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Clod spalanca gli occhi "Mortacci..."
"Dai, pago io." Per fortuna ho i soldi.
La ragazza ci da tre bigliettini. "Tieni questo è il tuo..." Me ne metto uno nella tasca di dietro e mi tengo quello di Alis in mano.
Eccola lì. Balla come una pazza in mezzo alla pista.
La raggiungo. "Tieni..."
"Che è?"
"Il tuo biglietto per la giacca" le urlo nell'orecchio.
"Ah grazie! " Se lo infila, tutto accartocciato, nella tasca davanti.
"Senti, senti Caro! Senti che roba!" Chiude gli occhi, Alis, e rotea su se stessa. Alza le braccia e balla, balla come una pazza saltando, cantando, a tempo perfetto, con gli occhi semichiusi, urlando con forza, con gioia, con tutta se stessa. E io ballo davanti a lei, scuotendo la testa, con i capelli folti persi nella musica, agitando le braccia e subito dopo arriva Clod e anche lei si piega su se stessa. E balla divertita e andiamo, ragazzi, che siamo una forza, e ho fatto proprio bene a venire a questa festa. E il dj è un mito, scratcha che è una meraviglia! Entra con i Finley, passa per Battisti, si supera con Tiziano Ferro e poi di nuovo la Pausini. Grande dj, splendida musica e tutti ballano e luci riflesse e una palla magica sopra di noi rotea con i suoi specchietti. E laser e fumo e suoni e ritmo e ci perdiamo nelle ombre della disco. Sembriamo una marea improvvisa, un mare danzante, onde di musica, riflessi di sorrisi nell'ombra, braccia alzate che vanno a tempo. Ed è follia e sono risate, senza bere, senza sigarette, senza nessun altro tipo d'aiuto, così, pazze e naturali, con il coraggio di essere vivi, liberi, senza pensieri, abbandonati su tutte quelle note. Ecco che entrano!
"Macho macho mani... I Village People! "
"Fichissimo!"
E balliamo tutte e tre vicine, facendo gli stessi movimenti, precisi, perfetti, esattamente a tempo.
"Macho, macho man, l" ve go to be, a macho man! Macho, macho man l" ve got to he a macho! Hey!"
Allegre come non mai. E poi, all'improvviso, la musica lentamente si abbassa. La voce del dj entra calda, perfettamente morbida, in punta di piedi quasi.
"E ora una dedica speciale... Un ragazzo per la sua lei... Lei che ha sempre continuato a cercare..." Ride il dj. "Deve essere veramente innamorato il tipo... Lei che finalmente ha ritrovato... " E ci lascia così, con quest'ultima frase che si perde nel buio della sala mentre entrano le prime note di Shine on.
No, non ci posso credere. La mia canzone. Quella che mi ha regalato Massi. Coppie nel locale si abbracciano. Ragazzi e ragazze si perdono nel loro bacio. Lentamente, a tempo, seguendo le morbide note.
"Are they calling for our last dance? I see it in your eyes. In your eyes. Same old moves for a new romance. I could use the same old lies, but I" ll sing, shine on, just, shine on!"
Una coppia abbracciata davanti a me. Baci interrotti da qualche piccolo spiraglio di luce. Lui le accarezza il viso sorridendo. Un'altra coppia... Ballano lenti, lui ogni tanto le prende con la mano i capelli, li alza, li lascia cadere, e poi sorridendo la bacia, poco più in là un'altra coppia che balla guardandosi negli occhi, come se intorno non esistesse nessuno, come se noi, nessuno di noi fosse qui, solo loro due e tutto il loro amore. Poi una voce improvvisa alle mie spalle.
"Sei tu che ho sempre cercato..." E poi le sue braccia che mi stingono da dietro.
"Sei tu che stasera ho ritrovato..." Chiudo gli occhi. Non ci credo. E poi la sua voce.
"Te lo chiedo di nuovo... Dimmi che non sei un sogno..."
Mi giro. Il suo sorriso. "Massi!"
Ci guardiamo negli occhi. Mi sembra di impazzire.
"Non ci posso credere... Non ci posso credere..."
"Shhh..."
Sorride. Mi mette un dito sulle labbra. E poi indica in alto, la nostra canzone..
"Close your eyes and they" ll all be gone. They can scream and shout that they" ve been sold out, but it paid for the cloud that wè re dancing on. So shine on. Just shine on!"
"Vedi.." E si avvicina. E mi bacia. E mi sembra che il mondo si fermi. E sento le sue labbra, la sua lingua e mi perdo nel suo sapore come magico. E ho quasi paura ad aprire gli occhi... Ditemi che non sto sognando... vi prego, ditemelo! E quando apro gli occhi lui è ancora lì, di fronte a me. Sorride. Mi sembra più bello di allora, del mio ricordo, di sempre. E non trovo le parole, non riesco a dire niente. Vorrei raccontargli tutto: sai, mi sono persa il numero, l'avevo scritto sul telefonino, me l'hanno rubato in autobus, allora sono tornata dove ce l'eravamo dato, ma avevano pulito la vetrina, sono andata quasi ogni giorno alla Feltrinelli, bè insomma, almeno una volta alla settimana, anche l'ultima, quella che è passata, ma di te... nessuna traccia. Ecco, vorrei dire tutto questo anche di più. Ma non riesco a dire nulla. Lo guardo negli occhi sorrido. Sembro quasi ebete, come solo l'amore può renderti. E non mi viene veramente niente da dire, solo un sorriso pazzesco e poi: "Massi...".
