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— Voglio saperlo, devo saperlo.
— Spiacente.
— Spiacente non basta. Dì ancora qualcosa.
— Ho detto tutto.
— No. Abbiamo bisogno di Karaghiosis.
— Chi ne ha bisogno?
— La Radpol. Io.
— Perché, di nuovo?
— Hasan è quasi vecchio come il Tempo. Karaghiosis è più vecchio. Hasan lo conobbe, se ne ricorda, e ti ha chiamato «Karaghiosis». Tu sei Karaghiosis, l’uccisore, il difensore della Terra; e noi abbiamo bisogno di te, adesso. Moltissimo. È giunto l’Armageddon: silenzioso, sulle ali di un libro di viaggio. Il vegano deve morire. Non esiste alternativa. Aiutaci a fermarlo.
— Cosa volete da me?
— Lascia che Hasan lo distrugga.
— No.
— Perché no? Cosa rappresenta quell’essere, per te?
— Proprio niente. In effetti mi è molto antipatico. Ma cosa rappresenta per voi?
— Il nostro distruttore.
— Allora dimmi perché, e come, e forse ti darò una risposta migliore.
— Non posso.
— Perché?
— Perché non lo so.
— Allora buonanotte. È tutto.
— Aspetta! Non lo so davvero; ma l’ordine è giunto da Taler, dalla sezione locale della Radpol: deve morire. Il suo libro non è un libro, lui non è un solo essere, ma parecchi. Non so cosa questo significhi, ma in passato i nostri agenti non hanno mai mentito. Tu sei vissuto su Taler, sei vissuto su Bakab e su un’altra dozzina di mondi. Tu sei Karaghiosis, e sei stato tu stesso a creare l’organizzazione spionistica. Adesso conosci il loro messaggio e non gli presti attenzione. Ti ripeto che hanno detto che deve morire. Lui rappresenta la fine di tutto quello per cui abbiamo combattuto. Dicono che è venuto a compiere un’ispezione che deve essere impedita. Conosci il codice. Denaro contro la Terra. Ulteriori sfruttamenti vegani. Non potevano essere più specifici di così.
— Mi spiace. Mi sono impegnato a difenderlo. Dammi una ragione migliore, e forse ti darò una risposta migliore. E Hasan ha cercato di uccidermi.
— Doveva soltanto fermarti, metterti nell’impossibilità di proteggere il vegano perché noi potessimo distruggerlo.
— Non basta; non basta, no. Non ammetto nulla. Riprendi la tua strada. Dimenticherò tutto.
— No, devi aiutarci. Cos’è la vita di un vegano per Karaghiosis?
— Non permetterò la sua distruzione senza un motivo preciso e sufficiente. Sinora non mi hai mostrato nulla.
— È tutto quello che so.
— Allora buonanotte.
— No. Tu hai due profili. Dalla destra sei un semidio; dalla sinistra un demone. Uno dei due ci aiuterà, deve aiutarci. Non m’interessa se sarà il semidio o il demone.
— Non cercate di fare del male al vegano. Lo proteggeremo.
Rimanemmo seduti. Lei prese una delle mie sigarette, e fumammo.
— … Odiarti — disse dopo un po’. — Dovrebbe essere facile, ma non ci riesco.
Tacqui.
— Ti ho visto molte volte, altero nella tua Uniforme Nera, a bere rum come fosse acqua, sicuro di qualcosa di cui non parli mai, arrogante della tua forza. Ti butteresti a corpo morto a lottare contro qualunque cosa si muova, non è vero?
— Non contro le formiche rosse o i calabroni.
— Hai un qualche piano generale di cui noi non sappiamo niente? Diccelo, e ti aiuteremo a realizzarlo.
— È un’idea tua che io sia Karaghiosis. Ti ho spiegato perché Hasan mi ha chiamato con quel nome. Phil conosceva Karaghiosis, e tu conosci Phil. Ti ha mai detto qualcosa del genere?
— Sai che no. È amico tuo, e non tradirebbe mai la tua fiducia.
— Oltre al nome con cui m’ha chiamato Hasan, esiste qualche altra prova della mia presunta identità?
— Non esiste alcuna descrizione registrata di Karaghiosis. Sei stato piuttosto preciso.
— Allora è tutto a posto. Vattene, e non disturbarmi più.
— No. Per favore.
— Hasan ha cercato d’uccidermi.
— Sì. Deve aver pensato che era più facile ucciderti che tenerti fuori dai piedi. Dopo tutto sa più cose di te, di quante ne sappiamo noi.
— Allora perché mi ha salvato dal boadrillo, oggi?
— Preferirei non dirtelo.
— Allora vattene.
— No, te lo dirò. L’assagai era l’unica cosa a portata di mano. Non è ancora molto abile nel maneggiarla. Non stava cercando di colpire il boadrillo.
— Oh.