128929.fb2
Andrew si tolse le cuffie e le mise alla ragazzina. Reclinò lo schienale, sottrasse la coperta all’uomo addormentato e fissò lo sguardo fuori dal finestrino. Sembrava che nevicasse.
Dopo aver atteso che gli insegnanti se ne fossero andati quasi tutti, la dottoressa Lejeune scese nell’aula di musica e prese la scatola grigia con l’interruttore di accensione sopra. La portò di sopra in ufficio e chiese del signor Paprocki.
«Farà tardi oggi,» disse Sherri. «Un’insegnante del secondo anno è tornata a casa a mezzogiorno con la varicella.»
«Oh,» fece la dottoressa. «Ti ha parlato dell’aula di musica?»
Sherri scosse la testa. Aveva l’aria un po’ disfatta, e non vestiva di fucsia, ma non era tanto importante.
«Vuole che tutte le partiture musicali siano riordinate secondo la segnatura in chiave,» disse.
Appena Sherri fu scesa di sotto, la dottoressa Lejeune uscì in giardino. Incontrò il signor Paprocki che entrava. «Sherri mi ha mandata a cercarla. È nell’aula di musica. Mi sa che si è presa la varicella.»
Il signor Paprocki prese immediatamente il volo. La dottoressa Lejeune gli tenne dietro, ancora con la scatola grigia in mano, e appena fu arrivato in fondo all’aula di musica, lei spense la luce.
«Ehi!» strillarono Sherri e il signor Paprocki.
La dottoressa chiuse la porta a chiave e tornò all’asilo. «Voglio sapere quello che succede,» disse.
Il dottor Young era seduto al computer. «Succede?» fece, girandosi. «Che vuol dire?» Vide la scatola grigia. La testa calva gli divenne pallida. «Che ci fa con quello?»
«Spegnerò l’oscillatore temporale fra dieci secondi se non mi dice che cosa sta succedendo,» disse lei, con la mano sull’interruttore. «Questo è l’oscillatore temporale, no? Insieme alle ricetrasmittenti che ha mandato a casa di Carolyn e… dov’è quella di Andrew Simons? Fra i suoi bagagli?»
«Sì,» disse il dottor Young. «Non… cosa vuole sapere?»
«Voglio sapere la verità sul suo progetto, e non mi dica che sta facendo esperimenti sugli odiecroni dei bambini dell’asilo, perché lo so che è solo una copertura,» disse. «Che cosa fa veramente? Ha assunto una casalinga con un marito sempre fuori casa e uno psicologo che non ha fatto sesso per cinque anni, li ha ficcati in quella stanzetta laggiù dove non ci si può muovere senza toccarsi, poi ha spento la luce e ha cominciato a bisbigliargli nelle orecchie a livello infrasonico.» Avvicinò la mano all’interruttore. «Evidentemente lei voleva che avessero una storia, e voglio proprio sapere perché.»
«Non volevo che avessero una storia.»
«Non ci credo,» disse, stringendo l’interruttore fra le dita.
«È vero! Va bene, va bene, le dico tutto! Ma per favore tolga la mano dall’interruttore.»
La dottoressa ubbidì. Il dottor Young crollò su una delle sedioline dell’asilo. «Mi serviva la massima agitazione, ma i messaggi infrasonici e subliminali non erano sufficienti per produrre uno stato emozionale di eccitazione, dunque mi servivano dei soggetti già sotto stress. I più stressati sono quelli che attraversano una crisi di mezza età. Si preoccupano di invecchiare, pensano alla morte, hanno nostalgia del passato. La maggior parte di loro trova una valvola di sfogo per questi desideri…»
«Come scappare via con Lasciatevi Stupire,» disse lei.
«O trovare Dio,» aggiunse il dottor Young, «o farsi prendere dall’ossessione per i figli, per il lavoro…»
«Ma chi ottiene 690 nel Rick non ha valvole di sfogo.»
«Giusto. E ha gli odiecroni al massimo stato di agitazione.»
«E se anche non lo fossero, lei farebbe in modo che si agitassero lo stesso,» disse severa la dottoressa. «Che altro ha fatto oltre che inviare messaggi infrasonici? Ha detto a Sherri di spargere pettegolezzi sull’amico della madre di Shannon Williams che lavora in banca? Ha messo in circolazione il virus della varicella?»
«Non ho niente a che fare con Sherri o la varicella,» disse nervoso. «Volevo semplicemente portarli al massimo stato di agitazione per destabilizzare tutti i loro odiecroni. Gli odiecroni stabili non si lasciano mescolare.»
«Che mi dice di Carolyn e Andrew?»
«Sono semplici fonti di energia temporale, che viene accumulata nell’oscillatore. I veri esperimenti di dislocazione temporale verranno condotti su cavie da laboratorio.»
«Oh. Sono semplici fonti di energia temporale. E come la mettiamo per tutto ciò che gli succederà in futuro?»
«Non gli succederà niente in futuro,» replicò il dottor Young, fissando l’accumulatore come se stesse per scagliarcisi sopra. «L’oscillatore temporale non ha alcun effetto su di loro.»
