125960.fb2 Questa ? la strada - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 9

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— No! No! Mi serve il loro aiuto! — Angosciato, Crown si prendeva i pugni. — Devo parlare con loro — mormorò.

— Aspetta. Non forzarli, Crown.

— A che serve? A che serve? — Ora i Cacciatori si stavano issando i fardelli sulle spalle. Non c’era dubbio: erano in partenza. Crown attraversò in fretta lo spiazzo. Sky, occupato a dare gli ordini per la marcia, gli prestò attenzione di malavoglia. — Dove state andando? — chiese Crown.

— Ad ovest.

— E noi?

— Marciate con noi, se volete.

— Il mio carro!

— Non puoi farlo passare per il cancello, vero?

Crown indietreggiò come se volesse colpire il Cacciatore. — Se ci aiutaste, quel muro crollerebbe! Ascolta, come posso abbandonare il mio carro? Devo raggiungere quelli del mio popolo nelle Pianure. Radunerò un esercito; tornerò ad est e ricaccerò i Denti sulle montagne da cui sono venuti. Ho già perso troppo tempo. Io devo passare. Tu non vuoi vedere i Denti distrutti?

— Per noi non significa nulla — replicò Sky senza alzare la voce. — Le nostre terre per noi sono perdute per sempre. La vendetta è senza significato. Ti chiedo scusa, la mia gente ha bisogno della mia guida.

Già più della metà dei Cacciatori delle Nevi aveva oltrepassato il cancello. Leaf si unì alla processione. Sul lato più lontano del muro scoprì che il folto bosco lungo il margine dell’autostrada era stato abbattuto per un tratto considerevole e alcuni piccoli edifici di legno erano stati eretti sul bordo della strada. Dopo una ventina di passi, un sentiero secondario portava a nord attraverso la foresta: di certo quella era la strada che conduceva al villaggio dei Compagni degli Alberi. In quel momento il traffico sul sentiero era intenso. Centinaia di abitanti della foresta sciamavano dal villaggio all’autostrada, dove era in atto una scena strana e repellente. Ogni Cacciatore delle Nevi, a turno, si fermava, si toglieva il fardello dalle spalle e lo apriva. Allora tre o quattro Compagni vi frugavano dentro, ognuno di loro si impossessava di qualcosa di valore, un coltello, un pettine, un gioiello, un mantello di buona fattura, e poi correva via trionfante. Dopo essersi sottomesso al saccheggio delle sue proprietà, il Cacciatore richiudeva il proprio fagotto, se lo rimetteva sulle spalle e si incamminava a testa bassa e con le spalle curve. Leaf si sentì gelare. Questi guerrieri orgogliosi, ora senza una casa, che cedevano quello che restava dei loro tesori a… cercò di soffocare le parole, ma non vi riuscì… ad una tribù di scimmie. E continuavano ad andare avanti, afflitti e umiliati. Di tutte le cose che Leaf aveva visto da quando i Denti avevano sconvolto il mondo, questa era la più triste.

Tornò verso il carro. Alla retroguardia della colonna dei Cacciatori vide Sky, Shield e Biade. I loro volti erano cinerei: non ebbero il coraggio di incrociare il suo sguardo. Sky riuscì a fargli un saluto mentre gli passava accanto.

— Vi auguro buona fortuna per il vostro viaggio — disse Leaf.

— Io vi auguro miglior fortuna di quella che abbiamo avuto noi — disse cupamente Sky e proseguì.

Leaf trovò Crown in piedi in mezzo all’autostrada, con le mani sui fianchi. — Codardi! — gridò con voce amara. — Deboli!

— E adesso è il nostro turno — disse Leaf.

— Che cosa vuoi dire?

— È arrivato il momento di affrontare la dura verità. Dobbiamo abbandonare il carro, Crown.

— Mai.

— Siamo d’accordo che non possiamo tornare indietro. E non possiamo andare avanti finché c’è quel muro. Se restiamo qui, alla fine i Compagni ci uccideranno, se non saranno i Denti a farlo. Ascoltami, Crown. Non dobbiamo dare ai Compagni tutto quello che abbiamo. Il carro, qualcuno dei nostri abiti di ricambio, qualche ninnolo, i mobili sul carro… si accontenteranno di questo. Possiamo caricare il resto delle nostre cose sulle giumente e attraversare il cancello a piedi.

— Non voglio neppure prendere in considerazione questa possibilità, Leaf.

— Lo so. So che cosa significa il carro per te. Vorrei che tu potessi tenerlo. Non credi che preferirei andare ad ovest in modo confortevole invece di dover arrancare a fatica in mezzo alla pioggia e al freddo? Ma non possiamo tenerlo. Non possiamo tenerlo, Crown, questo è il nocciolo della faccenda. Possiamo andare ad est con il carro e perderci nel deserto, possiamo restare qui e aspettare che i Compagni perdano la pazienza e ci uccidano, oppure possiamo rinunciare al carro e andarcene di qui salvando la pelle. Che razza di scelte sono queste? Noi non abbiamo scelta. Sono due giorni che te lo dico. Sii ragionevole, Crown!

