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"Ormai dobbiamo stare attenti... C'è sempre il pericolo di qualche scoop."
"Certo" ride Alessandro.
"A meno che..."
"A meno che?"
"Tu non ti presenti ai miei."
"Be, a Ben Stiller in Ti presento i miei... gli succedeva di tutto..."
"Sì, ma non credo che i miei genitori riderebbero come si rideva in quel film."
"Dai, al massimo tuo padre sarà come Jack Byrnes."
Niki chiude lo sportello. "Dai, scherzo, sono sicura che con te ce la possono fare."
Alessandro sorride. "Ti farò sapere quando mi sento pronto. E soprattutto quando mi convinco che i tuoi ce la possono fare..."
Poi accende e si allontana. Guardando nello specchietto la vede salutare da lontano. Alessandro tira fuori la mano dal fine strino e la saluta. Poi la vede girarsi e tornare verso casa. Che bella ragazza. È simpatico pure il fratello. Certo, così ragazzino e già così ricattatore. Ma i difetti tra fratelli non si trasmettono. O sì? E per un attimo vede in pericolo tutta la sua vita. Poi si ricorda qualcosa e vede in pericolo soprattutto la sua serata. I suoi genitori lo stanno aspettando per cena.
Sessantatré
Mauro arriva col suo Kymco sfondato sotto casa di Paola. Alza la testa e la vede affacciata sul balcone. Sta fumando una sigaretta quando improvvisamente si accorge di lui.
"Ehi, eccoti!" Mauro la saluta da sotto con un cenno della testa. "Aspe che scendo!"
Paola spegne la sigaretta per terra, ci salta sopra con le sue zeppe nuove e poi da un calcio al mozzicone che vola sotto la ringhiera, finendo poco lontano da Mauro. Lui scende dal motorino e ci si siede sopra. Poco dopo Paola esce dal portone. Certo che è bella, pensa Mauro, ma che dico, è bellissima. Così alta poi. Le sorride. Paola sgrana gli occhi felice, curiosa, adrenalinica.
"Allora? A Ma, ma che fine hai fatto? T'ho chiamato fino a pochi minuti fa. Avevi il cellulare sempre spento. Poi ti lamenti
iquando lo faccio io. T'ho chiamato pure a casa ma non sape
ivano
niente di dove stavi... Che fine avevi fatto. Guarda che
jsono preoccupati..."
I"Se preoccupano quando je va a loro."
|Paola si avvicina a Mauro e gli appoggia le mani sui fianchi.
I"Allora? Dai racconta. Ma che, è durato così tanto il provino?"
IPaola non stacca la mano sinistra dal fianco di Mauro ma la gira
>'per guardare l'orologio.
S"So le nove e un quarto..."
I"Ammazza, ma mi hanno tenuto una cifra, eh?"
|"E dai, dimmi qualcosa, sono troppo curiosa."
L
"Mi hanno segato."
"No... mi dispiace, amore."
Paola lo stringe, si avvicina per baciarlo, ma Mauro si scosta.
"Dai, ferma..." Paola si allontana un po. Le verrebbe da arrabbiarsi ma ci ripensa. "Dai, Mau, non fare così. Ma è normale, capita a tutti. Era il tuo primo provino..."
Mauro mette le braccia conserte. Poi prende una sigaretta dalla tasca. Paola nota il giubbotto nuovo.
"Bello! È nuovo?"
"È un Fake."
"'Mmazza, ma che vuoi fare una strage?"
Mauro da un tiro alla sigaretta, poi accenna un mezzo sorriso. "Eh, macché. Me lo so comprato apposta per fare il provino. Tutti soldi buttati. Come pure quelli delle foto. Pagate una cifra."
Paola si riaccende. È di nuovo curiosa. "Ma dai, ce le hai qua? Me le fai vedere?"
Mauro tira fuori una busta dal gancio sotto la sella. Gliele passa malamente. "Tiè, eccole."
Paola le poggia sul sellino del motorino. Apre la busta e comincia a sfogliarle. "Però, belle. È proprio bravo 'sto fotografo. Bella questa, ahò! In quest'altra stai veramente bene. Sembri Brad..."
Mauro la guarda. "Per me te le puoi tenere tutte. Sembro Brad ma intanto hanno preso un altro, un boro qualsiasi e neanche tanto boro. Doveva essere un raccomandato..."
Paola rimette le foto nella busta. "A Ma, ma lo sai quanti provini ho dovuto fare io prima d'essere presa a quello dell'altro giorno, eh?, no dico, lo sai?"
"No, non lo so."
"Eh, te lo dico io. Una cifra. E te ti arrabbi perché al primo che fai non ti prendono? A bello, ma troppa strada devi fa per riuscire e se uno molla all'inizio nun ce la farà mai!"
Paola si sistema il golf, lo tira un po giù. "Invece queste foto sono proprio belle. Secondo me sei davvero fotogenico, cioè, risulti una cifra, sul serio te lo dico, non perché non t'hanno preso..."
"Ma dai..." "Ti giuro."
Mauro prende la busta, la riapre e riguarda le foto. Sembra un po più convinto. "Dici?" "Dico, dico."
Mauro acquista di nuovo un po di sicurezza. Prende una foto e la tira fuori. "Ecco, guarda questa. Guarda, guarda. Chi te sembro?"