142413.fb2 Amore 14 - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 61

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"Boh, non so. E" una vita che voglio un cane... e ora venire qui e vedere tutti questi così belli... e poi prigionieri... e poterne scegliere solo uno... e in più... per tua cugina!"

"Bè, se ti può far stare meglio mia cugina è molto simpatica e crina. Però, appena ho avuto la macchinetta, la prima persona con la quale ho desiderato uscire sei stata tu! E poi..."

"Poi?"

"Lei mica l'ho baciata!"

"Cretino" gli do una botta sulla spalla.

"Ahia! Guarda che apro le gabbie e ti scaglio tutti i cani contro."

"Sì, ma loro mordono te. A me mi salvano, lo capiscono subito che a te non te ne frega niente, che sei un misero opportunista! "

"Pure. Dai, dammi una mano, tieni questo" mi passa un cavetto, poi prende il telefonino e lo collega con il computer.

"Che fai?"

"Così scattiamo le foto di quelli che ci sembrano più carini, e poi ci penso un po'"su."

"Allora io ti servivo solo perché non potevi farlo da solo!"

"Ma che, è che tu ci capisci... Così mi dici quale ti sembra più carino e più sano."

"Sono tutti carini e sani."

"Ecco appunto. Va bè, comunque ne dobbiamo scegliere uno. Mi aiuti?"

"Ok..." Sbuffo. "Maschilista!"

"Ma che c'entra! " Gibbo si mette a ridere e scatta la prima foto proprio a me. Che compaio direttamente sul suo computer.

"Ehi, ma io non sono un cane! "

"Era per provarlo. Dai andiamo" e ci avviciniamo alle gabbie. Ma quanto sono carini, hanno dei musi troppo buffi, sono teneri. Piegano la testa di lato e ci osservano, alcuni neanche abbaiano. Secondo me hanno capito che dalla nostra decisione dipenderà un po'"tutta la loro prossima vita. Io me li porterei via tutti.

"E questo?" Ne indico uno. "E quest'altro. E anche questo."

"Ma sei una indecisa! "

"In fatto di cani sì! " e alzo le spalle. E Gibbo scuote la testa e continua a seguirmi e a me piacciono tutti. Ora hanno un po'"familiarizzato. Mi corrono incontro, mi abbaiano e appena allungo la mano si strusciano. Vogliono essere accarezzati.

"Hanno bisogno d'amore."

"Come il 70% delle persone."

"Gibbo! " Continuiamo a scattare foto. Addirittura a dare i nomi. E Gibbo scrive pure il tipo di razza e le particolarità ! Non so come ha fatto ma uno con il telefonino e il computer può andare su Internet e capire che tipo di povero bastardo, nel senso di cane abbandonato, abbiamo davanti. Alla fine non ho dubbi. Il cane che si beccherà quella cugina fortunata si chiama Joey! Gliel'ho dato io il nome !

"Ehi, ma come si chiama tua cugina?"

"Gioia."

"Perfetto! Vedi a volte come capitano le cose."

E anche quel ritorno a casa non è capitato per caso.

"Ciao."

"Grazie Caro, che mi hai aiutato. Non avrei saputo quale scegliere..."

"Oh, figurati, mi sono divertita un sacco. Senti, mi mandi poi via email le foto di quell'altro?"

"Quale?"

"Il cocker."

"Perché, ti piaceva di più quello?"

"No, il mio preferito è Joey! Però anche Lilly se un giorno potessi... bè, mi piacerebbe. Almeno ho la foto! Ti avrei chiesto quella di Joey ma poi sono triste che ce l'ha tua cugina! "

Gibbo ride. "Ok, dai, ci vediamo domani a scuola."

Non faccio in tempo a entrare dal portone che una mano che sbuca da dietro al cespuglio mi afferra al volo.

"Dove sei stata?!"

"Cavoli che spavento! Lele... Che ci fai qui?"

"Ti ho chiamata e avevi il telefonino spento."

"Sì, si è scaricato."

"Fai vedere."

"Ma Lele..." E strano. Assurdo. Sembra un altro. Mi fa paura. "Sul serio lo vuoi vedere? Ti sto dicendo la verità. Non avrei raione di mentire." E in quello stesso momento poi penso... ma io... non dovrei giustificarmi. E di che poi? E con lui? Perché? Comunque mi metto la mano in tasca e tiro fuori il mio Nokia. Glielo sto per dare. Improvvisamente cambia espressione. Si rilassa. Diventa più tranquillo.

"No. No. Scusa. Hai ragione. E" che per un attimo..." e non dice nient'altro, rimane così, in silenzio. "Ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa."

Non è vero. Non è per quello che si è preoccupato per me. Si era preoccupato per lui, per la paura che io potessi uscire con un'altra persona.

"Andiamo a mangiare qualcosa insieme stasera?"

Gli sorrido. "Non posso."

"Dai, vorrei fare pace."

"Non abbiamo mica litigato. I miei, se li avviso così tardi, non un mandano."

"Inventati qualcosa."