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«È venuta a sapere di Heather,» disse Andrew.
«Siamo molto eccitati che lei lavori con noi,» disse il dottor Young. «Io mi occuperò dell’oscillatore, e la dottoressa Lejeune lavorerà al computer.»
«Da quando?» domandò la donna.
Andrew cominciò a cercare le uscite di emergenza. Ma non sembrava che ce ne fossero.
«Il dottor Gillis mi ha detto che potevo scegliermi i collaboratori di cui avevo bisogno. Gli ho detto che volevo lei come responsabile in seconda.»
La dottoressa Lejeune si stava guardando intorno come in cerca di una racchetta da tennis con la quale colpire in testa il dottor Young. «Gli ha anche detto che secondo me il suo progetto è completamente sballato?»
Avrei dovuto farmi almeno altri due scotch, pensò Andrew. O magari quelle cose che aveva bevuto al matrimonio di Stephanie Forrester. Fermatempo. Sì, gli ci sarebbe voluto un fermatempo.
«Sballato?» ripeté il dottor Young. «Sballato! Il dottor Simons qui presente non pensa che sia sballato. Si è fatto tutto il viaggio dal Tibet per lavorare al progetto. Ci dica, dottor Simons, “sballato” è il termine che le viene in mente per definire questo progetto?»
Il termine che gli veniva in mente era “disastro”. Avrebbe avuto bisogno di diversi fermatempo. Almeno dieci o quindici.
«No,» disse.
«Vede?» disse trionfante il dottor Young alla dottoressa Lejeune. Prese la valigia di Andrew. «Andremo subito al laboratorio e le mostrerò l’oscillatore. Poi le descriverò nei dettagli la mia teoria.»
Il suo primo anno di università non era stato poi così male, pensò Andrew mentre si dirigeva verso la macchina insieme a loro. Aveva dovuto fare da valletto al matrimonio di Stephanie Forrester e quando il sacerdote aveva letto il brano che dice “parli adesso o mai più” tutti gli invitati si erano girati a guardarlo, ma per il resto non era stato affatto male.
La dottoressa Lejeune non rivolse la parola al dottor Young finché non furono arrivati al parcheggio, anche se solo in quel momento lui si rese conto che non c’era posto per tutti e tre sulla Porsche, e le disse di prendere la valigia di Andrew e di andare a cercare un taxi. Andrew, che aveva l’aria stordita per il cambiamento di fuso orario o che forse era semplicemente dispiaciuto di aver lasciato il Tibet, insistette per andare lui stesso col taxi, e il dottor Young occupò l’intero viaggio di ritorno spiegandole che il suo atteggiamento non favoriva la buona riuscita del progetto. Lei si chiuse in un silenzio ostinato.
Lo mantenne quando lui le comunicò che la ricerca non si sarebbe svolta all’università ma in una scuola elementare di una città chiamata Henley che era quasi dalla parte opposta dello Stato, e quando le mostrò l’oscillatore temporale, anche se su quest’ultimo fu piuttosto evasivo. Sembrava una grossa lampada di pietra lavica.
Allora lei si rivolse al dottor Gillis, ma non ottenne niente. Il dottor Gillis ignorò il suo rifiuto di lavorare seriamente al progetto. Peggio, sostenne che gli odiecroni mobili e l’oscillazione temporale concetti erano del tutto plausibili, e quando lei gli disse che a suo parere Max era affetto da una crisi di mezza età, il dottor Gillis si irrigidì e ribatté: «Il dottor Young ha tre anni meno di me. Non lo definirei proprio un uomo di mezza età. Per di più è un uomo troppo intelligente e sensìbile per aver crisi di mezza età.»
«È quello che credevo anch’io,» disse la dottoressa Lejeune, «finché non ho visto la sua Porsche.»
Tornò al laboratorio, dove c’era Andrew Simons che stava fissando l’oscillatore temporale. Aveva un aspetto terribile. Da quando era arrivato Max, non gli aveva concesso un minuto di riposo, ma lei ebbe la sensazione che ci fosse qualcos’altro. Sembrava infelice. Ha bisogno di una moglie, pensò. Dovrei proprio fargli conoscere Bev Frantz. È graziosa, in gamba e nubile. Sarebbe perfetta.
«Come può essere un oscillatore temporale?» disse Andrew. «Sembra una lampada di pietra.»
Giunse il dottor Young, raggiante. «Ho appena parlato con la segretaria della scuola di Henley.» La sommità della testa era di un rosa vivo per l’eccitazione. «Ho deciso che le occorreva un’assistente, dottor Simons, e mi hanno chiamato proprio per dirmi che ne hanno assunta una. Si chiama Carolyn Hendricks. È perfetta. Le darà una mano negli esami, le porterà il caffè e cose del genere.»
«Perché mai deve essere perfetta se l’unica cosa che deve fare è portare il caffè?» fu lì lì per chiedere la dottoressa Lejeune, poi si ricordò che non gli parlava più.
