125415.fb2 Oltre la follia - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 8

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La giovane donna si strinse il lenzuolo addosso e dichiarò, freddamente: — Non intendo mettermi i vestiti di quella donna.

Il maggiore Grey si presentò, poi chiese: — Dov’è Bill Walden?

— Ha fatto l’ego-rotazione! E mi ha lasciato con… oh, che vergogna!

Il maggiore Grey condivideva il suo smarrimento. Non era possibile sfuggire al condizionamento ricevuto nell’infanzia: i rapporti sessuali fra un iperego e un ipoego non erano semplicemente fuorilegge, erano ripugnanti. Se fossero stati permessi, avrebbero potuto distruggere i meccanismi sociali. E quegli idealisti (tutto ipoego, naturalmente) che volevano eliminare i due termini distintivi lo ignoravano. La prossima cosa che avrebbero chiesto sarebbe stata quella di far vivere i bambini con i loro veri genitori!

Il maggiore Grey entrò nella camera da letto. La porta del bagno era aperta, e al di là di essa vide Conrad Manz che si stava rifacendo il trucco.

Conrad si volse a guardarlo con ostilità. — Le spiace starsene fuori di qui finché non avrò finito? Ho già sopportato più di quel che un uomo possa sopportare.

Il maggiore Grey chiuse la porta e tornò da Helen Walden. Estrasse una pastiglia di Talamblok dal suo medibox e gliela porse. — Probabilmente lei è a un livello di droga molto basso; meglio che prenda questa. — Le riempì un bicchiere di vino. Poi, mentre aspettavano che Conrad fosse pronto, chiamò per visifono la più vicina stazione pubblica per l’ego-rotazione e ordinò un abito d’emergenza per la donna.

Più tardi, quando i due furono finalmente vestiti, truccati com’erano abituati e drogati secondo le loro necessità, li invitò a sedersi sul divano di fronte a lui. Si sistemarono alla massima distanza fra loro, ciascuno rigido e risentito per la presenza dell’altro.

Con calma il maggiore Grey disse: — Questa faccenda, come avrete certo compreso, finirà davanti a un tribunale della Sorveglianza Medica. È una cosa seria.

Osservò i loro volti. Su quello di lei lesse una cupa determinazione. Negli occhi di Conrad balenò una luce allarmata: l’uomo amava sua moglie. Questo sarebbe stato d’aiuto. — In un caso come questo la Sorveglianza Medica deve dare un peso alle vostre decisioni, oltreché alle prove tecniche da noi messe insieme. Sfortunatamente il numero di persone direttamente coinvolte nelle conseguenze di questo caso è ristretto a voi due, a causa del vostro peculiare matrimonio. Se gli ipoego, Clara e Conrad, fossero stati sposati con altri coniugi, potremmo convocare almeno sei persone coinvolte e quindi ottenere una sentenza più ponderata. Stando così le cose, l’intera responsabilità ricade su voi due.

Helen Walden esibì una fredda sicurezza. — Non vedo come potremmo evitare di dare giudizi perfettamente logici. Dopotutto non siamo noi quelli che hanno fatto a meno di prendere le droghe… sono stati loro a rifiutarle, non è così? — disse, decisa ad andare fino alle estreme conseguenze e sicura di aver ragione.

— Sì, è un caso di rifiuto di droghe. — Il maggiore Grey fece una pausa mentre lei soppesava quella frase. — Ma devo correggerla in un particolare. Il fatto che lei abbia assunto la giusta quantità di droghe non basta a garantire che lei agisca logicamente in questa situazione. La mente drogata è tuttavia logica per definizione. E resta fermo il nostro obbligo di proteggere sia le droghe sia le menti drogate. — Guardò negli occhi Conrad e aggiunse: — Di conseguenza è possibile per voi arrivare alla logica conclusione che… la soluzione necessaria è la morte. — Tacque, fissando le loro labbra serrate. Poi disse: — Al giorno d’oggi sono però possibili altre soluzioni con risultati accettabili.

— Ma loro rifiutavano di prendere le droghe! — esclamò Helen. — Lei parla come se volesse difenderli. Se è della Sorveglianza Medica dovrebbe perseguire i criminali.

— Io non perseguo la gente in quel senso, signora Walden. Ciò che perseguo sono gli atti commessi, ovvero il rifiuto delle droghe e il comportamento antisociale. C’è una certa differenza.

— Ma bene! — sbottò lei. — Ho sempre saputo che presto o tardi Bill si sarebbe messo nei guai con le sue selvagge idee asociali. Ma non avrei mai immaginato che la Sorveglianza Medica avrebbe preso le sue idee!

Il maggiore Grey trattenne il respiro, ormai quasi certo che la donna sarebbe caduta nella sua trappola. E in tal caso, forse lui avrebbe potuto salvare Clara Manz prima del processo.

