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— Certo.
— I procedimenti sinattici possono essere registrati ed identificati come impulsi motorii, immissioni sensorie e loro procedimento… ed infine, almeno in teoria, come pensieri di per se stessi — Chrisoula era divenuta decisamente pedante. — Ma lo studio consiste nell’accumulare faticosamente dati, interpretarli, e poi correlare le interpretazioni con le risposte verbali. Il risultato ottenuto, quale che sia, può essere immesso in un programma di computer sotto forma di mappa n-dimensionale da cui possono essere ricavati dati. Ulteriori dati possono derivare dall’interpolazione.
— Whe-ew! — esclamò l’uomo. — Va’ avanti.
— Sono nel giusto fino a questo punto? Non mi aspettavo di esserlo.
— Ecco, naturalmente tu stai tentando di esprimere in poche parole concetti che richiederebbero interi volumi di matematica e logica simbolica per essere esposti con proprietà. Però, stai facendo meglio di quel che saprei fare io stesso.
— Allora continuerò. Di recente, sono stati inventati sistemi in grado di effettuare corrispondenze fra mappe differenti, e quindi di trasformare i tracciati che costituiscono i pensieri di una mente nei tracciati di pensiero di un’altra mente. Inoltre, è divenuto possibile effettuare trasmissioni fra sistemi nervosi: un tracciato può essere individuato, tradotto mediante un passaggio nel computer e poi indotto elettromagneticamente nel cervello ricevente. Questo non porta alla telepatia?
— M-m-m… in modo estremamente rozzo — borbottò Hugh, frenandosi dallo scuotere la testa. — Anche due umani che parlino la stessa lingua e si conoscano profondamente a vicenda ottengono così soltanto informazioni parziali… messaggi semplici e carichi di distorsioni, un basso livello di trasmissione ed una notevole lentezza. E quanto peggiora la cosa quando la si tenta con una forma di vita diversa! Bastano le semplici differenze di linguaggio, per non parlare della struttura neurologica, della chimica…
— Eppure ci state provando, e con un certo successo, stando a quanto ho sentito.
— Ecco, abbiamo compiuto una certa quantità di progressi sulla terraferma sia con dromidi che con uranidi. Ma, credimi, «una certa quantità» è un’affermazione di sopravvalutazione della realtà dei fatti.
— Adesso ci state provando su Hansonia, dove le culture locali vi sono del tutto aliene. In effetti, le specie di uranidi… Ma, perché? Non state accrescendo inutilmente le vostre difficoltà?
— Sì… cioè, aggiungiamo innumerevoli problemi, ma non è una cosa inutile. Vedi, la maggior parte dei nativi cooperanti ha trascorso la vita intera a contatto con gli umani, e molti di loro sono soggetti di studio professionali, i dromidi in cambio di una paga tangibile; gli uranidi per la soddisfazione psicologica che ne traggono e per il divertimento. Sono individui sradicati dal loro contesto, e che spesso non hanno la minima idea del motivo per cui i loro compagni di razza «selvatici» facciano una qualche cosa. Noi volevamo scoprire se era possibile sviluppare il sondaggio mentale fino a trasformarlo in un mezzo d’apprendimento che ci consenta di imparare qualcosa di più della neurologia, e, per fare questo, avevamo bisogno di esseri che fossero relativamente… uh… incontaminati. Dio sa se Nearside non sia pieno di zone vergini, ma qui c’era già Port Kato, istituito per lo studio intensivo di una regione che è sia isolata sia definita chiaramente, e così Jan ed io abbiamo deciso che tanto valeva includere il sondaggio mentale nel nostro programma di ricerche. — Lo sguardo di Hugh si spostò verso l’immensità di Argo ed indugiò su di esso. — Per quanto ci riguarda — aggiunse a bassa voce, — questo è per noi solo un mezzo in più per cercare di scoprire come mai qui uranidi e dromidi sono in guerra fra loro.
— Si uccidono a vicenda anche altrove, non è vero?
— Sì, ed in svariati modi e per un’ampia varietà di motivi, per quanto possiamo stabilire. Permettimi di farti osservare, a titolo di cronaca, che io non concordo con la teoria per cui si possono acquistare informazioni in merito a questo pianeta mangiando chi le fornisce. Tanto per cominciare, ti posso dimostrare che sono preponderanti le aree in cui dromidi ed uranidi sembrano coesistere pacificamente. — Hugh scrollò le spalle. — Sulla Terra, le nazioni non sono mai state identiche fra loro. Perché dovremmo aspettarci che su Medea le cose siano uguali dovunque?
