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— Niente di strano che in quella partita con tutte quelle varianti, giocassi come un unicorno.
— Uh, si…
Martin si allontanò verso l’estremità opposta del bar.
— Benvenuti a tutti quanti — disse. — Ho un piccolo annuncio da farvi. Tlingel, tu hai fatto numerose osservazioni riguardo dei possibili disastri ecologici e urbani oltre che su pericoli di minore importanza. E hai anche espresso delle idee sulla possibilità di creare delle difese per impedirli.
— Mi ricordo — disse l’unicorno.
— Io le ho trasmesse a un amico di Washington che faceva parte del mìo vecchio circolo scacchistico. Gli ho detto che il lavoro non era tutta farina del mio sacco.
— Lo spero bene.
— E lui mi ha consigliato di organizzare il gruppo che aveva elaborato quei dati in un centro studi. Provvederà anche a far sì che queste consulenze vengano pagate.
— Io non sono venuto qui per salvare il mondo — osservò Tlingel.
— No. Ma sei stato molto utile. E Grend mi dice che i grifoni, sebbene il loro vocabolario sia alquanto limitato, sanno quasi tutto ciò che c’è da sapere sull’ecologia.
— Questo è probabilmente vero.
— Dal momento che loro hanno ereditato una parte della Terra, sarebbe anche di loro interesse cercare di conservare intatto questo posto. Inoltre, dal momento che ora siamo già qui riuniti in molti, posso risparmiarmi un bel po’ di viaggi e suggerire fin d’ora di trovarci un luogo in cui riunirci, diciamo qui una volta al mese, così che voi potrete trasmettermi i vostri punti di vista assolutamente originali. Voi dovete saperne più di chiunque altro sulle cause che portano le specie all’estinzione.
— Naturalmente — disse Grend, agitando il proprio boccale. — Ma dovremmo anche chiederlo allo yeti. Se vuoi, glielo chiederò io. Quella roba esce dalla grossa scatola musicale?
— Sì.
— Mi piace. Se combiniamo questo gruppo di studio, tu guadagnerai abbastanza da mandare avanti questo locale?
— Comprerò tutta la città.
Grend scambiò una gutturale conversazione coi grifoni che gli risposero con le loro vocette stridule.
— Allora hai il tuo gruppo di studio — disse, — e il gruppo vuole dell’altra birra.
Martin si rivolse a Tlingel.
— Le osservazioni erano tue. Tu che ne dici?
— Potrebbe essere divertente — rispose l’unicorno, — fermarsi qui ogni tanto. — Poi aggiunse: — E adesso salviamo anche il mondo. Non avevi detto che volevi fare un’altra partita?
— Non ho niente da perdere.
Grend si occupò del bar mentre Tlingel e Martin tornavano al tavolino.
Batté l’unicorno in trentun mosse e poi toccò il corno proteso.
I tasti del piano continuavano ad alzarsi e abbassarsi. Delle minuscole sfingi svolazzavano attorno, nel bar, e succhiavano la birra che veniva versata fuori dai boccali.