«Ha quarant’anni, è sposata, è segretaria dell’Associazione Genitori-Insegnanti e ha due figlie. Suo marito allena la squadra di ginnastica delle ragazze. La stagione è appena cominciata,» aggiunse, come se anche quello conferisse un tocco di perfezione. «Il che mi fa venire in mente…» disse poi, e scappò via di corsa.
Perché mai il fatto che suo marito alleni un gruppo di ragazzine che fanno ginnastica in body deve essere perfetto?, si domandò la donna. Forse si aspetta che voli via dalle parallele asimmetriche e scompaia nel passato?
«Ha mai sentito parlare di un cocktail chiamato fermatempo?» le chiese Andrew, che continuava a fissare la lampada di roccia lavica. «Lo bevevo quando ero all’università.»
«No,» disse la dottoressa Lejeune, guardando accigliata verso la porta dalla quale era appena uscito il dottor Young.
«Birra e vino,» disse Andrew. «Erano questi gli ingredienti. Il fermatempo.»
«Oh,» disse lei. «Noi lo chiamavamo cataclisma.»
Carolyn lasciò Wendy alla scuola media e diresse verso la scuola elementare.
«Dove dovrei lavorare?» chiese a Sherri una volta giunta in ufficio. «In biblioteca?»
«No,» rispose Sherri, porgendo a Carolyn una manciata di fogli. «Sei al piano di sotto, nella sala musica.»
«E dov’è?»
«Insieme alle aule di educazione fisica. Hanno diviso la palestra in due con dei pannelli adesivi.»
«E l’insegnante di musica l’ha accettato?»
«Ha dovuto. Il Vecchio Scartafaccio le ha rivelato quanto paga il dottor Young per utilizzare la scuola per i suoi progetti.»
«Ma se paga così tanto, perché non gli ha lasciato usare la biblioteca?»
«Non lo so. In effetti la sala musica è piuttosto stretta.»
«Lo so,» disse Carolyn. «L’anno scorso ci ho fatto i test per l’udito. La stanza è a forma di L e l’interruttore della luce si trova in alto, dalla parte opposta della sala, a un milione di miglia dalla zona principale. I ragazzi della terza la spegnevano sempre mentre andavano via e mi lasciavano al buio, perché non ci sono finestre. Non puoi fare in modo che ci mettano nella biblioteca?»
«Chiederò al Vecchio Scartafaccio,» disse Sherri. «Però non capisco perché te la prendi tanto. A me piacerebbe trovarmi rinchiusa in una stanzetta con un uomo affascinante come quello.»
«Il dottor Young?»
«No. Il tizio con cui lavori.» Frugò in mezzo alle carte sul bancone. «Andrew Qualchecosa.» Prese un foglio rosa e lo guardò. «Andrew Simons. E a proposito di uomini affascinanti, com’è quel tuo adorabile marito?»
«“Adorabile”,» disse Carolyn, sorridendo. «Quando riesco a vederlo. Quando c’è il corso di ginnastica è il momento peggiore dell’anno. E quest’anno è stato ancora peggiore perché ha dovuto assumere una nuova allenatrice.»
«Ho sentito che hanno assunto una tipa sui vent’anni che assomiglia a Farrah Fawcett.»
«È vero,» disse Carolyn, guardando la sua raccolta di moduli. «Don era proprio fuori di sé. Ha passato due settimane a fare i colloqui e poi la commissione assume questa ragazza, questa Linda, che non aveva nemmeno fatto domanda.»
«Scommetto che non è per niente fuori di sé,» disse Sherri. «Lui dovrà lavorare con Farrah Fawcett, tu con questo schianto di psicologo… perché a me non capita mai di lavorare con qualcuno che mi faccia girare la testa?» domandò. «Lo sai che cosa mi è successo quando quel tipo, Lasciatevi Stupire, è venuto a casa mia? Mi ha fasciato la testa con un tovagliolo, mi ha mostrato qualche campione e mi ha detto che col rosa ho un colorito giallastro. Non è giusto. Tutti gli scapoli disponibili se li pappano le donne sposate. Come la madre di Shannon Williams.»
«La madre di Shannon Williams?» ripeté Carolyn alzando gli occhi dalle carte. «Credevo che fosse stata la madre di Brendan a filarsela con quel tipo.»
«Infatti. La madre di Shannon si sta dando da fare con uno che lavora in banca con lei. Pare che abbiano passato un sacco di tempo insieme dentro la camera blindata, e poi… a proposito, quanto tempo dovrà passare Don con questa Linda?»
«Sarà meglio che scenda nella sala musica prima che suoni il campanello,» disse Carolyn. «Questo dottor Simons è già laggiù?»
«Non lo so. Per tutta la mattina ha fatto avanti e indietro, portando materiale. Farò un tentativo per la biblioteca con il Vecchio Scartafaccio. E nel frattempo, tu tieni d’occhio questo Andrew Simons. La sala musica è anche più piccola della camera blindata.» Si mise un foglio rosa davanti al collo. «Pensi anche tu che il rosa mi dia un colorito giallastro?»
«Sì,» disse Carolyn.
Andrew collegò l’oscillatore temporale ai monitor di risposta e allacciò l’intera apparecchiatura all’unica presa che riuscì a trovare nella sala musica. Le luci rimasero accese.