124279.fb2 La pietra della Luna - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 24

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Childes allungò la mano indeciso, poi la ritrasse. «Non credo di volerlo fare.»

Overoy si alzò e gli portò la busta. «Questa tortura mentale finì solo quando trovammo l’assassino, l’ultima volta.»

«No. Quando si è ucciso. Io seppi che era finita esattamente in quel momento.»

«E adesso cosa sente? Il maniaco è morto nell’incendio?»

«Io… io credo di no.»

«Allora prenda la busta, tocchi quello che c’è dentro.»

Ancora titubante Childes prese la busta. Rabbrividì, come sfiorato da una leggera scarica elettrica. L’oggetto sembrava leggerissimo.

Aprì la busta e vi frugò dentro col pollice e l’indice. Sentiva qualcosa di piccolo, piccolo e tondo, e liscio.

Childes estrasse una piccola pietra chiara e ovale. Mentre la teneva sul palmo della mano vide un lampo azzurro dentro la forma argentea, un fuoco azzurro dentro l’oggetto iridescente.

Childes ondeggiò e Overoy lo prese per una spalla, ritraendo immediatamente la mano come se avesse preso la scossa. L’ispettore fece un passo indietro e vide i capelli di Childes rizzarsi e muoversi come se fossero percorsi da una scarica elettrica.

Un formicolio pervase completamente il corpo di Childes, scuotendolo, facendogli scoppiare i nervi. Tremava senza più controllo. Un fulmine di luce fredda gli toccò la mente. Si sentì sorpreso, ma non era solo sua la sorpresa, era anche di un altro. Qualcosa di putrido sembrò insinuarglisi in testa. Degli occhi lo guardavano, ma come da dentro se stesso. La mano si chiuse attorno alla pietra fino a farsi penetrare le unghie nella pelle.

Sentiva LA COSA…

* * *

…e LA COSA sentì lui…

* * *

«Era una pietra di luna» disse Childes a Amy. «Una minuscola pietra di luna che era stata messa nel corpo della prostituta. Overoy mi ha detto che ce n’era un’altra nel corpo del bimbo.»

Amy era seduta in terra ai piedi di Childes con un braccio poggiato sulle sue ginocchia, il viso ansioso sollevato verso di lui. Lui si adagiò sullo schienale del divano, un bicchiere di whisky posato in grembo. Aveva bevuto di continuo da quando il poliziotto se n’era andato due ore prima. L’alcool però non aveva avuto alcun effetto cablante, tanto che si chiedeva se il cervello non fosse tanto sconvolto dall’esperienza avuta da non sentire più nulla.

«E non ne è stata trovata un’altra all’ospedale dopo l’incendio?»

«C’erano troppi danni per poter trovare un oggetto tanto piccolo.»

«Eppure questo Overoy ti ha creduto quando gli hai detto che si trattava sempre della stessa persona.»

«Ha imparato a fidarsi già dall’altra volta, anche se non gli è stato facile.»

Childes sorseggiò il whisky; il sapore era amaro, ma il liquido ardente aiutava a sciogliere quel gelo che sentiva ancora dentro di sé. «È sempre la stessa immagine che ogni tanto mi appare, Amy, un biancore tremolante, come una luna che passa dietro le nubi. C’era anche in un incubo che ho avuto.»

«E non hai idea di che cosa significhi?»

«Nessuna, no.»

«La pietra ha provocato in te una reazione molto forte?»

Il sorriso di lui non era affatto divertito. «Ho fatto prendere a Overoy una paura fottuta, e anche a me stesso. Questa creatura, chiunque sia, qualsiasi cosa sia, mi conosce. Era qui, in questa stanza, dentro la mia testa, Amy, si cibava dei miei pensieri come un verme, un parassita. Io ho cercato di resistergli, di tenere la mente sgombra, ma era troppo potente. Mi era già avvenuta la stessa cosa un’altra volta, ma non era così irresistibile.»

«Non me lo avevi detto.»

«Cosa potevo dire? Pensavo di diventare pazzo, poi per un po’ ha smesso, mi sentivo bene, non più minacciato. Oggi è tornata, come una furia.»

«Ancora non riesco a capire perché te, Jon. Tu non sembri essere un sensitivo, a parte questi casi, anzi, non te ne importa niente di queste cose, proprio il contrario, caso mai. Scansi qualsiasi discorso sui fenomeni paranormali come se fossero tabù.»

«Abbiamo parlato altre volte di ciò che mi è accaduto.»

«Non intendevo questo. Parlavo in termini generali, dell’occulto, del sovrannaturale, cose di cui si parla abbastanza spesso ormai. Tu hai sempre cambiato discorso ogni volta che ho accennato a vampiri, fantasmi o cose del genere.»

«Roba da favole per bambini, dai!»

«Ecco, vedi, di nuovo rifiuti qualsiasi dialogo. Sembra che tu ne abbia paura!»

«Stupidaggini!»

«Davvero? Perché non mi hai mai parlato dei tuoi genitori?»

«E che razza di domanda sarebbe questa?»

«Dimmelo.»

«Sono morti tutti e due, questo lo sai, no?»

«Sì, ma perché non mi hai mai parlato di loro?»

«Mia madre quasi non me la ricordo. E morta quand’ero bambino.»

«Quando avevi sette anni, ed è morta di cancro. E tuo padre, perché non ne parli mai?»

Childes strinse le labbra. «Amy, ho già subito un interrogatorio oggi, non vorrai mica continuarlo tu? Cosa credi che sia io, il settimo figlio di un settimo figlio, una specie di stregone? Ma non vedi che è ridicolo?»

«Certo, ma io sto solamente cercando di farti aprire, Jon, di andare un po’ più a fondo. Da quando ti ho conosciuto ho sentito che stavi nascondendo qualcosa, non solo a me ma soprattutto a te stesso!» Amy adesso era arrabbiata, era la sua testardaggine sorda ad irritarla. Vedeva negli occhi di lui di aver colpito nel segno, che c’era qualcosa di vero nelle sue accuse.

«Va bene, se ti interessa così tanto, sta’ a sentire. Mio padre era un uomo pragmatico e razionale, ha lavorato per 26 anni nella stessa ditta come contabile nell’ufficio paghe e contributi, nel tempo libero faceva il predicatore laico…»

«Questo me l’avevi detto già.»

«…ed è morto alcolizzato.»

Lei si irrigidì sorpresa, ma era ancor più insistente. «D’accordo, ma non è tutto, c’è qualcosa d’altro.»

«Ma santo Dio, Amy, cosa vuoi da me?»

«Solo la verità!»

«Il mio passato non ha nulla a che fare con quello che mi sta succedendo adesso.»

«Ma tu che ne sai?»

«Odiava qualsiasi cosa avesse a che fare col misticismo o lo spirituale. Quando è morta mia madre non parlò mai di morti, non mi permetteva di andare sulla sua tomba.»