143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 102

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"Ma per me qua sei Banderas."

"Seee, Banderas. Prima Brad, mo Banderas, ma che me stai a pijià per il culo? E dai, guarda bene, ho provato pure a fare la posa come lui quando cerca di conquistare quell'attrice, dai..." "Ahò, se non mi viene..."

"Ahò, è Johnny Depp! Dai, quando sta su quella porta che entra a casa di quella, in quel film che c'erano madre e figlia che ogni volta cambiavano città. Dai, Cioccolato."

Paola scuote la testa. "Ho capito, ma il titolo era Chocolat." "Va be, come se dice se dice, dai" le mostra di nuovo la foto, "è vero, amò? Hai capito quale scena? So io, no?" Paola sorride. "Sì, sì, sei spiccicato."

Mauro un po rilassato rimette la foto dentro la busta. "Be, comunque nun m'hanno preso."

"Magari stavolta Johnny Depp non gli serviva." l"Ahò, nun c'è niente da fa" Mauro scuote la testa e le sor

\ride,

"tu c'hai sempre la frase giusta al momento giusto."

F"No, è quello che penso sul serio."

f(Mauro le si avvicina e l'abbraccia. "Ok, lo sai che dicono che

j.comunque Johnny Depp ce l'ha enorme. E io adesso... ahò, gli

lsomiglio in tutto... Non so che m'ha preso. Boh. Sarà che ero arrab

;,biato

o che te guardavo prima, mentre te sistemavi la maglietta

sulle tette, ahò, m'è preso male. Senti, senti qua" prende la mano 'di Paola e l'appoggia sopra i suoi jeans. Paola ritrae veloce la mano.

j"E dai, sei cretino, qui, sotto casa mia, con mio padre che magari

Is'affaccia. Se te vede che fai così sai che te fa. Nun giri una pubbli

[cita

per due anni per quanto diventi gonfio... di botte, però!"

"Ahò, sei troppo forte" Mauro le si avvicina, "amò" la bacia in modo tenero, "andiamo un po in garage? Dai, che c'ho voglia."

Paola piega la testa di lato. Quelle parole di Mauro sussurrate all'orecchio le regalano un brivido improvviso. Lui sa come prenderla.

"Dai, va be, andiamo. Ma non stiamo tanto, eh?"

Mauro sorride. "Un po... su certe cose nun poi mette fretta..."

"Sì, dici dici ma poi a volte sembri una Ferrari."

"Ammazza, sei 'na vipera, ahò..."

Mauro accende il motorino. Gli è tornata l'allegria. S'infila il casco mentre Paola gli monta dietro e lo abbraccia. Fanno il giro dell'edificio e arrivano al garage.

"Shhh" fa Paola scendendo, "piano, piano, fai piano, che se mio padre ci sente so dolori."

Mauro mette il motorino sul cavalietto. "Un minimo de comprensione da parte di tuo padre ce vole però, eh! Sai quante botte de vita avrà fatto con tua madre?"

Paola gli da un pugno sulla spalla.

"Ahia, m'hai fatto male."

"Non mi piace che scherzi sui miei su questa cosa."

"Ma quale cosa? È l'amore. La cosa più bella del mondo."

"Sì, ma tu non ne parli con rispetto."

"Ma che dici, amò? Perché i tuoi nun l'hanno fatto l'amore? Nun se po dì? E a te, scusa, come t'hanno avuto? Con lo Spirito Santo? Vie va" e così dicendo la tira dentro l'auto del padre, una vecchia Golf blu, quattro sportelli.

"Ahia, fai piano, piano!"

Mauro le sbottona subito i pantaloni e subito dopo le infila una mano dentro la scollatura a V del golf. Le sue dita esplorano nel reggiseno, sfiorano i seni, cercano i capezzoli. "Non sai quanto m'andava prima, per strada."

"E ora no?" Paola lo bacia sul collo.

"Ora di più." Mauro si sbottona i pantaloni e abbassa la zip. Poi prende la mano di Paola e la porta verso il basso. Come

poco prima in strada. Ma ora è diverso. Ora è il momento giu sto. Paola lo morde leggera sulle labbra e pian piano gli scosta l'elastico dei boxer. Entra con la mano ed esplora anche lei. Cerca lentamente. Poi lo trova. Mauro ha un sussulto. E per il movimento brusco qualcosa gli cade dalla tasca del giubbotto. Mauro se ne accorge. Ferma la mano di Paola. Si mette a ridere. "Guarda un po? C'abbiamo un guardone!" e così dicendo lo prende e lo fa uscire dalla penombra. "L'orsino Totti!"

"Ma dai, te lo sei portato dietro?"

Mauro alza le spalle. "Sì, come portafortuna, ma non è ser vito."

"Dai, lui ce l'ha messa tutta ma anche il Gladiatore qualche volta può sbaglia, no? Vedrai che la prossima volta ci riuscirà, te farà prendere e sarà ancora di più, una cosa magggica!"

Poi un bip. Il telefonino di Paola. Un altro.

"Chi è? Chi è che ti manda i messaggi a quest'ora?"

Cavoli, pensa Paola, ma non l'avevo spento?

"Ma niente, avevo chiesto una cortesia... È per la convoca zione di domattina" e prima che Mauro abbia il tempo anche solo di pensarci, si rituffa su di lui e lo avvolge. Infila di nuovo la mano nei boxer, glielo tira fuori e, guardandolo dritto negli occhi, lo muove abile su e giù.

"Ti va di prendermi? No, perché a me me va un casino."

Mauro la bacia e glielo dice a denti stretti, inciampando in un bacio. "Da morire."

"Ma che ce l'hai il coso?"

"No, me so dimenticato di prenderli."