123823.fb2 Io, Nomikos, limmortale - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 34

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Mi portai le mani al fianco e mi rizzai, lentamente.

Un centimetro più in su o più in giù e m’avrebbe rotto qualche osso. Così, faceva solo un male infernale.

Mi massaggiai, e mossi il braccio destro per vedere come funzionavano i muscoli della zona colpita. Tutto okay.

Poi raccolsi la fionda e infilai una pietra.

Questa volta avrei fatto centro. Lo sentivo.

Girò e girò nell’aria e si lanciò veloce in avanti.

Hasan crollò, afferrandosi la coscia sinistra.

Dos Santos lo raggiunse. Si parlarono.

Il mantello di Hasan aveva smorzato il colpo e lo aveva in parte deviato. La gamba non era spezzata. Avrebbe continuato, non appena fosse stato in grado di reggersi nuovamente in piedi.

Per cinque minuti si massaggiò la coscia, poi si rialzò. Intanto il dolore che sentivo s’era trasformato in una pulsazione sorda.

Hasan scelse la sua terza pietra.

L’infilò lentamente; con cura…

Prese la mira. Poi perforò l’aria con la fionda…

E intanto avevo la netta sensazione, che continuava a crescermi in mente, di dovermi chinare un pochino di più a destra. Così mi spostai.

Hasan fece fare l’ultimo giro e scagliò il proiettile.

Mi graffiò sul fungo e mi lacerò l’orecchio sinistro.

D’improvviso mi trovai con la guancia bagnata.

Ellen gridò, brevemente.

Un pochino più a sinistra, comunque, e non sarei stato lì a sentirla.

Toccava di nuovo a me.

Dura, grigia, la pietra sapeva di morte…

Sarò io, sembrava dire.

Era una di quelle sensazioni premonitorie per cui io ho il massimo rispetto.

Mi detersi il sangue dalla guancia. Infilai la pietra.

Sul mio braccio destro, mentre lo alzavo, cavalcava la morte. Anche Hasan lo sentiva, perché sobbalzò. Potevo accorgermene nonostante la distanza che ci separava.

— Rimanete esattamente dove vi trovate, e abbassate le armi — disse la voce.

Lo disse in greco, sicché solo Phil e Hasan ed io capimmo, di certo. Forse anche Dos Santos e Parrucca Rossa. Non ne sono ancora sicuro.

Ma tutti noi capimmo il fucile automatico che l’uomo reggeva, e le spade e clave e coltelli delle tre dozzine circa di uomini e semi-uomini che gli stavano dietro.

Erano Kouretes.

I Kouretes sono una brutta faccenda.

Riescono sempre ad avere la loro razione di carne.

Arrostita, di solito.

Ma anche fritta, ogni tanto.

O bollita, o cruda…

L’unica arma da fuoco sembrava in possesso del tipo che aveva parlato. E io avevo una manciata di morte che mi ruotava velocemente sopra le spalle. Decisi di fargli un regalino.

La sua testa esplose quando scagliai la pietra.

— Uccideteli! — gridai, e cominciammo a darci da fare.

George e Diane furono i primi ad aprire il fuoco. Poi Phil trovò una pistola. Dos Santos corse verso il suo zaino. Anche Ellen arrivò lì di corsa.

Hasan non aveva aspettato il mio ordine per cominciare ad uccidere. Le uniche armi che lui ed io avevamo erano le fionde. Ma i Kouretes erano più vicini di cinquanta metri, e inoltre erano una formazione massiccia. Riuscì a farne cadere due con un paio di colpi ben piazzati, prima che ci volassero addosso. E anch’io ne beccai un altro.

Poi furono a metà della radura, calpestando i corpi di quelli che erano morti o caduti, urlando mentre ci arrivavano sopra.

Come ho detto, non erano tutti umani: ce n’era uno alto e magro con un paio d’ali da un metro coperte di piaghe, e c’erano due microcefali con tanti capelli da sembrare senza testa, e c’era un tipo che probabilmente era una coppia di gemelli siamesi, e c’erano parecchi steatopigi, e tre mostruosi bruti giganteschi che continuavano ad avanzare nonostante le pallottole che gli si erano infilate nel petto e nell’addome; uno dei tre aveva mani che dovevano essere lunghe una cinquantina di centimetri e larghe una trentina, e un altro sembrava afflitto da qualcosa di simile all’elefantiasi. Per il resto, alcuni erano ragionevolmente umani in quanto a forma, ma parevano tutti feroci e rabbiosi, e indossavano degli stracci oppure erano nudi del tutto e non erano rasati, e per di più puzzavano.

Scagliai un’altra pietra e non ebbi nemmeno la possibilità di vedere dov’era finita, perché ormai m’erano addosso.

Cominciai a sferrare calci, a darmi da fare con piedi, dita, gomiti; non mi comportai troppo da gentiluomo. Il fuoco delle armi rallentò, s’interruppe. Ogni tanto bisognava fermarsi per ricaricare, e a volte si bloccavano anche. Il dolore al fianco era insopportabile. Eppure riuscii ancora a farne volar giù tre, prima che qualcosa di grosso e pesante mi colpisse in testa. Caddi a terra come solo un morto può cadere.

Trovarsi in un posto tanto caldo da soffocare…

Trovarsi in un posto tanto caldo da soffocare, che puzza come una stalla…

Trovarsi in un posto scuro e tanto caldo da soffocare, che puzza come una stalla…

… Non è proprio l’ideale per raggiungere la pace dello spirito, o rimettersi a posto lo stomaco, o riprendere le attività sensorie in modo decente ed accettabile.

C’era una puzza e un caldo bestiale, e io non avevo troppa voglia d’osservare da vicino il pavimento lurido; è solo che mi trovavo in una posizione maledettamente buona per farlo.

Grugnii, feci un censimento delle mie ossa, e mi misi a sedere. Il soffitto era basso, e s’abbassava ancora di più prima d’arrivare al punto d’incontro col muro posteriore. L’unica finestra che dava sull’esterno era piccola e sbarrata.

Ci trovavamo nel retro d’una baracca di legno. C’era un’altra finestra sbarrata sul muro opposto. Ma non guardava fuori; guardava dentro. Aldilà d’essa si trovava una stanza più grande, e George e Dos Santos erano lì a parlare attraverso la finestra con qualcun altro che si trovava dall’altra parte. Hasan giaceva svenuto o morto a qualche metro da me; aveva un po’ di sangue secco sulla testa. Phil e Myshtigo e le ragazze parlavano piano, nell’angolo opposto a dove mi trovavo io.