— Tuttavia, hai detto che in Hansonia c’è la guerra.
— È il termine migliore cui mi riesce di pensare. Oh, nessuno dei due gruppi possiede un governo in grado di emettere una formale dichiarazione. Ma rimane il fatto che sempre di più nell’ultimo ventennio… il tempo a partire dal quale gli umani hanno iniziato le loro osservazioni, ma forse anche in precedenza… i dromidi si sono dimostrati decisi ad uccidere gli uranidi, addirittura a spazzarli via! Gli uranidi sono pacifisti, ma si difendono, talvolta con misure attive quali le imboscate. — Hugh fece una smorfia. — Ho intravisto parecchie lotte ed esaminato le conseguenze di un numero anche maggiore di scontri, e non erano piacevoli. Se noi di Port Kato potessimo fare da mediatori di pace… ebbene, io credo che già solo questo fatto sarebbe sufficiente a giustificare la presenza umana su Medea.
Anche se stava cercando di far colpo sulla ragazza con la propria gentilezza d’animo, Hugh non era un ipocrita; d’altro canto, essendo una persona pragmatica, si era più volte chiesto se gli umani avessero il diritto di trovarsi là. Gli studi scientifici a lungo raggio erano impossibili senza una colonia autosufficiente, il che a sua volta implicava un minimo di popolazione, la maggior parte dei cui membri non erano scienziati. Lui stesso, per esempio, era figlio di un minatore, ed aveva trascorso la sua fanciullezza in zone dell’interno. Era vero che quell’insediamento non era destinato ad ingrandirsi ulteriormente e che la maggior parte della superficie di quella grossa luna era abbastanza ostile alla sua razza da far apparire improbabile una più vasta espansione, tuttavia… se non altro, soltanto con la loro presenza, i Terrestri avevano già dato apporti irreversibili ad entrambe le razze.
— Non puoi chiedere loro perché combattono?
— Oh, certo, lo possiamo chiedere — replicò Hugh, con un sorriso asciutto. — Ormai abbiamo appreso le lingue locali quanto basta per una conversazione semplice. Però, quanto è profonda la nostra comprensione?
«Ascolta, io sono lo specialista dei dromidi, e Jan è quella degli uranidi, ed entrambi abbiamo lavorato duramente nel tentativo di conquistarci l’amicizia di singoli individui. Le cose sono più difficili per me perché i dromidi non sono disposti a venire a Port Kato fintanto che esiste il rischio che vi possa capitare un uranide. Ammettono di essere obbligati da un qualche dovere ad uccidere gli uranidi… ed anche a mangiarli, tra parentesi, il che costituisce soprattutto un atto simbolico. I dromidi riconoscono tuttavia che un simile atto sarebbe una violazione della nostra ospitalità, e pertanto devo andare a trovarli nei loro accampamenti e covi. Nonostante questo mio problema, Jan ammette di non aver fatto più progressi di quanti ne abbia conseguiti io, e siamo entrambi molto perplessi.
— Cosa dicono gli autoctoni?
— Ecco, ciascuna delle due specie ammette che le due razze usavano vivere amichevolmente insieme… con pochi, anzi con nessun contatto diretto, ma con un considerevole interesse reciproco. Poi, venti o trent’anni fa, un numero sempre maggiore di dromidi non era più riuscito a riprodursi, ed un numero sempre maggiore di gravidanze si era interrotto prima del termine, causando la morte dei piccoli. I capi avevano deciso che la colpa era degli uranidi e che dovevano essere sterminati.
— Perché?
— Una questione di fede. Non esiste nessun motivo razionale che mi sia riuscito d’individuare, anche se ho intuito le motivazioni, fondate sulla ricerca di un capro espiatorio. I nostri patologi sono alla ricerca della cuasa effettiva del fenomeno, ma puoi immaginare quanto tempo ci potrebbe volere, e nel frattempo attacchi ed uccisioni continuano.
— Sono forse gli uranidi mutati in qualche modo? — chiese Chrisoula, fissando il suolo polveroso. — In questo caso, i dromidi sarebbero potuti saltare ad una conclusione del tipo post hoc, propter hoc.
