124279.fb2 La pietra della Luna - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 28

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«Mi sento una mantenuta.»

«Anch’io vorrei sentirmi così qualche volta, ma non a tutte riesce!»

«Sei di nuovo allegro.»

«È una mia buona abitudine». Si rese conto che in fondo la risposta era vera: la rimozione come allontanamento dell’irrisolvibile.

«Se mi dai un bacio mi alzo.»

«Ah sì? E per farti scendere le scale cosa ci vuole?»

«Vedi tu.»

«L’acqua sta per traboccare.»

«Qualche volta non sei affatto carino.»

«E tu non sei certo una professoressa zitellona». Le lanciò l’accappatoio. «Tra dieci minuti si mangia» Childes però non poté resistere alla tentazione di avvicinarsi al letto e baciarle labbra, collo e seno prima di scendere in cucina.

Più tardi, seduti al tavolo della cucina, lei aveva di nuovo un’aria più da scolaretta che da maestra; i capelli bagnati e l’accappatoio blu aumentavano l’effetto. Decisero il programma della giornata.

«Dovrò fare un salto a casa a prendere un po’ di roba» gli disse, mentre si dava da fare con appetito attorno a un piatto di uova strapazzate con bacon e pomodori.

«Ti accompagno se vuoi». Sorrise della sua voracità, non lo sorprendeva più che nonostante tutto quello che mangiava non perdesse mai la sua snellezza. Morse il proprio misero toast.

«Forse è meglio se vado da sola» disse Amy scuotendo la testa.

«Prima o poi dovremo affrontarci» disse lui alludendo a Paul Sebire.

«Meglio dopo che prima. Hai già abbastanza da sopportare senza aggiungerci altre grane.»

«Mi sto abituando ad averti qui.»

Lei smise di mangiare. «È… è bello… non è vero?»

«Sì. Bello, sì.»

Lei gli fece una boccaccia e riprese a mangiare. «Voglio dire che è piacevole. Tranquillo ed eccitante al tempo stesso.»

«Sì, credo di sì.»

«Tu ‘credi’ di sì?» borbottò lei continuando a masticare.

«Beh, sì. Oddio, potrebbe anche piacermi del tutto prima o poi.»

«Allora vengo a stare qui?»

Lui rimase di stucco, ma lei sembrò non accorrersene. «Potremmo fare una prova,» continuò, «vedere come va.»

«Se non ti preoccupi di tuo padre per lo meno pensa alla Piprelly: cosa pensi che farebbe se venisse a sapere che due dei suoi insegnanti vivono insieme nel peccato?»

«Almeno siamo una coppia eterosessuale, che è già un punto a nostro vantaggio. Eppoi Pip non lo saprà mai.»

«Ma come, se su quest’isola quando uno starnutisce ad un capo dell’isola dall’altro la gente prende il raffreddore. Stai scherzando, probabilmente sa già tutto di noi due.»

«Tanto meglio allora.»

Lui fece un sospiro allegro. «Beh, una differenza c’è…»

Lei posò la forchetta. «Senti, se stai cercando altre scuse…»

Lui rise. «No, no, l’idea mi sembra ottima. Solo che…»

Si bloccò. La fissava senza vederla, aveva gli occhi spalancati.

«Jon… ?» Lei si allungò oltre il tavolo per toccargli una mano. Sul fornello la macchina del caffè borbottava. Sul vetro di una finestra ronzava una mosca. Ma tutto sembrava immobile. «Cos’hai?» chiese nervosamente Amy.

Childes sbatté gli occhi. Tentò di alzarsi ma si fermò a metà e mugolò. «Oh no… no, questo no…».

Le nocche erano bianche mentre stringeva spasmodicamente il tavolo, le spalle incurvate, la testa penzoloni. Amy rabbrividì nel vedergli negli occhi un’angoscia disperata.

Urlò: «Jon!» vedendolo inciampare verso la porta sbattendo a terra la tazza piena di caffè. Amy spinse indietro la sedia e lo seguì nell’ingresso. Era accanto al telefono: con un dito tremante cercava di comporre un numero. Invano, tremava troppo. La guardò implorante.

Lei lo raggiunse e lo prese per una spalla. «Cos’hai visto Jon, dimmelo!» lo pregò.

«Aiutami Amy, ti prego aiutami!»

Restò colpita nel vedere le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi. «Chi vuoi chiamare? Chi, Jon?»

«Fran. Presto, è successo qualcosa a Gabby!»

Il cuore le balzò in petto, ma prese il ricevitore sforzandosi di tenere a bada l’emozione. Gli chiese di dirle il numero e dapprima lui non lo ricordava, assurdamente, in modo quasi perverso. Poi le cifre vennero dette con impeto confusamente e lei dovette farsele ripetere più lentamente.

«Sta suonando» disse, restituendogli la cornetta e avvicinandosi a lui. Sentiva tutto il suo corpo vibrare.

Il telefono all’altro capo venne alzato e lei udì una voce lontana rispondere.

«Fran?»

«Sei tu Jonathan? Oh Dio, come sono contenta che hai chiamato!» C’era una sorta di angosciata fragilità nella sua voce che fece quasi svenire Childes, la paura angosciosa quasi ebbe il sopravvento. «Gabby… sta…?» iniziò a dire.

«È accaduta una cosa tremenda Jon. Tremenda!»

«Fran…?». Le lacrime ormai lo accecavano.

«L’amica di Gabby, Annabel. È scomparsa Jon. È venuta a giocare con Gabby prima, ma non è mai arrivata qui. C’è la polizia adesso da Melanie e Tony, Melanie è sul punto di avere una crisi isterica. Nessuno ha visto Annabel, è sparita nel nulla. Gabby è distrutta e non fa altro che piangere. Jonathan, mi senti?»

Solo l’aiuto di Amy gli impedì di scivolare a terra.

* * *