«Nessun effetto? E tutti i sentimenti che ha sconvolto? Che cosa se ne faranno?»
«Gli passerà tutto appena verranno scollegati dall’oscillatore temporale. Il livello di agitazione tornerà normale, e se ne dimenticheranno completamente. Non so proprio di cosa si preoccupa. Non possono avere una storia visto che Andrew se ne torna in Tibet e ho in programma di rimandare Linda al centro assunzioni appena…»
«Lei ha fatto avere il posto a Linda!» proruppe la dottoressa Lejeune, con la mano che le tremava sull’interruttore.
«Ho dovuto. Carolyn ha ottenuto 690 nel Rick. Tutti gli altri hanno fatto meno di 500. Il suo era un matrimonio troppo felice.»
«E lei voleva la massima agitazione e per questo ha dovuto rovinarglielo.»
«Oh, non penso,» disse il dottor Young, avvicinandosi a lei con cautela. «Suo marito ha fatto 480, e Linda ha ricevuto l’ordine esplicito di…»
«Lei voleva la massima agitazione,» disse la dottoressa Lejeune, tanto infuriata che quasi non riusciva a parlare, «e probabilmente ha preso le uniche due persone al mondo che non ingannavano il coniuge e li ha punzecchiati, eccitati e bombardati di messaggi subliminali finché si sono innamorati e sono sprofondati nella disperazione, e aveva in mente di andarsene e lasciarli così, facili prede della prima barista tibetana o del primo venditore di stoffe colorate che passa, vero? Vero?»
Il dottor Young fece qualche altro passo con estrema cautela. «Secondo me sta esagerando. Hanno fatto più di 600 sul test. Non scapperanno con nessuno. Andrew se ne tornerà al monastero e Carolyn tornerà da suo marito.»
«E tutto il rancore, la sfiducia e il desiderio che si sono accumulati nel frattempo? E tutta quella nostalgia del passato?»
«La utilizzerò nei miei esperimenti di dislocazione temporale,» rispose il dottor Young.
«Col cavolo che lo farà.»
Il dottor Young si lanciò sull’oscillatore temporale e lo afferrò prima che lei premesse l’interruttore. «Non potevo permetterle di spegnerlo,» fece lui. «Lei non si rende conto degli effetti che produrrebbe un improvviso rilascio di tutta questa energia temporale.»
«Troppo tardi,» replicò lei. «Già l’ho fatto.»
Linda telefonò poco dopo che Don fu partito per il meeting statale. «Mi chiedevo se non potrebbe servire una borsa da viaggio. A sentire le previsioni del tempo, sembra che dovremo pernottare qui. Gira ancora la varicella da voi?»
«Sì,» disse Carolyn, «le possibilità di contagio sono ancora alte, per cui sarebbe meglio se non ti avvicinassi troppo a Don. Non ha mai avuto la varicella, e sarebbe terribile se ve la prendeste anche tu e tutte le ragazzine del corso.»
Dopo aver riattaccato, andò a controllare gli ammalati. Liz si era addormentata sul divano con un opuscolo in mano della Texas A M. Susy Hopkins era nel letto matrimoniale. Sua madre aveva chiamato per farle sapere che aveva il turno tardi al lavoro per via di tutti i casi varicella nel reparto pediatria. Wendy non era ancora entrata nella fase critica. Aveva la pelle arrossata.
Carolyn appoggiò la mano sulla fronte di Wendy, aspettandosela calda al tatto, e invece era fredda. Si tastò la fronte. Era calda, anche troppo. Dopo tutto credo di non aver mai avuto la varicella, pensò. Però l’aveva avuta. Al college. In tutto il dormitorio, era stata l’unica a prendersela, e il dottore non era riuscito a spiegarsi come avesse fatto.
Rimboccò le coperte a Wendy. C’era un plaid ai piedi del letto. Lo portò nella stanza di Liz e se lo avvolse intorno sdraiandosi sul letto.
Era stata dieci giorni in ospedale, e il dottore le aveva fatto compilare una lista dei possibili contagiati, e aveva fatto il nome di Don perché le stava seduto vicino alla lezione di psicologia, e così si erano incontrati.
Tremava moltissimo, rannicchiata sotto il minuscolo plaid. Le faceva male la gola. Mi sono proprio presa la varicella, pensò. Solo che è impossibile. L’ho avuta nell’autunno del secondo anno di college. Il semestre in cui Allison era in Europa. Adesso mi ricordo. Si mise la mano sulla guancia bollente e si addormentò.
Si spensero le luci, e non vide più nulla. Lui fece un passo avanti e urtò contro qualcosa. Un cestino. Non si ricordava che ci fosse stato alcun cestino vicino al bar. Tentò di rimetterlo a posto e sbatté il ginocchio contro qualcos’altro. Una sedia. Non c’erano nemmeno sedie nel bar. Tantomeno sgabelli. Lui e il capo valletto di Stephanie Forrester avevano dovuto starsene appoggiati al bancone per bersi i loro fermatempo. Doveva essere già tornato in stanza.