— Huh? — fece Hugh, poi, dopo che la ragazza gli ebbe spiegato, scoppiò a ridere. — Temo di non essere un tipo colto. I topi di roccia e gli scorridori di cespugli fra cui sono cresciuto rispettano il sapere… non sopravviveremmo su Medea senza il sapere… ma non pretendono di possederne molto essi stessi. Mi sono interessato alla xenologia perché da bambino avevo un amico dromide e ho seguito quel lei-lui attraverso il suo intero ciclo, da femminile a maschile ed a postsessuale. Ha fatto presa sulla mia immaginazione… una forma di vita così aliena.
Il suo tentativo di volgere la conversazione su argomenti più personali non ebbe successo.
— Cos’hanno fatto gli uranidi? — insistette la ragazza.
— Oh… hanno acquisito una nuova… no, non una nuova religione, perché questo implica uno speciale settore della vita, non ti pare, e gli uranidi non dividono in settori le loro vite. Chiamala una nuova Via, un nuovo Tao. Esso implica come conclusione il volare sul vento dell’est oltre l’oceano per morire nel gelo del Farside: in qualche modo, questo concetto è trascendente, ma, per favore, non mi chiedere come o perché. E non mi riesce di capire, come non lo capisce neppure Jan, perché i dromidi considerino questo atto una cosa terribile a farsi da parte degli uranidi. Io ho qualche opinione in merito, ma sono solo supposizioni. Jan dice scherzando che sono fanatici nati.
— Abissi culturali — annuì Chrisoula. — Supponiamo che un materialista moderno e dotato di poca empatia disponesse di una macchina del tempo e ritornasse all’epoca del Medio Evo sulla Terra, per cercare di scoprire cosa animava una Crociata o una Jihad: la cosa gli sembrerebbe priva di scopo, ed indubbiamente arriverebbe alla conclusione che tutte le persone coinvolte erano pazze e che la sola via alla pace era la totale vittoria di una delle due fazioni sull’altra. Cosa che non è affatto esatta, come sappiamo oggi.
Hugh si rese conto che quella donna la pensava quasi come sua moglie.
— Non potrebbe essere — continuò la ragazza, — che l’influenza umana abbia provocato questi cambiamenti, forse indirettamente?
— Potrebbe darsi — ammise Hugh. — Gli uranidi viaggiano molto, naturalmente, quindi quelli che vivono su Hansonia potrebbero aver raccolto storie di seconda o terza mano in merito al Paradiso, storie originate dagli umani. Ritengo che sarebbe per loro naturale supporre che il Paradiso si trovi nella direzione in cui tramonta il sole. Non che nessuno abbia mai cercato di convertire un nativo, ma i nativi hanno talvolta chiesto quali siano le nostre concezioni, e gli uranidi hanno la tendenza a creare miti, che li potrebbe portare ad impadronirsi di qualsiasi concetto, e sono anche estatici, perfino riguardo alla morte.
«Invece, a quanto ho sentito dire, i dromidi sono portati a sviluppare in brevissimo tempo nuove religioni militanti. Quindi su quest’isola sta succedendo che una di queste religioni si è rivolta contro gli uranidi, non ti pare? Tragico… anche se non mi sembra molto diverso dalle persecuzioni che si sono viste sulla Terra.
«Comunque, non potremo essere d’aiuto fino a che non avremo raccolto maggiori cognizioni, cosa che Jan ed io stiamo cercando di fare. Per lo più seguiamo le solite procedure, studi sul campo, osservazioni, interviste e così via, ma stiamo sperimentando anche con il sondaggio mentale, e stanotte effettueremo il test più completo sviluppato finora.
— Cosa farete? — chiese Chrisoula, ergendosi sulla persona, affascinata.
— Probabilmente collezioneremo un fallimento. Sei una scienziata anche tu, e sai quanto rare siano le effettive scoperte importanti: stiamo solo avanzando lentamente. — Vedendo che la ragazza rimaneva in silenzio, Hugh prese fiato e continuò: — Per essere esatti, Jan ha coltivato i rapporti con un uranide «selvaggio», ed io quelli con un dromide «selvaggio». Li abbiamo persuasi a portare una sonda mentale miniaturizzata trasmittente, e stiamo lavorando con loro per sviluppare la nostra capacità di comprensione. Quel che riusciamo a ricevere e ad interpretare non è molto, e gli occhi e gli orecchi ci forniscono una quantità di materiale molto maggiore; tuttavia, queste sono informazioni speciali, supplementari.
