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Il capo era eretto e il sangue scorreva con ritmo lento e regolare nelle vene, all’unisono con l’atto gratificante del processo. Blanding guardò il banco degli Imputati.
— Il caso di Anonimo contro Clarissa Jones. E il caso del Popolo dello Stato Sovrano di New York contro Clarissa Jones.
Ora Joyce poteva guardare l’Imputata. Era evidente che la donna non riusciva a controllarsi, perché stringeva con forza la ringhiera davanti a sé. Poi si voltò verso Pedersen.
— Giudice Pedersen, qual è stato lo svolgimento di questo caso?
— Signor Giudice, la querela di Anonimo è stata ritirata alla luce del superiore diritto del Popolo.
Anche questo faceva parte della procedura. Una volta che il crimine veniva portato all’attenzione del Giudice, la querela originaria veniva ritirata. Altrimenti si sarebbe dovuto rivelare apertamente in tribunale il nome del membro querelante della famiglia.
Joyce tornò a rivolgersi a Blanding.
— Il Giudice Blanding procederà all’esposizione de! caso del Popolo.
Blanding si fermò e trasse un altro profondo respiro. — Noi, Popolo dello Stato Sovrano di New York accusiamo Clarissa Jones di aver tentato di usurpare un posto non suo; di aver deliberatamente e dolosamente usato le astuzie del suo sesso per ottenere il riconoscimento da un membro di una famiglia, membro minorenne e qui designato come Anonimo. Accusiamo inoltre Clarissa Jones, donna del Popolo, di aver fomentato l’anarchia…
L’atto d’accusa continuò. Joyce osservò il viso dell’Imputata, notando che, nonostante la tensione emotiva, riusciva a mantenere un comportamento corretto, senza lasciarsi andare a gesti od esclamazioni inutili. La ragazza aveva carattere. Fu compiaciuto della sua riservatezza; le interruzioni distruggevano il ritmo del processo. Avrebbe comunque avuto la possibilità di appellarsi.
Si voltò verso Pedersen inarcando le sopracciglia con aria interrogativa. Pedersen gli si avvicinò, tenendosi a debita distanza dal raggio del microfono.
— La ragazza era l’amante del giovane Normandy. Lui ha una residenza estiva qui sul fiume — sussurrò.
— Il figlio di Joshua Normandy? — chiese Joyce con una certa sorpresa.
— Esatto — rispose Pedersen con una smorfia. — Avrebbe dovuto essere più furbo e fare controllo su di lei. Ha un certo numero di parenti nelle locali Corporazioni artigiane ed anche altri agganci.
Joyce si accigliò. — Le relazioni illegittime non significano niente.
Pedersen alzò la spalla che non era rivolta verso la folla. — Legalmente no. Ma in pratica il Popolo ha cominciato a riconoscere queste cose. Ho sentito che le coppie usano l’appellativo di marito e moglie quando sono fra gruppi della loro stessa gente. So che queste cose non hanno peso in un tribunale — continuò in fretta, — ma sembra che la ragazza fra di loro sia una specie di aristocratica. Potrebbe essere naturale per lei dare per scontati certi privilegi. Normandy contesta alla ragazza il fatto di averlo avvicinato per strada chiamandolo per nome. Be’, in questo si era spinta un po’ troppo in là.
Pedersen accennò un sorrisetto d’intesa.
— Si — rispose brusco Joyce, mentre le guance gli si gonfiavano per la rabbia. — Ha proprio esagerato.
I più giovani non capivano. Potevano sorridere davanti a queste cose. Joyce no. Il fatto che si trattasse solo di una ragazza innamorata e avventata non faceva alcuna differenza. Quello che si doveva giudicare in quel luogo era la situazione legale, con le emozioni umane ad essa collegate.
Secoli addietro, Il Messire aveva creato questa società, parlando per mezzo dei suoi Profeti, ed era questa società che Joyce stava difendendo qui, proprio come centinaia di Giudici la difendevano ogni giorno in tutto il Paese.
Vi erano individui degni di matrimonio e individui che non lo erano. Alcuni con le capacità mentali per governare, amministrare, giudicare e scegliere i malati da guarire e altri che non avevano tali capacità. Il concetto che tutti gli uomini fossero uguali, era stato da lungo tempo screditato.
I crudi fatti della vita dimostravano che il talento e le capacità mentali erano ereditari. Alcuni esseri umani erano più adatti di altri a giudicare che cosa fosse meglio per l’intera razza umana, ma con il matrimonio senza restrizioni, queste qualità superiori correvano i! grave rischio di indebolirsi.
Cercare di causare l’estinzione della gente comune sarebbe stato impossibile, il mare non si prosciuga con la carta assorbente. Ma era possibile costruire delle dighe.