Crown lanciò un’occhiata gelida a Sting e Shadow. — Trovate il capo ed entrate di nuovo in trance con lui. Ditegli che gli darò spade, armature, tutte le cose più belle che troverà nel carro. Ma che smantelli una parte del muro in modo che il carro possa passare.

— Gli abbiamo fatto quest’offerta ieri — fece Sting cupo.

— E allora?

— Insiste per il carro. La vecchia strega gliel’ha promesso come palazzo.

— No — disse Crown. — NO! — Le colline rimandarono l’eco del suo ruggito selvaggio. Dopo qualche istante, disse con più calma: — Ho un’altra idea. Leaf, Sting, venite con me. Il cancello è aperto. Andiamo al villaggio e catturiamo la strega. In fretta, prima che qualcuno si accorga di quanto stiamo facendo. Non oseranno molestarci finché sarà nelle nostre mani. Poi, Sting, tu dirai al capo che se non ci apriranno il muro, noi la uccideremo. — Crown ridacchiò. — Quando si sarà accorta che facciamo sul serio, gli dirà di obbedire. Chi è tanto vecchio vuole vivere per sempre. E loro le obbediranno. Potete scommetterci. Le obbediranno! Venite ora. — Crown si incamminò verso il cancello con passo spedito. Dopo una decina di metri si fermò e si voltò indietro. Né Leaf né Sting si erano mossi.

— Be’? Perché non venite?

— Non lo farò — disse stancamente Leaf. — È una follia, Crown. È una strega, è in parte Invisibile… sarà già a conoscenza del tuo piano. Probabilmente lo sapeva ancor prima di te. Come possiamo sperare di catturarla?

— Lascia che me ne occupi io.

— Anche se ci riuscissimo, Crown… no, no. Non voglio aver parte in questa cosa. È un’idea impossibile. Anche se riuscissimo a prenderla. Staremmo qui a puntarle una spada alla gola e loro ci trafiggerebbero con un centinaio di dardi senza neppure lasciarci muovere un muscolo. È una pazzia, Crown.

— Ti ho chiesto di venire con me.

— Hai avuto la tua risposta.

— Allora andrò senza di voi.

— Come vuoi — fece tranquillo Leaf. — Ma non mi vedrai più.

— Eh?

— Raccoglierò quello che mi appartiene e lascerò che i Compagni degli Alberi scelgano quello che vogliono, poi mi affretterò a raggiungere i Cacciatori delle Nevi. Tra una settimana sarò al fiume Middle. Shadow, verrai con me o sei decisa a restare qui a morire con Crown?

La Stella Danzante abbassò lo sguardo verso il terreno fangoso. — Non so — disse. — Lasciami pensare un momento.

— Sting?

— Vengo con te.

Leaf si rivolse a Crown: — Ti prego, sii ragionevole, Crown. Per l’ultima volta, cedi il carro ed andiamocene, tutti e quattro.

— Mi disgusti.

— Allora ci separiamo qui — disse Leaf. — Ti auguro buona fortuna. Sting, raduniamo le nostre cose. Shadow? Vieni con noi?

— Abbiamo un obbligo verso Crown — disse lei.

— Di aiutarlo a guidare il carro, sì. Ma non di morire per lui in modo stupido. Crown ha perso il carro, Shadow, anche se non vuole ancora ammetterlo. Se il carro non è più suo, il nostro contratto non vale più. Spero che ti unirai a noi.

Entrò nel carro ed andò alla credenza dello scompartimento centrale dove teneva le poche cose che era riuscito a portare con sé dall’est. Un paio di lucidi stivali fatti con la pelle di minuscole creature-asticciola, due antiche monete di rame, tre medaglioni di avorio, una camicia di seta rosso scuro, una cintura spessa e riccamente lavorata: non era molto, non era davvero molto ciò che restava di un’esistenza. Fece i bagagli rapidamente. Prese una striscia di carne essicata e del pane; gli sarebbero bastati per un giorno o due, e poi avrebbe imparato da Sting o dai Cacciatori delle Nevi l’arte di procurarsi il cibo nei luoghi selvaggi.

— Sei pronto?

— Più pronto di così! — disse Sting. Il suo fagotto era quasi vuoto: un cambio d’abiti, un’accetta, un coltello, del pesce affumicato e nient’altro.

Mentre Sting e Leaf si dirigevano al portello centrale, Shadow entrò nel carro: aveva il viso teso e preoccupato, le narici frementi e gli occhi bassi. Senza una parola, superò Leaf e cominciò a preparare il sacco. Lui la aspettò. Dopo pochi minuti lei riapparve e annuì.

— Povero Crown — bisbigliò, — non c’è modo…