«La situazione effettiva? Oh, i nostri nativi portano un’unità grossa quanto un bottone incollata alla testa, se di testa si può parlare a proposito di un uranide. Una cellula al mercurio fornisce l’energia, e l’unità trasmette segnali di riconoscimento su una banda radio… sono micro-watts, ma facili da localizzare. La trasmissione dei dati richiede naturalmente una banda molto ampia, ed è quindi su un raggio ultravioletto.
— Cosa? — Chrisoula era stupita. — Ma questo non è pericoloso per i dromidi? Mi è stato insegnato che essi, essendo quasi animali, si devono riparare quando il sole è caldo.
— È un raggio tanto debole da essere sicuro, anche a causa dei limiti energetici — replicò Hugh. — Ovviamente, è limitato alla linea visiva ed a pochi chilometri attraverso l’aria. Quanto a questo, i nativi di entrambe le razze ci hanno detto di essere in grado di individuare la fluorescenza del gas lungo il cammino. Non che lo descrivano in questo modo, però!
«Così, Jan ed io siamo usciti con velivoli separati. Ci teniamo tanto in alto da non poter essere visti ed attiviamo le trasmittenti con un segnale, quindi ci «sintonizziamo» sui nostri individuali soggetti per mezzo degli amplificatori e dei computers. Come ho detto, fino ad oggi abbiamo ottenuto risultati alquanto limitati: è un tipo di telepatia estremamente povero. Questa notte abbiamo progettato uno sforzo intensivo perché accadrà un fenomeno importante.
— Avete tentato di trasmettere qualcosa ad un nativo, invece di limitarvi a ricevere? — domandò Chrisoula, invece di chiedere subito di che fenomeno si trattasse.
— Cosa? No, nessuno lo ha fatto. In primo luogo, non vogliamo che si rendano conto che vengono sondati mentalmente, perché questo forse condizionerebbe il loro comportamento. D’altro canto, nessun medeano possiede qualcosa di simile ad una cultura scientifica, e dubito che riuscirebbero a comprendere il concetto.
— Davvero? Con il loro elevato livello metabolico, credevo fossero in grado di pensare più in fretta di noi.
— Sembra che lo facciano, anche se non saremo in grado di effettuare misurazioni fino a quando avremo migliorato il sondaggio mentale al punto di riuscire a decodificare il pensiero verbale. Tutto quello che abbiamo identificato fino ad ora sono le impressioni sensorie. Ritorna fra un centinaio d’anni e forse qualcuno sarà in grado di risponderti.
Il discorso era diventato talmente accademico che Hugh accolse piacevolmente il diversivo causato dall’apparizione di un’uranide. La riconobbe nonostante fosse più grande del normale, il suo globo disteso con l’idrogeno fino a misurare un diametro di quattro metri, il che rendeva rado il pelame che copriva la pelle ed alterava il bagliore madreperlaceo della creatura. Nonostante questo, essa costituiva uno spettacolo piacevole mentre sorvolava le cime degli alberi controvento e poi verso il basso. I filamenti prensili ondeggiavano sotto di lei in configurazioni varianti per aiutare la creatura a pilotare il suo nuoto a propulsione attraverso l’aria, e la creatura non meritava certo la definizione di «medusa volante»… Hugh si sentì portato a simpatizzare con l’attrazione che Jannika provava per quella razza.
— Ti voglio presentare un personaggio locale — suggerì a Chrisoula, alzandosi in piedi. — Conosce un po’ d’inglese, ma non aspettarti di capire subito la sua pronuncia. Probabilmente è venuta per concludere un piccolo scambio prima di raggiungere il suo gruppo per la grossa faccenda di stanotte.
— Uno scambio? — La ragazza si alzò a sua volta.
— Sì. Niallah risponde alle domande, racconta leggende, canta canzoni, esegue manovre, fa tutto quello che chiediamo, ma dopo dobbiamo suonare un po’ di musica umana per lei, di solito Schònberg. Le piace molto Schönberg.
— Correndo lungo la cima di una collina, Erakoum osservò Sarhouth stagliarsi chiaramente contro Mardudek. La Luna stava crescendo verso la pienezza mentre attraversava quel bagliore nerastro; il suo disco era rimpicciolito dal corpo enorme alle sue spalle, ed appariva più piccolo, all’occhio, della macchia che era anch’essa entrata nella visuale; la sua fredda luminescenza era stata già da parecchio tempo quasi del tutto soffocata, quando la luna aveva superato una delle cinture che mutevolmente circondavano Mardudek. Quelle cinture divenivano luminose quando faceva buio, ed i pensatori come Yasari ritenevano che esse riflettessero la luce dei soli.