123605.fb2 Il cielo era pieno di navi - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 4

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Filando a un’accelerazione che, non fosse stato per la Contra-grav, avrebbe toccato i sessanta G, l’armata spaziale che era salpata dalla Luna rag­giunse l’orbita di Saturno. I comandanti delle astronavi avevano avuto l’ordine di con­centrare le forze nell’Anti-spazio e di attaccare battaglia appena fossero entrati in con­tatto con i ribelli.

A 1.419.000.000 chilometri dal Sole, la nave ammiraglia, la CTS “Shilo”, trasmise l’ordine per il balzo finale, e, in attesa del momento decisivo, intorno a ogni scafo si creò un enorme potenziale di energia.

Il Grande Ammiraglio in persona, Abli Juliene, impartì l’ordine al microfono, stando seduto e assicurato con le cin­ghie al “Jump seat”, sul ponte dell’ammiraglia. Appena rice­vuto l’ordine, i potenziali en­trarono in azione e la grande massa delle navi spaziali, spu­tata fuori come una manciata di semi dal continuum reale, si ritrovò in un secondo univer­so, nel grigio nulla dell’Anti-spazio.

Le astronavi si rimisero in formazione e accelerarono di­rigendosi verso il punto in cui ruotava, in un universo coesi­stente, la luminosa Altair, pun­tando verso di essa e oltre.

La nave spaziale “Salamina”, della Confederazione Terrestre, un incrociatore pesante da battaglia, era il quinto della serie di quel nome, e il più potente. Proveniva direttamen­te dalla Terra, ed era alla testa della flotta che muoveva con­tro il nemico venuto a minac­ciare direttamente la Terra, madre della Confederazione. La seguivano gli altri incrocia­tori da battaglia e le navi scorta, addetti a scandagliare, con i loro strumenti, il grigio nulla, pronti ad avvistare, ad attaccare e ad annientare il nemico. Subito dopo, veniva la nave ammiraglia dell’armata più poderosa che mai la Confe­derazione avesse lanciato nello spazio, l’incrociatore pesante da battaglia “Shilo”, che si manteneva in contatto conti­nuo con la flotta.

Dietro gli incrociatori da battaglia, avanzavano i caccia e il naviglio leggero, tutte unità meno imponenti, ma ugual­mente micidiali. I caccia pro­cedevano nell’Anti-spazio in formazione di cono rovesciato, e avevano alla testa il famoso “North Carolina”.

Venivano poi, dopo gli in­crociatori e i caccia, i mostri dello spazio, le grosse portae­rei, enormi scafi sferici stipati di apparecchi minuscoli, velocissimi e micidiali. Si chiama­vano “Repubblica di Genova”, “Regno di Francia”, “Sud-A­sia”, “Stati Uniti d’America”, e altre due dozzine di nomi famosi che celebravano gli an­tichi stati terrestri. Finalmen­te alle spalle dell’Armada, pro­cedevano le navi-appoggio, le navi ospedale, i rimorchiatori, e tutta la flottiglia varia che fa sempre da seguito a una flotta di navi da guerra.

Così, L’Armada procedeva incontro al nemico, verso uno scontro che avrebbe deciso le sorti dell’umanità.