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All’ultimo piano di quella casa fu trovato un complicatissimo impianto comprendente 468 antenne radio, ognuna di diversa lunghezza, e tutte rivolte in differenti direzioni. Cosa strana, la macchina alla quale erano collegate non era più grande d’una trasmittente da radioamatore anche se, in base ai dati della compagnia elettrica, consumava una quantità esorbitante di corrente.
Per precisa disposizione del Presidente degli Stati Uniti, il proiettore fu distrutto senza esaminarne la struttura interna. Da molte parti si levarono chiassose proteste contro una decisione così arbitraria dell’esecutivo. Ma, dal momento che ormai il proiettore era stato fatto a pezzi, le proteste non servirono a nulla.
Cosa ancor più sorprendente, tutta la faccenda non ebbe serie ripercussioni.
Roger Phlutter uscì di prigione e sposò Elsie. Il professor Milton Hale sì accorse che Seattle gli piaceva, e vi restò. Anche perché aveva scoperto che, a una distanza di duemila miglia da sua sorella Agatha gli era possibile, per la prima volta, sfidarla apertamente. Oggi, Milton Hale si sta godendo assai di più la vita ma, si teme, scriverà assai meno libri.
Rimane un ultimo fatto, che è assai più penoso da considerare, dal momento che esso si riflette assai profondamente sul reale livello dell’intelligenza umana. E consente di provare, altresì, che l’ordine tassativo impartito dal Presidente era più che giustificato, malgrado le proteste degli scienziati.
Il fatto è umiliante, e allo stesso tempo illuminante. Durante i due mesi e otto giorni che videro in funzione il proiettore di Sniveley, le vendite del Sapone Sniveley aumentarono del 915 per cento.
“Il melmattivo tasso si grattò e scavò il buco nel pendio zuppo”. Da Alice attraverso lo specchio, capitolo primo. (N.d.T.)