— Dopo tutto hanno commesso un crimine contro la società. Hanno rifiutato le droghe sfidando ciò su cui si fonda la nostra vita, e…

— Stia zitta! — Conrad aprì bocca per la prima volta da quando s’era seduto. — La Sorveglianza Medica ha impiegato settimane a mettere insieme le prove ed a preparare le sue proposte. Lei non ha visto niente di questo ma ha già pronta la sua opinione. È logico questo? Sembra che lei voglia veder morto suo marito. Forse quel povero diavolo aveva le sue ragioni, dopo tutto, se ha fatto quello che ha fatto. — Sul volto di lui c’era quanto di più vicino all’odio le droghe gli consentivano di provare.

Il maggiore Grey lasciò uscire lentamente il fiato. I due erano in chiaro disaccordo. Probabilmente avrebbe potuto sfruttare questo fatto per lavorare su Conrad e far sospendere la sentenza, in modo che fossero messe in atto le raccomandazioni della Sorveglianza Medica.

Li lasciò cuocere nel loro ostile silenzio reciproco per un poco, quindi pensò di metterli di fronte ai fatti: — Devo ricordarvi che ci sono ben pochi vantaggi nel trovarsi con un alter-ego estinto dal cancellatore mnemonico. Un uomo il cui iperego è stato cancellato ha l’obbligo di trascorrere i suoi cinque giorni fuori-turno in ospedale, sotto animazione sospesa. Questo è dannoso alla salute del corpo ma necessario. Altrimenti il naturale disgusto di un individuo per il suo alter-ego e il comprensibile desiderio di possedere il corpo a tempo pieno darebbero origine agli stessi schemi mentali che hanno portato l’altro alla cancellazione. Questo accadeva spesso nel XXI Secolo, prima che venissero stabiliti i cinque giorni di sospensione obbligatoria. Lo si usava pure come «cura» per la schizofrenia anche se era solo, naturalmente, il brutale omicidio di una personalità innocente.

Il maggiore Grey sorrise acremente a se stesso. — Ora devo chiedere ad entrambi di accompagnarmi all’ospedale. Desidero che lei, signora Walden, faccia subito l’ego-rotazione con la signora Manz. Lei, signor Manz, dovrà restare sotto stretta osservazione medica finché Bill Walden farà l’ego-rotazione. Poi penseremo noi, con un’iniezione, a tenerlo all’interno del suo corpo per il tempo necessario.

* * *

Il giovane ufficiale della Sorveglianza Medica mise da parte la siringa e poggiò una mano sulla fronte di Bill Walden. Gli scostò i capelli dagli occhi.

— Avanti, signor Walden, la smetta di agitarsi, adesso.

Bill cercò di controllare il suo respiro affannoso. — Mi avete preso; non posso più fare la rotazione, è così?

— Sì, è così, signor Walden. Non fino a quando non lo vorremo noi. — Il giovanotto raccolse i suoi strumenti e si scostò dal letto.

Bill si accorse che nella stanza c’era un altro sorvegliante medico. L’uomo lo stava osservando con pensosa malinconia, come da lontano. — Io sono il maggiore Grey, Bill. Mi occupo del suo caso.

Lui non rispose. Lasciò vagare lo sguardo sul soffitto di quella camera d’ospedale. Poi s’accorse che la bocca gli si piegava in un sorriso.

— Cos’è che la diverte? — chiese il maggiore Grey.

— L’aver lasciato il mio ipoego con mia moglie — rispose candidamente Bill. La cosa aveva già smesso di apparirgli comica, ma vide il maggiore Grey sorridere a dispetto di se stesso.

— Erano piuttosto sconvolti quando li ho trovati insieme. Credo che avessero appena terminato una discussione abbastanza spiacevole. — L’uomo si accostò al letto e sedette sulla poltroncina lasciata libera dal giovane medico. — Lei sa, Bill, che dovremo farle un’analisi completa. Vogliamo fare tutto il possibile per salvarla ma questo richiede la sua collaborazione.

Bill annuì con un nodo alla gola. Ecco che accadeva, pensò. E per scoprire cosa lo aveva fatto agire, sarebbero arrivati anche a spaccarlo in due.

Il maggiore Grey parve intuire in lui l’amara volontà di resistere. La sua espressione si ammorbidì, la sua voce suonò comprensiva. — Vorrei che lei desiderasse aiutarci spontaneamente. Non possiamo costringerla a far niente.

— Salvo che a morire — disse Bill.

