125670.fb2 Pi nel cielo - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 4

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— Signor Gross, — ripeté il capitano Randall.

Il primo ufficiale non rispose. Davanti agli occhi del capitano, si limitò a ruotare lentamente sui tacchi, prima a destra e poi a sinistra.

— Hans! — latrò il capitano Randall. — Cosa diavolo le sta succedendo? — Poi anche lui alzò lo sguardo.

A prima vista, il cielo appariva del tutto normale. Niente angeli in volo, né il ronzio dei motori di un aereo. Il Carro, si disse il capitano, girando lentamente su se stesso, proprio come Gross, dov’era il Gran Carro?

Ma d’altra parte, dov’era anche tutto il resto? Non gli riuscì di riconoscere una sola costellazione, pur voltandosi da ogni lato. Niente falce del Leone. Niente cintura di Orione. Niente corona del Toro.

Cosa anche peggiore, c’era un gruppo di otto stelle luminosissime che potevano anche essere una costellazione, poiché erano disposte, grosso modo, a formare un ottagono. Soltanto che… una simile costellazione non era mai esistita, lo sapeva poiché aveva viaggiato anche intorno al Capo di Buona Speranza e al Capo Horn. Forse… ma no! Non c’era nessuna Croce del Sud! Stordito, il capitano Randall tornò ad avvicinarsi alla scaletta del boccaporto.

— Signor Weisskopf, — chiamò. — Signor Halmstadt. Venite sul ponte.

Salirono e guardarono. Nessuno disse niente per un po’.

— Spenga i motori, signor Halmstadt, — disse il capitano. Halmstadt fece il saluto — prima non l’aveva mai fatto — e scese di sotto.

— Kapitano, defo sfegliare Weiss? — chiese Weisskopf.

— Per cosa?

— Non so.

Il capitano rifletté. — Lo svegli, — disse poi.

— Gredo ghe ziamo sul pianeda Marde, — disse Gross.

Il capitano ci aveva pensato, ma aveva respinto l’idea.

— No, — replicò con fermezza. — Da qualunque pianeta del sistema solare le costellazioni avrebbero più o meno lo stesso aspetto.

— Fuol dire che ziamo fuori del cozmo?

Il fremito dei motori cessò all’improvviso e vi fu soltanto il familiare sciabordio delle onde contro lo scafo, e il pigro dondolio della nave.

Weisskopf tornò su con Weiss, anche Halmstadt risalì sul ponte e rifece il saluto al capitano.

— Dunque, kapitano?

Il capitano fece un gesto verso il ponte di poppa, dov’erano ammucchiate le casse di alcoolici, sotto dei teli catramati. — Liquidate il carico, — ordinò.

La partita di blackjack non fu più ripresa. All’alba, sotto un sole che non si erano aspettati di rivedere mai più — e se è per questo, neanche in quel momento lo vedevano — i cinque uomini, privi di sensi, furono trasferiti dalla nave alla prigione del porto di San Francisco, da membri perplessi della guardia costiera. Durante la notte, la Ransagansett era andata alla deriva di traverso al Golden Gate, andando a urtare di striscio contro la banchina del ferry-boat per Berkeley.

Un gran telo catramato era a rimorchio a poppa dello schooner, trafitto da un arpione la cui corda era assicurata all’albero di poppa. La sua presenza, là dietro, non ebbe mai una spiegazione ufficiale, anche se al capitano Randall parve vagamente di ricordare, alcuni giorni dopo, di aver arpionato un capodoglio durante la notte. A sua volta, il vecchio ed esperto marinaio Weiss non riuscì mai a scoprire cos’era successo alla sua gamba di legno, il che, forse, era ancora peggio.

Milton Hale, fisico emerito, aveva concluso l’intervista, e si stava congedando.

— Grazie molte, professor Hale, — gli disse l’intervistatore. Una luce gialla si era accesa, indicando che il microfono era spento. — E… si, troverà il suo assegno giù, alla cassa. Lei… uh… sa dove.

— So dove, — annuì il fisico. Era un ometto rotondo, dall’aria gioviale. Con la sua barbetta cespugliosa, sembrava un’edizione tascabile di Babbo Natale. Gli occhi gli luccicavano e fumava una pipa corta e mozza.

Lasciò lo studio insonorizzato, e con passo spigliato proseguì fino allo sportello della cassiera. — Ciao, dolcezza, — disse all’impiegata in servizio. — Dovrebbero esserci due assegni per il professor Hale.

— Lei è il professor Hale?

— A volte me lo chiedo, — disse l’ometto. — Ma ho qui dei documenti che sembrano dimostrarlo.

— Due assegni?

— Due assegni. Tutti e due per la stessa trasmissione, per uno speciale accordo. A proposito, questa sera danno un’ottima rivista al teatro Mabry.

— Davvero? Sì, ecco i suoi due assegni, professor Hale. Uno per settantacinque dollari e uno per venticinque. È giusto?

— Piacevolmente giusto. Adesso, che ne dice della rivista al Mabry?

— Se vuole, chiamo mio marito e glielo chiedo, — disse la ragazza. — È il portiere, laggiù.

Il professor Hale esalò un profondo sospiro, ma i suoi occhi vispi continuarono a brillare. — Credo che sarà senz’altro d’accordo, — dichiarò. — Eccole i biglietti, cara. Ci vada con lui. Mi sono ricordato di avere del lavoro importante, stasera.

La ragazza sgranò gli occhi, ma prese i biglietti.

Il professor Hale entrò nella più vicina cabina telefonica e chiamò la sua sorella maggiore. — Agatha, devo restare in ufficio stasera, — le disse.

— Milton, lo sai che puoi lavorare altrettanto bene nel tuo studio qui a casa. Ho sentito la tua trasmissione, Milton. È stata meravigliosa.

— Erano pure sciocchezze, Agatha. Completa spazzatura. Cosa ho detto?

— Diamine, hai detto che… sì… che le stelle sono… voglio dire, che tu non…

— Proprio così, Agatha. La mia intenzione era quella d’impedire che il panico si diffondesse tra il popolino. Se gli avessi detto la verità, si sarebbero tutti spaventati. Ma mostrandomi pomposo e molto scientifico, gli ho lasciato credere che tutto fosse… uh… sotto controllo. Sai, Agatha, cosa vuol dire parallelismo di gradiente entropico?

— Be’… non esattamente.

— Neppure io.

— Milton, hai bevuto?

— Non… No, non ho bevuto. Ma, Agatha, non posso proprio venire a lavorare a casa stasera. Userò il mio studio all’università, perché devo consultare parecchi testi che sono là. E anche le carte stellari.

— Ma, Milton, quei soldi che hai ricevuto per la tua trasmissione? Sai che non è prudente che tu vada in giro con dei soldi in tasca, quando ti senti… così.

— Non è contante, Agatha. È un assegno, e te lo spedirò per posta prima di andare all’università. Non lo incasserò lo stesso. Che ne dici?

— Be’… se devi consultare la biblioteca, suppongo che tu debba farlo. Arrivederci, Milton.

Il professor Hale attraversò la strada fino al più vicino emporio. Qui acquistò un francobollo e una busta, e incassò l’assegno da venticinque dollari. Poi infilò l’assegno da settantacinque dollari nella busta, la chiuse e la spedì.

Quando fu accanto alla cassetta delle lettere, alzò lo sguardo al cielo della prima sera… rabbrividì e abbassò in fretta gli occhi. Prese la strada per il bar più vicino e ordinò un doppio scotch.