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Il giorno seguente, destato dal dolore alla spalla e dall’altro dolore, più profondo, dentro di me, montai sul cassero. Il cielo si era coperto e il vento aveva rinforzato; il mare era gelido e verde e macchiato di bianco in lontananza, verso l’orizzonte plumbeo. Gli alberi scricchiolavano e il sartiame fischiava. Restai un’ora a guardare avanti, avvolto dal vento freddo che acquietava il dolore.
Quando udii un passo dietro di me, non mi volsi, sapevo che era Rovic. Stette accanto a me per qualche tempo a capo scoperto. Notai che cominciava ad avere dei capelli grigi.
Infine, sempre senza guardarmi, stringendo gli occhi nel vento che ci rubava le lacrime, disse: — Sono stato fortunato, quel giorno, di poter parlare con Froad. Era addolorato, ma ammise che avevo ragione. Ti ha parlato di questo?
— No — risposi.
— Del resto nessuno di noi ha molta voglia di parlarne — osservò Rovic. E dopo una pausa: — Non temevo l’eventualità che Guzan o chiunque altro s’impadronisse della Nave e cercasse di diventare un conquistatore: noi di Montalir sapremmo come superare un tal frangente. Né avevo paura degli abitanti del Paradiso, perché quel povero piccolo uomo poteva dire soltanto la verità: non ci avrebbero mai combattuti… non di loro iniziativa. Ci avrebbero portato doni preziosi, ci avrebbero insegnato le loro arti esoteriche e ci avrebbero permesso di visitare le loro stelle.
— Allora, perché? — esclamai.
— Un giorno i successori di Froad daranno una risposta ai misteri dell’Universo — disse. — Un giorno i nostri discendenti si costruiranno da sé le loro Navi Celesti e andranno a raggiungere il loro destino, qualunque esso sia.
La schiuma si levava tutt’intorno a noi, spruzzandoci. Sentii il sale sulle labbra.
— Nel frattempo — disse Rovic — navigheremo i mari del mondo, ne calcheremo le montagne, lo esploreremo, lo domineremo e giungeremo a comprenderlo. Capisci, Zhean? Questo ci sarebbe stato impedito dalla Nave.
Allora anch’io potei sfogare il mio pianto. Ed egli mi posò una mano sulla spalla sana, mentre la Cerva d’oro, tutte le vele al vento, solcava la sua via verso occidente.