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«Io starei molto peggio, sarei diventato completamente pazzo.»
«Lui non lo è di certo!» disse lei con improvvisa durezza.
Lui alzò il bicchiere come per scusarsi. «Non volevo dire niente del genere, signorina. Anzi, lo trovo eccezionalmente sano di mente, tutto considerato. Volevo dire che questa faccenda della percezione extra-sensoriale è strana.»
«Pensavo che ci fosse abituato ormai.»
«Non lo è lui, come potrei esserlo io?»
«Jon inizia ad accettarla questa dote.»
«Io è da molto tempo che l’ho accettata in lui, ma ciò non significa che mi ci sia abituato.»
Un gruppo di genitori la salutarono da lontano e lei ricambiò, poi si rivolse di nuovo al poliziotto. «Lei crede veramente che questa persona sia qui sull’isola?»
Overoy finì il vino prima di rispondere. «Sa che Childes è qui, quindi potrebbe essere. Ho paura che questa storia si sia trasformata in una vendetta contro di lui.»
«Ma lei crede veramente che possa leggere nel cervello di Jon in quel modo?»
«Per scoprire dove trovarlo, vuol dire? Non ce n’era bisogno. La figlia di Childes, Gabby, aveva ricevuto una strana telefonata un paio di giorni prima della sparizione di Annabel, ma non si ricordava il giorno preciso; noi crediamo che fosse il rapitore.»
«Jon me ne ha accennato.»
«Non lo abbiamo saputo che qualche tempo dopo. Quando abbiamo nuovamente interrogato Gabriel, le abbiamo chiesto se lei o Annabel erano state avvicinate o avevano parlato con sconosciuti nei giorni precedenti il rapimento. Solo allora si è ricordata della telefonata.» Con lo sguardo scrutò la folla, sempre attento e vigile. «Gabriel non sapeva come descrivere la voce, ma ci fece una specie di imitazione. Mi fece quasi accapponare la pelle.» Cercò in giro un posto dove buttare il bicchiere ormai vuoto. Amy glielo prese di mano. «Continui la prego!»
«Era una voce strana, una specie di brontolio, senza accenti particolari, niente che ci potesse aiutare. Certo Gabriel è solo una bambina e la persona può aver mascherato la voce, quindi serve a ben poco. Purtroppo quando ha chiesto di parlare con il papà Gabby gli ha detto che non abitava più lì ma in un’isola… questa.»
«Quindi quando è andato a casa loro…»
«È andato lì apposta per Gabby, o comunque con cattive intenzioni. Non lo abbiamo detto ai genitori di Annabel, al punto in cui sono le cose sarebbe inutile; noi comunque siamo convinti che ha scambiato Annabel per la figlia di Childes. La piccola aveva detto ai genitori che andava a giocare da Gabby, e noi crediamo che sia stata presa mentre era nel giardino di casa Childes.»
«Il corpo non è ancora stato trovato, vero?»
Overoy scosse la testa dispiaciuto. «Niente, nemmeno una traccia. E poi stavolta l’assassino non ha bisogno di far trovare il cadavere, ci ha già mandato le dita e la pietra di luna.»
Nonostante il caldo Amy ebbe un brivido. «Ma perché agisce in questo modo?»
«Allude alla pietra? O alle mutilazioni? Lo scempio dei corpi ha tutta l’aria di essere un rito, e la pietra si inserisce in questo contesto.»
«Jon le ha detto del suo sogno?»
«Quello della pietra che si trasforma in luna? Sì, me l’ha detto, ma che cosa significa? Perché la parola ‘MOON’, luna, è apparsa sullo schermo dei computer? E poi, sarà apparsa davvero?»
«Cosa intende dire?» chiese Amy scossa.
«La mente è una ben strana cosa e quella di Childes è apparentemente diversa dalle altre. Non potrebbe essersi immaginato tutto?»
«Ma l’hanno vista anche le ragazze della sua classe!»