— Forse l’aiutarci ad avere quelle informazioni che potranno salvarle la vita al processo non le riuscirà tanto spiacevole. Ma la sua aberrazione ha gravemente compromesso la vita di diverse persone. Non crede che sia ora suo dovere, verso di loro, aiutarci a far sì che questo non abbia a ripetersi in futuro? — Il maggiore si passò una mano su una tempia grigia. — Penso che le farà piacere sapere che Mary si riprenderà del tutto. Presto cominceremo ad abituarla ai suoi nuovi genitori-assegnati, che verranno a farle visita ogni giorno. Questo la aiuterà a guarire più in fretta. Naturalmente per ora non può vedere nessuno.

L’immagine, brutalmente nitida, di Mary rannicchiata sul pavimento del ripostiglio si ripresentò alla mente di Bill. Dopo un poco sentì il calore delle lacrime che gli scendevano sulle guance, e non fu capace di trattenere i singhiozzi. Il giovane medico tornò a chinarsi su di lui e gli iniettò una dose di Soporina. Bill si addormentò, ma non prima d’aver capito che avrebbe fatto ciò che la Sorveglianza Medica voleva.

Il giorno successivo lo sottoposero a un’interminabile serie di esami fisici. Quelli psicologici furono lunghi e stressanti. Venne messo in un centinaio di diverse situazioni artificiali, e ogni sua reazione psicofisica fu registrata e analizzata. Ogni volta gli furono iniettate piccole quantità di droghe per controllare il modo in cui reagiva ad esse.

A tarda sera il maggiore Grey venne a interrompere il sorvegliante medico che gli stava facendo per la sesta volta l’encefalogramma dopo avergli fatto prendere un’altra dose di Talamblok.

— Benissimo, Bill. Lei sta collaborando in modo soddisfacente. Spero che non le importerà se dopo cena verrò in camera sua a fare quattro chiacchiere con lei.

Quando Bill ebbe finito di mangiare si accorse d’attendere con impazienza l’arrivo del sorvegliante medico. Il maggiore Grey entrò quasi subito. Scosse il capo alla muta domanda che lesse nei suoi occhi.

— No, Bill. Non avremo i risultati dei suoi esami fino a domattina. Ma in ogni caso questo è un argomento di cui non posso parlare con lei prima del processo.

— Quando ci sarà?

— Appena si finirà di valutare i risultati dei suoi esami. — Si passò una mano sul mento e parve sospirare. — Mi dica, Bill, lei cosa pensa del suo caso? Come si è messo in quella situazione e come le appare adesso, vista in retrospettiva? — Sedette nell’unica sedia della stanza, e accennò a Bill di accomodarsi sul divano.

L’improvviso desiderio di parlare dei propri guai stupì Bill, che mascherò l’imbarazzo con una risatina. — Suppongo di sentirmi come se fossi sotto accusa per aver cercato di restare sobrio — disse, usando quell’antica parola con un’enfasi d’ironica rettitudine che sapeva il maggiore avrebbe compreso.

Grey sorrise. — E come si sentiva quando era sobrio?

Bill lo fissò. — Come si sentivano gli antichi Moderni, credo. Sentivo non solo ciò che mi accadeva, ma anche il modo in cui mi accadeva e non la sensazione artificiale che si prova quando si è drogati. Credo che ci sarebbe il modo di vivere senza le droghe e apprezzare ugualmente l’esistenza. Lei non ha mai provato a diminuire le sue dosi di droga, maggiore?

Il sorvegliante medico scosse il capo.

Bill gli rivolse un sorriso sognante. — Dovrebbe fare la prova. È come vedersi d’improvviso aprire la porta di una nuova vita: ogni cosa appare diversa.

Dopo una pausa continuò: — Vede, con una vita media di cento anni ciascuno di noi vive cinquant’anni, e il suo alter-ego altrettanti. Non è poco, ma c’è il fatto che in questa mezza vita noi assaporiamo solo per metà il senso dell’esistenza a causa delle droghe. Dovrebbe esserci data la possibilità di provare il vero amore, o il vero odio, o il vero desiderio di vivere. Dovremmo poter provare, almeno ogni tanto, quegli intensi momenti di vita che fecero grandi gli antichi Moderni, non importa quali errori questo ci porterebbe a commettere.

Il maggiore Grey disse, rigido: — Gli antichi erano grandi nell’uccidere, nel rubare, nel degradarsi a vicenda. La loro sobrietà era peggiore dell’ubriachezza. — Stavolta la parola antica non lo fece sorridere.

Bill capiva l’implacabile logica con cui si stava scontrando. Era la logica che aveva salvato l’uomo dalla distruzione annichilendo il suo spirito. Era la vittoriosa logica delle droghe che avevano reso innocue le personalità asociali, rimodellandole in macchine efficienti e utili a una società dove non c’era l’infelicità perché non esisteva la vera felicità, e dove i soli crimini erano il rifiuto delle droghe e i rapporti sessuali fra alter-ego di tipo diverso. Senza droghe (e in quel momento non c’erano droghe nel suo sangue) era capace di rabbia e non riuscì a trattenerla del tutto.