Dalle ceneri e dalle fiamme del Ventunesimo Secolo, Il Messire aveva dato una risposta, e la Legge. La Legge era la diga che separava la gente comune dalle sorgenti costituite dalle famiglie.
Attraverso i suoi Profeti, Il Messire aveva ordinato le Prime Famiglie ed esse a loro volta ne avevano scelte delle altre. A tutte queste venne dato il sacramento del matrimonio e l’eredità del nome e delle proprietà per i loro figli. Per secoli, le famiglie si erano conservate; i loro componenti avevano sempre scelto mogli e mariti tra individui del loro stesso genere.
Non era necessario impedire al resto del popolo di avere figli. Il lavoro di tutti i giorni non richiedeva né talento né intelligenza superiore.
Da molti anni ormai non si era più resa necessaria l’applicazione forzata della Legge del Messire. Non che la gente fosse empia o eretica. Piuttosto, come esseri umani, erano inclini a commettere degli errori. Nelle loro menti non disciplinate, il significato e lo scopo della Legge a volte perdevano chiarezza.
Ma nonostante questa naturale condiscendenza, se il giovane Normandy fosse stato più sciocco e non avesse dato peso all’incidente, alcuni membri del popolo avrebbero potuto erroneamente essere indotti a ritenere che tale comportamento fosse ammissibile. Si sarebbe creato un precedente. E se in seguito dopo quello, si fosse lasciato impunito qualche altro errore, ci si sarebbe allontanati di un altro passo dalla Legge. E poi un altro passo ancora…
L’anarchia. E la diga sarebbe stata ulteriormente erosa.
Joyce guardò l’Imputata con aria torva. Avrebbe preferito che non fosse una ragazza.
Blanding finì di leggere i capi d’accusa e si fermò, rivolgendo un cenno a Joyce.
Joyce abbassò ancora lo sguardo sull’Imputata, in parte per studiarla con maggiore attenzione, ed in parte perché questo conferiva importanza al suo giudizio.
Il tremito della ragazza confermò la sua prima impressione. Non aveva senso andare per le lunghe. La conclusione più rapida era la migliore.
— Grazie, Giudice — disse a Blanding. Si rivolse all’Imputata.
— Ragazza, abbiamo sentito le accuse. Il Giudice Blanding ripeterà ora il cerimoniale del Processo, in modo che nella tua mente non rimangano dubbi riguardo ai tuoi diritti.
— Il Messire è tuo giudice — le disse Blanding in tono solenne. — Il verdetto che qui emetteremo non è definitivo. Se desideri appellarti, è a Lui che devi rivolgerti.
La folla si agitò, come sempre giunti a questo punto. Joyce vide molti toccare l’immagine che portavano al collo.
— Prenderemo una decisione sul tuo caso, e ognuno di noi valuterà separatamente il grado della tua colpevolezza. Quando avremo raggiunto un verdetto, le nostre opinioni individuali stabiliranno quale grado di appello terreno ti sarà concesso.
Joyce lanciò una rapida occhiata alla ragazza. Stava guardando Blanding, con le mani strette intorno alla ringhiera del suo banco, e con le braccia tese.
— Se il tuo caso è stato travisato di fronte a questa Corte, Il Messire interverrà in tuo favore. Se sei innocente, non hai nulla da temere.
Finita la sua esposizione, fece una pausa e guardò al di sopra delle teste della folla.
Joyce fece un passo indietro e vide che Pedersen e Kallimer stavano guardando le sue mani, nascoste alla vista della folla. Lui segnalò un verdetto di «Completamente Colpevole». Dare alla ragazza un’arma con cui difendersi sarebbe stato ridicolo. Se per caso le fosse riuscito di sparare, l’avrebbe senz’altro mancato, e magari avrebbe ferito qualcuno tra il pubblico. Era meglio liquidare il caso rapidamente, e con efficienza. La cosa doveva finire qui.
Con sua grande sorpresa, vide che Kallimer gli rispondeva con il segnale di «riesaminare».
Joyce lo guardò. Si sarebbe aspettato una cosa simile da Blanding, ma un uomo dell’intelligenza di Kallimer avrebbe dovuto trarre le giuste conclusioni.
Forse l’Associazione Forense aveva agito saggiamente assegnandogli questo processo invece di lasciare che fosse qualche giudice minore ad occuparsene. Aveva avuto dei dubbi, ma questo li cancellava.
Senza guardare Kallimer, ma mostrandogli chiaramente la sua rabbia con i muscoli della mascella contratti, Joyce segnalò «Categorico!».
Kallimer sospirò impercettibilmente, e la sua «acquiescenza» venne confermata dalle dita piegate, come se volesse trasmettere nel contempo la propria rassegnazione.
Ancora furioso, ma cercando di controllare la voce, Joyce tornò a guardare di fronte a sé.
— Giudice Blanding, avete raggiunto un verdetto? — Mosse leggermente la spalla sinistra.