E poi di nuovo: "Massi...".
E lui penserà che sono stupida o idiota o che ho fumato o bevuto o smesso da tanto di andare a scuola se non riesco a formulare nessuna frase!
"Massi..."
"Carolina... che c'è... dimmi..."
"Mi ridai il tuo numero per favore... E dimmi anche dove abiti, dove vai a scuola e in palestra... "
E lui ride e mi prende per mano e mi rapisce tra la gente. E un attimo dopo sono dietro la cassa, tiro fuori il bigliettino e prendo al volo il giubbotto e poi su per le scale e siamo per strada, fuori dal Piper. Mando un messaggio a Clod e anche ad Alis mentre salgo dietro di lui, sulla sua moto. E via. Accende e parte e io mi piego e mi abbraccio a lui e mi perdo così, felice nel vento della notte. Fa un po'"freddo e mi stringo un po'"più forte a lui. Non ci posso credere. Ma allora i miracoli avvengono sul serio! Volevo incontrarlo di nuovo. E ci sono stati mille giorni che avrei fatto di tutto, che avrei rinunciato a qualsiasi cosa perché questo accadesse. E ora? Ora sono dietro di lui. E lo stringo più forte. E ci guardiamo nello specchietto e lui mi sorride e mi guarda curioso, come a dire "perché questa stretta?". E io non rispondo. Lo guardo e sento i miei occhi colorarsi d'amore. Poi li chiudo e mi lascio portare dal mio sospiro... e dal vento.
Poco più tardi, È tutto fermo. Perfino le foglie degli alberi sembrano non voler fare rumore, quasi sospese, così, in un silenzio di una notte magica. Siamo sotto la luna in un grande prato. "Vedi lì..." Massi mi indica dei grandi cespugli su una collina. "Non si vede ma c'è un castello, questa strada si chiama dell'Acqua Traversa. Venivo a correre qui quand'ero piccolo perché io abito dietro la curva, in via dei Giornalisti."
E io sorrido. Anche se qualcuno mi fregherà il telefonino io potrò trovarlo sempre. Poi faccio un lungo respiro. Ora sono sicura solo di una cosa. Da oggi ci perderemo solo se noi lo vorremo. E spero che questo non accada mai.
"A cosa stai pensando?"
Abbasso gli occhi. "A niente..."
"Non è vero." Poi sorride e inclina un po'"la testa, "Dì la verità, mi hai detto una bugia, eh?".
"Su cosa?"
"Il telefonino rubato, la vetrina... che sei andata spesso dove c'eravamo conosciuti! Non c'è niente di vero? All'inizio non mi avevi neanche riconosciuto..."
Mi avvicino. Lo guardo negli occhi. E improvvisamente mi semlra di essere un'altra. Sedici anni, diciassette, oddio... Forse diciotto! Convinta, sicura, serena, determinata. Donna. Come solo l'amore ti può trasformare.
"Non ho mai smesso di pensarti." E gli do un bacio. Lungo. Appassionato. Caldo. Morbido. Amorevole. Avido. Sognante. Affamato. Passionale. Sensuale. Preoccupato... Preoccupato? Mi stacco e lo guardo negli occhi.
"Non andartene mai più..."
È vero, l'ho fregata a Rusty, ma il libro chissà se uscirà... e poi... Ma quanto è bella questa frase? Massi mi guarda. Sorride. Poi una carezza delicata tra i capelli, la sua mano imprigionata. Io mi ci appoggio, come fosse un piccolo cuscino e mi ci perdo, posandoci le labbra. Sulla sua mano, così, debolmente dischiuse. Come le ali di una delicata farfalla, respirano il suo sapore, quel fiore nascosto... I" uomo che stavo cercando. L'uomo della mia vita. Che parolone...
"Vieni, monta." Mi rimetto il casco e sono subito dietro di lui. Ia moto sale su per una strada sempre più stretta, scodinzola, scivola su qualche sasso rotondo che slitta sotto di noi e salta via dal sentiero perdendosi nell'erba alta lì intorno. La luna ci guida di lassù. E la moto fugge lungo il viottolo e ancora su, più su, tra l'erba alta. E le sue grandi ruote sicure piegano le spighe, il verde, le piane selvagge e io mi stringo a Massi mentre continuiamo a salire su per la collina.
"Ecco, siamo arrivati."
Massi fa scattare il cavalletto laterale. Poggia la moto a sinistra, mi aiuta a scendere. Mi levo il casco, lo poggio sul sellino.
"Vieni..." Mi prende per mano. Lo seguo. Dietro un grande alloro c'è una piccola piazzola. Uno sterrato di terra rossiccia, al centro c'è un pozzo fatto di mattoni antichi. Arrotondato, con un secchio di zinco mezzo rotto poggiato lì di lato, e una carrucola in alto ancora attaccata a un vecchio arco di ferro antico, nero, come un arcobaleno fatto però di solo ferro, privo di colore, che sparisce così sui bordi di quello stesso pozzo.