«Ragazze in età puberale, un’età molto impressionabile come lei certo saprà. Sto pensando alla possibilità di una ipnosi, un’allucinazione in massa. Queste cose accadono, signorina Sebire.»
«Ma le circostanze non erano…»
Lui alzò la mano. «Sto solamente avanzando un’ipotesi di tipo razionale. Non sarei qui se non credessi a Childes, e sto lavorando a una teoria che potrebbe darci qualche lume. Ma devo ancora verificarla.»
«MOON non potrebbe essere il nome di qualcuno?»
«E stata una delle prime cose che ho pensato, ho fatto controllare tra i clienti della prostituta, tra gli amici. Finora niente, ho fatto ricerche su tutti i pazienti e il personale del manicomio, ma anche lì niente. Qualcosa salterà fuori prima o poi, succede sempre, in tutte le indagini.»
«C’è un modo in cui io possa darle una mano?» si offrì Amy.
«Non saprei proprio, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, ma come? Tenga ben aperti gli occhi comunque, se nota qualcosa di sospetto, qualcuno che osserva Childes. E in ogni caso, stia attenta anche lei. Non dimentichiamoci che l’assassino ha cercato di colpirlo attraverso la figlia, potrebbe provare anche con lei.»
«Ma lei… lei crede che sia qui oggi?»
«E chi può dirlo? In fondo cosa abbiamo? Una parolina su un computer. Non dice molto. Ma se è qui, sa dove abita Childes, non deve far altro che guardare l’elenco telefonico, c’è un solo Childes.»
«Ma starete sorvegliando il cottage spero!» esclamò Amy preoccupata.
«Io non ho alcuna autorità qui, signorina.»
«L’Ispettore Robillard…»
«Cosa può fare? Io ho avuto un sacco di storie con i miei, cosa vuole che dica Robillard ai suoi superiori: lui stesso pensa che io sia un po’ fuori di testa.»
«Ma allora Jon è indifeso.»
«Può darsi che oggi si riesca a concludere qualche cosa. Childes ha delle sensazioni che riguardano la sicurezza delle bambine. È per questo che sono qui, e mi sono portato dietro Geoff Robillard. Non è una grande unità operativa, lo devo ammettere, ma date le circostanze non possiamo fare di meglio. Avevamo intenzione di far sapere alla preside questo nostro segreto, ma che accidenti di ragione potevamo darle! Non sono sicuro nemmeno io del perché sono qui! Ma qualche precauzione bisogna pur prenderla!»
Amy sentì di dover rivalutare Overoy mentre lo ascoltava. «Credo proprio che Jon abbia avuto fortuna nel trovare un alleato come lei,» gli disse, «non credo che ce ne siano tanti di poliziotti disposti a credergli.»
Overoy guardò altrove, imbarazzato. «Gli devo molto, e comunque è un aggancio reale. Altrimenti perché questo pazzo avrebbe mandato una pietra? In tutta sincerità Jonathan è l’unica traccia che abbiamo in tutti questi casi.» Rivolse lo sguardo verso la folla cercando qualcosa, pur indefinibile: uno sguardo diverso, un movimento, qualsiasi gesto che tradisse un individuo sospetto al suo sguardo allenato. Finora sembrava tutto tranquillo, ma la giornata era appena agli inizi.
Amy stava per salutarlo quando Overoy aggiunse. «Le ha raccontato del sogno fatto da sua figlia?»
«Quando Gabby ha sognato di Annabel dopo che era morta?»
Lui annuì.
«Sì, me lo ha detto.»
«Non era solamente un sogno, vero?»
«Non glielo ha detto Jon?»
«È rimasto sul vago. Mi ha detto che lui e la signora Childes hanno udito Gabby chiamare di notte e che quando sono arrivati nella stanza l’hanno trovata seduta sul letto piuttosto sconvolta e che asseriva di aver sognato Annabel. Io però vorrei sapere se si è trattato di un sogno, non è importante, signorina Sebire, sono solo curioso. Gabby ha ereditato la stessa dote del padre?» Non si accorse che qualcosa di ciò che aveva detto aveva scosso Amy.