129337.fb2 Vivono su livelli - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 3

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La realtà, che non ho confidato a nessuno, è che ogni persona che incontro sembra solo un riflesso di me stessa, e per questo nessuna delle relazioni che ho avuto è stata completamente soddisfacente. Viviamo in questo livello perché questo è ciò che siamo; ma è la vicinanza stessa a rendere vuoto il nostro contatto. E così sentiamo la nostra vicinanza come isolamento, e qui sta l’ironia.

Tutto questo ha senso per te, caro Ram, o sto soltanto fantasticando? Sento che stiamo per arrivare ad una svolta, ma non riesco a definirne la natura; sta accadendo qualcosa di nuovo, ma cosa?

Capisco con tutto il cuore quando parli della frustrazione di essere così vicini eppure così inevitabilmente lontani, ora che tutti e due ci troviamo a Portsmouth. Ma perché dovremmo sentire questo bisogno di incontrarci personalmente? Perché dovremmo sentirci attratti l’una verso l’altro piuttosto che verso coloro che abitano i nostri rispettivi mondi? Credo che sia la nostra estraneità a definire il nostro attaccamento: perché io ti sento come un altro, come un non-me, con un’intensità che è impossibile sul mio livello.

Eppure, forse possiamo incontrarci, Ram, in un certo senso. Se siamo davvero nella stessa città di Portsmouth, proviamoci. Nella Portsmouth che vedo io c’è una lunga strada diritta che attraversa South Park, fiancheggiata da pioppi e cespugli di bacche, con una gigantesca quercia che troneggia all’imboccatura più a sud. Deve avere parecchie centinaia di anni, e perciò sicuramente risale a prima della diaspora. Conosci l’albero? Io sarò là domani a mezzogiorno; e se tu andrai nello stesso luogo, potremmo cercarci. Non chiedere come, perché non lo so. So solo che io sarò là, e spero davvero che ci sia anche tu.

Ascoltando, guardando,

Cass

A Cass Laureling, Livello Rosa, 24 Settembre 2422:

Devo risponderti immediatamente, Cass, perché il tuo messaggio mi trova eccitatissimo — molto più eccitato di quanto tu possa immaginare, perché ci sono notizie meravigliose. Sì, mi troverò sicuramente domani a mezzogiorno sotto la quercia; riconosco il viale che hai descritto e so qual è la quercia che intendi. Ma verrò là aspettandomi molto più che una romantica comunione su livelli separati — sopporterei di essere un’altro «Triste» per la tua «Isolata», ma credo che possiamo fare molto di più.

Cass, tu sai già cosa sono queste creature che ci invadono? Non sono mostri e non sono fantasmi — sono esseri umani! Due gambe, due braccia, cinque dita alle mani e ai piedi; occhi, orecchie, nasi, bocche, tutto. Ora li vediamo più chiaramente ad ogni ora che passa; le loro sagome si fanno nette e chiare e rimangono a fuoco più a lungo. Virna dice che riesce persino a sentirli, anche se io non sono certo di poterlo fare. Lei mi ha ripetuto una delle loro osservazioni: — L’aria è piena di forme.

La creatura che l’ha detto — la persona — ci stava guardando: sulle prime noi sentivamo la presenza di queste nuove persone come umori, tu le sentivi come suoni senza origine, e loro ci vedono come forme. Gli «invasori» sono persone di altri livelli, Cass. I livelli si stanno ricongiungendo.

Non so come o perché. Le barriere tra i livelli sono solo mentali; se quello che dicevi a proposito del nostro isolamento e solitudine è giusto, allora forse il nostro bisogno di contatto sta abbattendo le barriere. Non lo so, e non è poi così importante, no? Così se i livelli si stanno ricongiungendo a Portsmouth, allora siamo nel posto giusto al momento giusto: possiamo incontrarci, incontrarci davvero, e stare insieme.

Quando ho sentito il tuo messaggio, non era più solo la voce del nostro piccolo, grigio mediatore, ho davvero sentito la tua intonazione, i tuoi accenti, la tua voce. Ero sbalordito, ed ho riso; l’uomo sembrava stupito ed ha interrotto la lettura, ma gli ho fatto segno di continuare e lui ha obbedito. Quando ha finito, gli ho detto che cosa avevo sentito, la tua voce dalla sua bocca, e lui ha risposto che il messaggio era stato particolarmente forte. Infatti, per lui la comunicazione era molto chiara da giorni, ma non aveva pensato di domandarsi il perché. Così ottuso, così inerte; non sa affatto cosa vuol dire.

Domani, Cass, vicino alla quercia a mezzogiorno. Ti vedrò là. (Non è incredibile? Ti vedrò là davvero!) Quasi non riesco a crederci. Ma ci credo. Domani.

Ram

A Ram Manjari, Livello Chandra, 24 Settembre 2422:

Sono sopraffatta dalla gioia, dalla speranza: vederti, Ram, incontrarti con lo sguardo, e la mente e il tatto! È difficile da credere, ma succederà oggi. Le antiche pietre della Terra si sgretolano e scorrono, nuovi eventi ci attendono.

Abbiamo visto schiere di persone nelle strade e nelle case di questa città-soglia; non più solo ombre indistinte, ma persone in carne ed ossa, vestite stranamente o non vestite affatto. Nuove facce, nuove voci che parlano con strani accenti. Le loro voci sono chiare, non rombanti o laceranti, e loro ci possono vedere, così come noi li vediamo.

