142413.fb2 Amore 14 - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 58

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"Sì?"

"Hem, ciao."

Non riconosco la voce lì per lì. "Chi sei?"

"Debbie."

"Debbie! Ciao! Ti apro!"

Premo sul citofono il tasto del portone giù e aspetto. Debbie? E" tanto che non la vedo. Troppo! E mi dispiace perché per me è fortissima. Chissà che vuole. A quest'ora poi. Apro la porta di casa e sento l'ascensore che sale. Si ferma. Debbie esce e mi vede che l'aspetto.

"Ciao, Caro, allora eri proprio tu al citofono. Non credevo fossi a casa. Pensavo fosse tua mamma."

"Debbie! Vieni, entra. No, oggi siamo usciti prima. Mamma è al lavoro..."

Mi segue e chiudo la porta.

"Vieni, andiamo di là. Vuoi qualcosa da bere?"

"No, grazie." Mi sembra un po'"strana. Si guarda in giro. "Ma sei sola?"

"Sì, sono tutti fuori. Torneranno tra un po'."

Non capisco ancora bene che ci fa qui. "Allora, Debbie, come stai? Che mi racconti?"

"Bè, tutto abbastana ok."

"Lavori ancora in quel negozio?"

"Sì, quello di abbigliamento. Mi trovo bene, poi con l'orario parttime riesco anche a seguire qualche lezione in Facoltà, la mattina. E tu che mi racconti?"

"Eh, a scuola va come sempre, quest'anno ho l'esame e sto sempre con le mie amiche Alis e Clod! "

"E coi tuoi tutto bene?"

"Bè, sì, le solite cose. I litigi perché secondo loro esco troppo, Ale che mi stressa come una vecchia babbiona di cent'anni e R. J. che è sempre R. J. Ma questo tu lo sai bene! "

Le sorrido e faccio la complice. Cala uno strano silenzio. Debbie è una tipa che mi piace tanto, è simpatica, intelligente e mi ha sempre trattato come una sorella. E poi è la ragazza di Rusty James e lui fa sempre le scelte giuste ! Però oggi c'è qualcosa che non va. Non mi sembra la stessa Debbie.

"Senti, Caro..."

"Dimmi!"

Prende la sua borsa e la apre. La riconosco. Me l'ha fatta vedere Rusty quando gliel'ha comprata, prima di regalargliela. E" di quelle grandi, quadrate e schiacciate che si portano a tracolla. Cerca qualcosa.

"Potresti farmi un favore?"

"Certo!"

Tira fuori una busta color celeste, di quelle fatte con la carta tutta lavorata a strati, che sembra ricamata, molto bella. Chiusa ma non sigillata.

"Potresti dare questa a Giovanni, dopo, quando torna?"

Ci sono domande che ti spiazzano. Che non capisci se sei scema tu che non le capisci o sono proprio loro che non hanno senso. Nel dubbio ti viene da stare zitta. Come dopo, quando torna?, penso. Giovanni non torna. Ma come, Debbie non lo sa? Impossibile. Non riesco a dirle niente. Che vuoi dire? Che succede?

Debbie mi porge la busta. La prendo.

"Ma non puoi dargliela tu quando lo vedi, scusa?" le dico.

Debbie sta zitta. Si guarda i piedi. Nonno Tom dice sempre che quelli che si guardano i piedi vorrebbero scappare. Cavoli, ma allora... ma che, vuole scappare Debbie? E perché? Voglio capirci qualcosa.

"Tanto è sabato, vi vedrete stasera quando esci dal negozio, no? Poi mi sa che lo vedi più spesso tu che io, Rusty..."

"In che senso?"

"Come in che senso, da quando è andato via mica lo vedo tutti i giorni. Cioè, ci vado al barcone, ho anche la mia stanzetta, ma non ci vado sempre sempre..."

Debbie alza di colpo lo sguardo. Mi fìssa. "Ma perché scusa, non sta qui? Che barcone?"

A questo punto non ci capisco proprio più nulla. Ma non sto parlando con Debbie, la simpatica Debbie, la mitica ragaza di mio fratello?

"Il barcone, quello sul Tevere!"

Debbie mi sembra come una bimba che si è persa nella confusione del luna park e non trova più i genitori. Non è possibile che non sappia nulla. Allora sono io che mi sono persa qualche puntata fondamentale. Mi butto.

"Scusa, Debbie, ma da quant'è che non vedi mio fratello?"

"Un po''..."

"Un po'"tipo da qualche ora o un po'"tipo da un bel po'?"

Debbie mi guarda e vedo che gli occhi le si inumidiscono. Mi rendo conto che di puntate magari non me ne sono perse tante, ma solo quella più importante. Si devono essere lasciati. Mi sorride un po'"imbarazzata.

"Non sapevo che non abitasse più qui..." e lo dice col tono di li ha appena ricevuto una sberla di quelle forti, che non ti aspetti e lì per lì non sembra nemmeno che ti faccia male. Ma di certo ti lascia senza parole. E io non so proprio che fare, che dire o come uscirne ma per fortuna mi salva lei che guarda il suo orologio.

"Scusa, Caro, è tardi, devo andare." E torna sorridente e leggera come sempre e va verso la porta di casa quasi saltellando. "Mi fai il favore di dargli quella lettera quando lo vedi?"

"Sì, sì" le dico mentre la seguo verso la porta. E se per caso sta male non lo fa proprio vedere. Apre la porta e chiama l'ascensore che arriva subito. Doveva essere al piano subito sotto. "Ciao... e grazie." Mi fa un bellissimo sorriso, poi entra nell'ascensore, spinge un bottone e sparisce.

Rientro in casa. Mi siedo sul divano. Guardo la busta che ho appoggiato sul tavolino di vetro appena lei si è alzata. Ma che è successo tra quei due? Ora chiamo Rusty e me lo faccio spiegare. Uffa. Ma per una volta che c'è una coppia bella che funziona... Mica si saranno traditi? Lui? Lei? Nooo, non ci credo, non è possibile. Se è così Rusty mi sente. E se è stata lei, mi sente lei. Sto per prendere il cellulare ma poi cambio idea. Di certe cose non si può parlare al telefono. Gli scrivo un sms.

"Ciao! Quando possiamo parlare un po'"a voce? Ho anche una cosa da darti" e invio.

Guardo di nuovo la busta. Non è chiusa. Forse lì dentro c'è la risposta. Basterebbe un attimo. Tanto nessuno se ne accorgerebbe. La prendo e me la rigiro tra le mani. Non mi va che quei due si lascino. Ma anche se apro e leggo, che risolvo? D'altronde possono saperlo solo loro due cosa fare... Sì, però vorrei saperlo anch'io. Scusa, io ho sempre fatto il tifo per loro! E poi se devo fare la postina, avrò diritto a un premio, no?

Sfilo piano il triangolo di carta azzurra. Prendo il foglio all'interno, piegato in due. Lo apro.

"Amore, scusami..."