142413.fb2
"E che, già sei preoccupata su cosa vi faccio mangiare? Ancora non ci ho pensato!"
"Che sciocco che sei..."
"Comunque solo cose semplici! Mica sono bravo come te. Scommetto che Caro ha voluto la carne che piace a lei e patate fritte."
Si mette a ridere. "Sì, bravo, ci hai preso..." Il momento sembra essere passato. Mi guarda, le sorrido.
"Allora vi aspetto?"
"Veniamo di sicuro. Posso portare anche Ale se può?"
Batto i piedi sul divano. Agito i pugni. Ma perché? Sento ridere dall'altra parte del telefonino. "Ma certo, ci mancherebbe. Se è d'accordo Caro!"
Mi guarda.
"Caro ha detto di sì."
Mamma mente e chiude.
"Ma non è vero, non è vero. Io non sono d'accordo! Non ho detto di sì!"
"E dai, buona, che poi ci rimani male se non lo dici a tua sorella."
Mi tira giù sul divano, mi fa cadere sui cuscini e poi lotta con me. "No, mamma! Non resisto! Non mi fare il solletico! Non ce la faccio!" Scalcio, agito la testa a destra e sinistra, cerco di liberarmi.
"E" vero che vuoi che venga Ale? "
"Sì, sì, basta, basta, sono felicissima se viene! Ahia! Basta!"
Mamma mi lascia andare. "Oh, così mi piace la mia piccola figlia."
Mi sistemo meglio sul divano. "Ok, viene, ma se dopo che glielo abbiamo detto non vuole venire per ragioni sue, perché ha altro da fare, giuro che se divento brava a tennis la prendo a pallate!"
Mamma si mette a ridere e riesce solo a dire una cosa. "Non giurare Caro!"
Mi sono sempre chiesta come fanno a infilare le navi nelle bottiglie di vetro. Mi sembra un po'"come quando provo a farmi entrare in testa le regole di geometria. Sono troppe per le dimensioni della mia testa!
Nonno Tom ha tre bottiglie così in salotto e tutte le volte che le guardo mi pare impossibile.
"Nonno, lo so che me l'avrai già spiegato da piccola, ma non me lo ricordo più!"
"Cosa, Carolina?"
"Come si fa a mettercele dentro se sono più grandi del collo della bottiglia?"
Nonno si gira e mi vede vicino alla mensola, con una nave in mano. Si mette più comodo sulla sua grande sedia nera, al tavolo da lavoro. Appoggia bene la schiena e sorride.
"Sì che te l'ho raccontato."
"Ma ridimmelo, così magari capisco come fare con geometria... "
"Che c'entra geometria?"
"Poi te lo spiego. Dai, dimmi! " e mi metto per terra a gambe incrociate.
"Va bene... Allora, una volta la gente aveva paura di andare per mare perché non era come oggi, le imbarcazioni erano meno sicure, si viaggiava per giorni senza sapere quel che sarebbe successo. Così i marinai si affidavano alla buona sorte e alla preghiera. Per rendere tutto questo più concreto si portavano dietro degli oggetti portafortuna, un po'"come fai tu con quel coso di pelo quando vai alle interrogazioni."
"Ma dici il cucciolo di orso, il portachiavi?"
"Quello."
"Non lo uso più da una vita, nonno! "
"Brava, si vede che sei cresciuta..."
Mi prende in giro. "Ma che! Deve aver perso i suoi poteri... alle ultime interrogazioni avevo preso insufficiente!" Si mette a ridere.
"Si vede che non ci credevi più abbastanza. Invece i marinai ci dovevano credere tanto se pensavano che qualche santino, amuleto o ciocca di capelli potesse proteggerli da tempeste, ammutinamenti e pirati. Il problema era però conservare e proteggere questi oggetti, specie quelli che si rovinavano più facilmente, in un luogo sicuro dall'umidità. Mica avevano le casseforti personali o stagne, L'unica soluzione era proprio una bottiglia! E pian piano, l'oggetto che si cominciò a vedere più spesso nelle bottiglie era proprio il simbolo della loro vita, la nave. Per infilarcela facevano così. Facevano passare dentro il collo il modellino completo, con vele ed alberi piegati a cui erano attaccati dei lunghi fili che poi venivano tirati e così si alzava l'alberatura."
"Ah!"
"E le usavano come portafortuna ma anche come mercé di scambio."
"Ma tu ne hai mai fatta una?"
"Sì, una di quelle tre! Quella più alta."
"Noooo! E come hai fatto?"
"Si costruisce prima la nave fuori, poi si smonta e si costruisce all'interno col metodo del filo."
"Ma ci vuole un sacco di tempo! "
"E di pazienza! Come nella vita."
"Nonno, ne facciamo una?"
"Ma se l'hai detto tu che ci vuole tanto tempo... Caro, ti annoieresti dopo dieci minuti. E per questo tipo di hobby ci vuole costanza!"
"Sì però allora voglio fare qualcosa con te, sei così bravo! Che si potrebbe fare?"
"Oggi c'è vento, vero?"
"Sì, perché?"
"Allora che ne pensi se regaliamo a nonna una cosa?"