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"È importante?"
Niki s'irrigidisce. Ha ragione. Ho sbagliato. Dovevo dir glielo subito. A voler essere buoni spesso si sbaglia. Ci si fanno mille problemi e invece si fa solo casino. "Sì, mi vedo con una persona da un po. Spero che diventi una storia bellissima."
Fabio si mette davanti a lei. "Più bella della nostra?"
"Più bella di quella che tu hai voluto rovinare. È troppo tardi."
Niki fa per andarsene. "E no! Tu non fai come cazzo ti pare!" e la strattona forte per la borsa che si apre. Il dvd cade sul marciapiede.
"E questo che roba è?" Fabio lo prende in mano. "Jessica Rizzo? Ma è un porno! Cioè, io per farti fare qualcosa, per smuoverti un minimo, ho dovuto penare e mo arriva questo qui... E tu che fai? Vai a prendere un porno da vedere con lui... E chi è? Mister Miracolo? Ma che t'ha fatto?"
Niki gli sfila il dvd dalla mano. "Quello che non hai fatto tu... E pensa che gli è venuto facilissimo. Mi ama." Niki si mette al volo il casco e parte in motorino. Fabio raggiunge il centro Idella strada e le urla dietro con la mano alzata.
I"Certo, certo... Facile. Sei sempre stata brava con 'ste cazzo
di frasi. Intanto sei circondata da gente falsa... vedrai! E voglio Iproprio vederti con questo qui come va a finire, manco tra
>tanto, dico... tra tre mesi. 'Sta stronza!"
Settantuno
Alessandro è in mezzo al campo. Corre intorno, passando ogni tanto la palla a chi distrattamente o volutamente gliela tira. Poco più lontano Riccardo, il portiere, si riscalda in porta parando come può i tiri di alcuni giocatori. Finalmente entra in campo Pietro. Riccardo para un pallone bloccandolo contro il petto.
"E meno male! Ma come mai arrivi sempre in ritardo?"
Pietro entra facendo uno scatto. "Sono pronto, prontissimo!"
"Che, hai fatto una sveltina che sei così allegro?"
"Macché!" Si scalda lanciando i piedi all'indietro, correndo su se stesso e cercando di colpirsi il sedere.
"È che, Alex..."
Alessandro da lontano lo sente e si gira verso di lui. "È che, cosa? Mo è colpa mia se fai tardi?"
"Magari fosse colpa tua... no, è che c'hai un culo!"
Alessandro lo guarda ma non capisce.
"Dopo ti spiego..."
"Sì, sì..." fa Riccardo, il portiere, "intanto almeno lui arriva sempre puntuale. Tu invece, caro Pietro, ti sei già beccato diversi richiami. Un altro e ti sospendo per un mese."
"Esagerato!"
"Guarda che c'è un sacco di gente che vorrebbe giocare con noi e io non li chiamo per far posto a voi che arrivate sempre in ritardo, invece di essere felici e soprattutto puntuali! Sembra che mi state a fare un piacere."
Proprio in quel momento entra in campo anche Enrico. Ma non è allegro e solare come Pietro.
"Eccolo, è arrivato pure lui... e meno male, eh? Possiamo iniziare."
"Scusate, ho fatto tardi..."
Riccardo lancia il pallone a centrocampo. "Sì, sì... battete va..."
Enrico si avvicina ad Alessandro. Ha la faccia dispiaciuta. Lo fissa triste. Alessandro se ne accorge.
"Enrico... ma che hai? Oddio... non mi dire che ti dovevo passare a prendere e me ne sono scordato."
"No, no."
Ma il gioco è appena iniziato. Hanno appena battuto. Un avversario col pallone al piede passa in mezzo a loro, correndo diretto verso la porta. Subito dopo arriva Pietro che gli corre dietro.
"Ehi! Giocate! Ma che cazzo state a fa? I pali della porta? Dopo... di fica parlate dopo!"
Alessandro comincia a correre, mentre Enrico lo guarda ancora un attimo... Poi inizia a correre anche lui. Si allarga sulla fascia seguendo il gioco. Magari potessi parlare. Ma no, ci sta rebbe troppo male. Dev'essere lei a dirglielo, mica io. Poi si mette tranquillo ad aspettare il pallone a centrocampo sulla sinistra. E Pietro poi che dice ad Alessandro che c'ha culo... Sì, culo. Quant'è cretino Pietro. L'unica fortuna di Alessandro è che almeno non deve pagare un investigatore.
Settantadue
Stanza indaco. Lei.
"E allora capì con estrema lucidità quanto disperata fosse la sua situazione. Sentì di trovarsi al centro della Valle delle Tenebre e che tutta la vita stava svanendo. Si accorse di dormire molto e di avere sempre sonno... Guardò nella stanza. Il pensiero dei bagagli lo gettò nello sconforto. Decise di non farli fino all'ultimo momento."
Già. I bagagli. Anch'io dovrei uscire e comprare lo zaino. La partenza è vicina. Ma prima di riempire la sacca e lo zaino, dovrei decidermi a mettere via qualcos'altro. Qualcosa che forse non si vede, non si tocca ma si ricorda. Guarda fuori dalla finestra. C'è il sole e tra poco ha appuntamento in centro per comprare le ultime cose che servono.
"Dov'era? Gli sembrò di trovarsi in un faro. Invece era il suo cervello che emanava una luce bianca, accecante che roteava sempre più veloce... Questo solo capì... E nell'istante in cui seppe, cessò di sapere. "
Sorride. Gioia e dolore. Non c'è niente da fare. L'amore che lo portò alle stelle è lo stesso che lo ha fatto cadere. Che bello. E che brutto. Ma io mi sono rialzata. Sto per ripartire. Ce l'ho fatta. E un giorno vorrei poter dire grazie a questo Stefano.
Settantatré
Altra casa. Altra stanza. Altro colore. Loro due.
Com'era? "Nessun rapporto umano da l'uno in possesso dell'altro. In ogni coppia d'anime i due sono assolutamente diversi. In amicizia come in amore, i due, a fianco a fianco, sollevano le mani insieme per trovare ciò che né l'uno né l'altro può raggiungere da solo." Diletta sfoglia il vecchio diario della prima liceo. Sì, era questa. L'ha ritrovata. Sulla scrivania lì accanto, un vassoio con due tazze grandi e colorate e un bricco fumante aspettano di essere riempite di tisana ai frutti di bosco. Ogni tazza ha stampata sopra un'iniziale. O. N. D. E. Diletta le ha trovate a Porta Portese. Si siede sul letto e legge a voce alta la citazione. Olly, seduta per terra a gambe incrociate, storce il naso.
"Senti, ma perché sempre con questi discorsi? Fatti uno e basta! È quella la risposta! Altro che codesto Kalil, Khilil insomma Gibran qualcosa o come cavolo si chiama! Stai sempre a filosofeggiare!"
"Olly! Non so com'è ma la tua acidità è direttamente proporzionale ai tuoi periodi d'astinenza!"
"No, carina, veramente io ho dato anche ieri sera! Con uno del Bbc! E devo dire che... guida proprio bene! Specie quando mette le marce!"
"Olly!"
"Sì, sì, Olly, Olly, intanto io mi diverto e invece tu sei sempre qui, con la faccia appesa perché ti obblighi a non battere
chiodo. Prendi esempio da Erica. Dov'è ora? Non c'è! Di sicuro è a farsi un giro e forse neanche con Giò Condom."