Ruthanan si è rifugiata nel suo punto focale, dove rimane accoccolata e continua a praticare le sue discipline, circondata dalla folla. Le facce estranee abbondano anche qui — specialmente qui. Portsmouth è inondata dal suono dei discorsi, un borbottìo, un ronzio monotono, e nel tumulto è diventato impossibile perfino sentire la mente di Ruthanan. Ci sono uomini e donne di ogni tipo, ed anche bambini. Ci sfioriamo l’un l’altro nelle strade, siamo pigiati insieme in una massa di gente. (Massa!) Non mi ero mai sognata che fossimo così tanti, Ram; è come il giorno del decennale e anche di più.

A mezzogiorno ci incontreremo, fra poco più di un’ora. C’è qualcos’altro che dovrei dire? Ho moltissima paura che non ti piacerò. Ma non voglio pensarci; fra un’ora le mie paure saranno solo fantasmi sbiaditi.

Con gioia, con gioia,

Cass

I livelli si ricongiungono; c’è un’unica realtà dopo tre secoli di polivalenza. Quello che vedo io, lo puoi vedere anche tu, e quello che tu senti è anche nelle mie orecchie. I tuoi colori sono i miei colori, e possiamo toccarci.

In un ampio prato verde dove un’antica quercia allunga le sue ombre accanto ad un sentiero, masse di persone si muovono disordinatamente, spingendosi, c’è un vociare confuso e si levano risate. Qui un uomo grosso con un vestito di pelle, il suo profilo che emana una sfumatura violetta, arringa quelli intorno a lui farneticando sull’imminente catastrofe; qui tre bambini nudi gridano e lottano; qui una ragazza con molti nastri tra i capelli neri è accoccolata e si abbandona a silenziose cantilene; qui un uomo dagli occhi pallidi guarda fisso con cieca meraviglia ed allunga le mani per toccare braccia, spalle, volti. L’erba è schiacciata sotto molti piedi e nell’aria si confondono respiri e sudore.

Cass Laureling si fa strada tra la folla, lentamente, come in sogno, la bocca semiaperta e gli occhi in movimento, irrequieti. Per lei è difficile vedere al di sopra delle teste di quelli che le stanno intorno, ma la quercia dove io e lei ci dobbiamo incontrare si eleva massiccia nel cielo pieno di spettri, e lei vi si dirige. Gomiti che si urtano, voci che borbottano, strani occhi che sembrano puntare chissà dove.

Anche ora non è facile distinguere le sagome; Cass incontra lo sguardo di un uomo calvo e si rende conto con un sussulto che può vedere le altre persone della folla attraverso i suoi occhi, attraverso di lui. Sfiora passando una giovane donna, e la sua spalla penetra nel braccio di lei come se si trattasse di soffice muschio. Forme e colori ammiccano in alto, nell’aria, e fluiscono attraverso i corpi che la circondano. Sorride nervosamente e continua a spingersi verso la quercia.

Trova uno spazio libero sotto l’albero; là è seduta una coppia spettrale, ma i due sono ancora inconsistenti e Cass occupa il loro posto: attraverso di lei sembrano fluire delle correnti e nei suoi occhi si muovono delle ombre, ma per il resto non le provocano alcun danno. Resta in piedi con la schiena poggiata all’albero, e cerca Ram con lo sguardo.

Ma vede solo la folla: centinaia di estranei, migliaia. Ogni tanto una faccia che ha già visto a Portsmouth — o forse no. Sta diventando insicura su chi abbia un volto familiare, e chi strano, e questo è insolito per lei. Rabbrividisce e scruta i visi con ansia, cercando Ram.

Cosa sa di lui? Ha nove anni, potrebbe essere con una donna che si chiama Virna. Che altro, che altro? Facce che ondeggiano e si confondono davanti a lei, forme che planano in basso verso la folla e si condensano in figure umane. Altre ne arrivano ad ogni minuto che passa. Ram, dove sei?

— Ram? — dice titubante, poi più forte: — Ram? — Non vede proprio come lui potrebbe sentirla, con tutto quel chiasso. Ma una voce alla sua sinistra risponde, — Cass?

— Ram… qui, da questa parte! — si alza in punta di piedi per cercarlo. È spinta indietro da due bambini che passano di corsa, sfrecciando attraverso una foresta di gambe, ma lui l’ha vista, ed ora si dirigono uno verso l’altra. Cass deve farsi largo tra la calca di corpi; sta diventando difficile muoversi. Il suo respiro si fa affannoso; sta respirando le esalazioni di altre persone. Ma quanti siamo?

Voci, risate, grida, canti. Strane cadenze, e parole che non sembrano parole. Corpi, piedi, vestiti bizzari dagli strani odori. Corpi che si accalcano, immobili. Aumenteranno ancora?

— Cass! — Appare una mano, tesa verso di lei. — Cass, afferra la mia mano! — Lei lo fa, ma viene spinta, perde la presa. Si spinge verso di lui, gli afferra il polso, e i due scivolano tra la gente uno verso l’altra.

La folla si muove, ed ora li tiene stretti insieme. Cass abbraccia questo ragazzo, questa persona. I loro occhi si incontrano, con un po’ di timore, e i due sorridono.

— Sei proprio tu, vero? — dice lui.

— Sì — lei risponde, ed i loro sorrisi, incoraggiandosi a vicenda, si allargano fino a diventare una risata. I due si tengono stretti, e il resto delle domande verrà solo più tardi.