro semi assortiti e mastica le radici di cui sente parlare. Gli piacciono persino le iguana. Comincia ad ingrassare come tutti loro. Dave ordina doppi esercizi nella palestra ruotante. — Ci vuoi far arrampicare fino a casa, Dave? — si lamenta Bud. Ma Lorimer si diverte; pedala o oscilla agilmente lungo la raggiera mentre le donne parlano o ascoltano nastri. Musica familiare. Riconosce un suono eterogeneo: da Mandel, Brahams, Sibelius, attraverso Strauss fino ai ballabili e all’indiavolato jazz-rock psichedelico. Il programma non comprende lirica, ma è ricco di brani selezionati su misura per loro.
Dal riassunto storico che era stato loro promesso, egli ricava molte informazioni sull’epidemia. Sembra sia stato una specie di virus nato nell’aria a causa di una fuga dai laboratori militari franco-arabi e forse nutrito dall’inquinamento atmosferico. — Apparentemente, ha danneggiato solo le cellule riproduttive — spiega poi a Dave e Bud. — C’era un bassissimo tasso di mortalità, ma una sterilità pressoché universale. Probabilmente una sostituzione molecolare nel codice genetico dei gameti. L’effetto principale sembra essersi manifestato negli uomini. A quanto pare c’è stata una diminuzione delle nascite maschili, la quale suggerisce che il danno riguardasse il cromosoma Y, che veniva colpito in maniera letale nel feto maschile.
— È ancora pericoloso, Doc? — si informa Dave. — Che ci succederà quando torneremo a casa?
— Non lo sanno. La natalità si aggira, ora, sul due per cento, si è normalizzata ed è in aumento. La popolazione attuale deve esser immunizzata naturalmente. Non sono mai riusciti ad ottenere un vaccino.
— C’è solo un modo per saperlo — dice Bud. — Mi offro volontario. — Dave si limita a lanciargli un’occhiata. È straordinario come ancora si imponga, pensa Lorimer. Nessun cedimento, perdio! Sono un bel gruppo. La storia parlava anche delle rivolte e delle lotte che avevano sconvolto il mondo quando l’umanità si era scoperta sterile. Città bombardate, e saccheggiate, massacri, panico, violenze sessuali di massa e stupri, furti d’armi da parte di uomini disperati, sorgere di culti insensati. La follia. Si fa presto a parlarne, tanto è tutto cosi lontano… Liste di nomi che hanno solo un valore commemorativo… — Dobbiamo sempre essere grati alle coraggiose persone che tennero in piedi i Laboratori Medici di Denver… — E poi, il dramma di ricostituire le scorte di elio peri dirigibili.
In tre secoli tutto diventa polvere, lui pensa. Cosa ne so io della spaventosa guerra dei trent’anni, avvenuta tre secoli prima della mia era? — L’Europa devastata da combattimenti per due generazioni. — Nemmeno un nome. E la struttura politica ed economica di questa nuova società è persino più semplice. Sembrano essere, come aveva detto Myda, completamente prive di governo.
— È un sistema di libero credito sociale basato sul consenso — Lorimer spiega a Dave. — Come essere in un permanente periodo di frontiera. Stanno progredendo lentamente. Naturalmente non hanno bisogno dell’esercito e dell’aviazione. Non sono sicuro che usino ancora denaro liquido e che riconoscano la proprietà privata della terra. Ho notato notevoli somiglianze col primitivo comunismo cinese. — Vedendo la bocca di Dave serrarsi, aggiunge: — Ma non sono vincolati a una comunità. Viaggiano. Quando ho interrogato Lady Blue sulla loro polizia e sulla loro legislazione mi ha riposto di aspettare quando vedrò dei veri storici. Quel che chiamano «Registro» non è un organo di polizia.
— Abbiamo a che fare con una strana situazione, Lorimer — afferma con calma Dave. — Stanne lontano. Non ci dicono la verità.
— Avete notato che non parlano mai dei loro mariti? — ride Bud. — Ho chiesto a un paio di loro che cosa facevano i loro mariti e vi giuro che hanno dovuto pensarci. E tutte hanno bambini. Date retta a me, deve essere un casino laggiù, anche se il vecchio Andy finge di non saperne niente.
— Voglio che nessuno ficchi il naso nei loro affari privati mentre siamo su questa nave, Geirr. Assolutamente nessuno. Questo è un ordine!
— Forse non hanno famiglie. Le avete mai sentite parlare di qualcuna che sta per sposarsi? Eppure questa deve essere una cosa importante, nella mente di una donna. Ricordatevi quel che dico: c’è stato qualche grosso cambiamento.
— I costumi sociali sono soggetti a cambiamenti, in qualche misura — ribatte Lorimer. — Ovviamente qui c’è un numero maggiore di donne che lavora fuori casa come prima attività, ma hanno legami familiari. Ad esempio Lady Blue ha una sorella in una fabbrica di alluminio e un’altra nell’assistenza sanitaria. La madre di Andy è su Marte mentre la sorella lavora al «Registro». Connie ha un fratello, o dei fratelli, nella flotta che serve alla pesca, vicino a Biloxi, e sua sorella si sta preparando a sostituirla per il prossimo viaggio; adesso lavora in una fabbrica di lievito.