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"Sì, ma è troppo da comunione."
"Cioè?"
"Mette tristezza!"
"Ma che vuoi dire?"
"Che non è allegra. Non va, non va" e continuo a ipotizzare una serie di frasi che non so proprio come mi vengono. A un certo punto me ne esco perfino con un "Per un futuro celeste..." perché i fiori di quella pianta sono chiaramente di quel colore! E alla ne trovo qualcosa che sembra andare bene a tutt'e due.
"Gira, gira qui!"
Mi sono distratta e glielo dico all'ultimo. Mamma segue subito le mie indicazioni, prende e fa una curva quasi a gomito scendendo giù per la discesa che porta al Tevere. La macchina slitta un po', sembriamo due pazze.
"Ma stiamo andando sul ume."
"Eh..." Non dico altro. Fa ancora qualche metro.
"Ecco, siamo arrivate!"
Mamma rimane a bocca aperta. "Ma è un barcone! "
"Eh, bello, vero?" Suono il clacson tra le mani di mamma sul volante e scendo veloce dalla macchina portandomi dietro la pianta.
"Rusty... siamo arrivate, siamo qui!"
R. J. esce sorridendo dal barcone e corre sulla passerella.
"Ecco le mie donne preferite! " e mi prende in braccio e mi fa fare un giretto sporgendomi sul fiume con tutta la pianta in mano.
"Aiuto!" Ma tra le sue braccia non ho paura. Poi mi posa facendomi cadere sulle tavole in legno dopo la passerella e corre fuori a prendere mamma.
"Vieni... vieni che ti faccio vedere."
"Ma non è pericoloso? Non ci sono i topi?"
"Ma che! Guarda che ho fatto..." indica per terra una serie di piattini pieni di alici, lungo la strada. "Ho i gatti da guardia..."
"I mickey mouse non possono passare se non come fumetto. Venite, venite, che vi faccio vedere" ed entra dentro e ci mostra tutto il barcone. "Allora, qui c'è la cucina, questo è il salotto, e qui invece c'è la camera da letto. "
E noi lo seguiamo estasiate. Non ci posso credere, l'ha trasformata sul serio, sembra un altro posto. Tende azzurre e bianche e celesti e tavoli chiari di Ikea perfettamente montati.
"Ecco, tutti questi mobili mi ha aiutato a montarli Caro..."
Mamma mi guarda soddisfatta.
"Ma non è vero, ho fatto solo qualcosìna."
"No, no, ha fatto molto. E infatti guarda qua" e ci conduce in una piccola stanza tutta chiara, che si affaccia sul fiume con una bellissima vetrata e un tavolo grande, con sopra anche il suo computer che mi piace tanto... anche perché è molto più veloce del mio!
"Questa è la tua stana, Caro. Quando vuoi, vieni qui a studiare. Tra poco avrò anche l'ADSL e così non ti mancheranno le tue amiche Alis, Clod e tutti quelli su MSN..."
" No ! Non ci posso credere, mi hai messo anche la foto di Johnny Depp! Cavoli, ma è stupenda questa stanza! " Anche perché è molto più grande della mia. Ma questo non lo dico.
"Mamma, posso venire qualche volta a studiare?"
"Certo, basta che studi sul serio, secondo me qui ti distrai e basta."
Rusty mi abbraccia. "Ma no. Qui c'è una calma, una tranquillità, nessuno che urla o fa rumore. Molto più che a casa."
Mamma e lui si guardano. Rimangono per un attimo in silenzio. Poi Rusty vede la pianta o forse fa finta che se ne accorge solo in quel momento.
"Ehi, che bella! Ma cosa mi avete portato... Un fiordaliso" si avvicina e prende il biglietto. "Per il nostro scrittore, perché tu sia felice!"
Rusty sorride. Chiude il biglietto e se lo mette nella tasca del giubbotto. "Lo sono, ora che siete qui, lo sono. Forza, andiamo a tavola!"
Bè, vi assicuro, un pomeriggio bellissimo. Rusty James ha preparato la tavola in salotto, vicino alla finestra più grande, quella baciata dal sole. Perché oggi, anche se siamo a fine novembre, c'è stato un sole bellissimo.
Insalata di riso, vari antipastini prima, di quelli che piacciono a me, mozzarelle piccole, piccoli wurstel, e poi olive, piccoli pomodori conditi, piccoli peperoni, di quelli tondi ripieni con tonno e capperi. Insomma, tutto piccolo.
"Questa è una specialità, l'ho presa apposta per voi... sono i tomini alle erbe."
Boh, io non sapevo cos'erano. Neanche mamma. Però l'abbiamo assaggiato e c'è piaciuto. Un formaggio morbido, non troppo grasso, non troppo saporito, con sopra tutte delle erbette. E poi uno spumante bello freddo, ghiacciato. Pum! E bello quando saltano liberi, i tappi, senza essere trattenuti da niente. E Rusty l'ha aperto indirizzandolo fuori dalla finestra aperta, verso il fiume. E il tappo ha fatto un volo lunghissimo e poi... spluk! E atterrato in mezzo al Tevere, è andato sott'acqua ed è tornato subito su, in superficie. L'abbiamo guardato scivolare via, così, libero, nella corrente, diretto chissà dove.
"Mamma, posso berlo anch'io?"
"Per oggi..."
"Sì, certo." E così lo bevo e mi metto lì ad assaggiare anche quella bella insalata.
"Ma che sono queste?"
Rusty sorride. "Foglie di spinaci."
"Così grandi?"
"Sì, così grandi."
Mamma le taglia con il coltello. "Uhm, buone, ci hai messo dentro anche la pera, il formaggio parmigiano", poi sposta alcune foglie e arriva al fondo. "Pinoli e uvetta! "
"Sì, e l'ho condita con l'aceto balsamico."
Assaggio meglio. "Ecco cos'è questo sapore che pizzica."
"Non pizzica!"
"Per te pizzica sempre tutto! " E ridiamo. E mi sembra di stare come a casa, anzi, in una nuova casa, più tranquilla però. E vero, non ci sono rumori. Si sta proprio bene. E mangiamo in silenzio. Rusty ha anche un piccolo stereo in salotto. A un certo punto si alza e mette un cd. Coldplay. X&Y. Bellissimo, l'ho sentito una volta sola ma mi è subito piaciuto. Forse perché c'è quella canzone con quella frase che dice "You don" t have to be alone, You don" t have to be... all alone at home..."