143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 124

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"Ma qui non rischi, Alex... Almeno credo!" "Pure? Allora dimmi che ti cambia se lo faccio o no." Niki sbuffa. "Uffa, ma quanto la fai lunga! Hai detto che potevo chiederti qualunque cosa, no?"

"Sì, ma non credevo questa "qualunque cosa"" Niki si sporge verso di lui e lo bacia teneramente. Alessandro cerca di sfuggirle un po. "Guarda che non mi compri così."

"Io però il favore di portarti le mie amiche a pranzo te l'ho fatto. E poi chi ti vuole comprare? Io ti prendo in leasing. Se non vai, be, ti ricambio con un modello nuovo."

Alessandro si scosta e la guarda alzando un sopracciglio. "Carina... Sul serio... Insomma corro il rischio di essere rottamato?"

"Perché non lo sei stato?" "No..."

"E allora sì, corri il rischio, danno pure il contributo." "Ho capito. Vado, va..." Alessandro scende dall'auto. Fa il giro e si avvicina al suo finestrino.

"Ehi, piuttosto, ma la tua amica disegnatrice?"

"Olly?"

"Sì, sì, ci sta lavorando su?"

"Su... che? Ma scusa, se non ci viene nessuna idea, su che cosa disegna lei? Lei a disegnare è brava, ma di idee ne ha solo una e fissa."

"Ho capito. Praticamente il mio amico Pietro è l'unico che

l'ha scampata."

"E meno male. Mi sa che sarebbe stato un casino per tutti. Be, ora vai, dai." Niki guarda l'orologio. "Anche perché è tardi."

"Ok, mi sbrigo."

Alessandro cammina veloce, arriva in fondo alla strada e gira a destra. Niki lo guarda sparire dietro l'angolo. Poi mette un ed. Greatest Hits. Robbie Williams. Traccia otto. Non a caso. "I was her she was me, we were one we were free, and if theres somebody calling me on..." Cavoli, quanto vorrei essere lì. Non posso immaginare cosa accadrà. Alza un po il volume. Be, almeno non mi faranno più tutte quelle domande. Poi cerca un po di rilassarsi. E, naturalmente, appoggia tutti e due i piedi sul cruscotto.

Alessandro rallenta un po il passo. Non ci posso credere. Ma che sto facendo? Io ho veramente perso la testa. Cioè... Io ho un dramma in atto, una nuova scelta da parte dei giapponesi. Hanno già rifiutato i miei primi progetti. Ora ho solo una seconda e ultima possibilità. E in tutto questo io che faccio? Non passo ogni attimo della mia vita prima dello scadere del termine in ufficio a cercare idee? No. Io porto a pranzo lei, la ragazza dei gelsomini, una bellissima diciassettenne che frequento da più di un mese e le sue tre amiche. E ora in cambio di quel favore che cosa sto facendo? La cosa più assurda della mia vita. Cioè non ci credo. Non l'ho fatto neanche dopo due anni che stavo con Elena... Ma Niki me l'ha chiesto per piacere. Alessandro è quasi arrivato al portone. No. Io non ce la faccio. Torno indietro. Non posso. Solo a risentire quella frase mi sento male.

"Va bene Niki, conoscerò i tuoi."

"Grazie! Come sono felice... Mica per niente. Ma così mi lasceranno un po più libera di uscire con te."

Mah. Secondo me glielo vieteranno definitivamente. Alessandro legge il cognome sul citofono. Cavalli. Argh! Aiuto. No, io torno alla macchina. Sì, e poi? Che dirà Niki? Ecco, lo sapevo. E tu saresti l'uomo maturo? Tu sei più ragazzino di me. Ma che ci voleva a parlare coi miei. Io coi tuoi lo farei subito. Va be, posso sempre dire che non hanno risposto. Alessandro è sempre lì fermo di fronte al citofono, quando improvvisamente un uomo esce dal portone. Alto, muscoloso, ben vestito. Ha una valigetta tra le mani, una mela in bocca e in generale molta fretta.

"Le lascio aperto?"

"Sì, grazie."

Il signore tiene per un attimo il portone con il braccio per farlo entrare. Alessandro entra nell'androne. Silenzio. Sale le scale del primo piano. Poi legge su una porta lì vicino. "Interno . Cavalli." Ecco, è qui. Non posso più fuggire. Ce la devo fare. Si avvicina al campanello. Chiude gli occhi... E suona.

"Arrivo!" Una voce squillante arriva da dietro la porta. "Eccomi..." Una bella donna con una forcina in bocca e le mani tra i capelli apre la porta. Sorride. "Mi scusi, eh..." Toglie la forcina dalla bocca, prova ad allargarla tendendola con grande abilità tra le dita e se la infila tra i capelli. "Ecco fatto! Mi scusi ancora! Ma fa già caldo ed è meglio tenere i capelli su."

"Buongiorno..."

"Oh, mi scusi, prego, la faccio entrare. Purtroppo mio marito è dovuto scappare." Simona lo fa accomodare e chiude la porta dietro di lui. "Forse lo ha anche incrociato. Usciva di tutta fretta."

"Ah, sì..." Alessandro pensa all'uomo che ha incrociato al portone. Bell'uomo, alto, elegante e soprattutto... muscoloso. "Ci siamo visti ma non ho neanche fatto in tempo a salutarlo."

"Ma non c'è problema. Sono già stata avvisata di tutto. Vuole un caffè? L'ho appena fatto. Ma prego, si accomodi."

Alessandro si guarda un attimo intorno. Un bell'appartamento, arredato con colori caldi. Qualche quadro dai tratti essenziali, mobili chiari, sistemati in modo da non soffocare gli spazi. Si siede sul divano del tinello. "Sì, grazie, volentieri."

Sono stata avvisata... Come avvisata? Troppo forte, Niki! Allora gliel'ha già detto. Sarà tutto più semplice. In qualche modo loro devono avermi accettato. Vogliono solo capire meglio chi sono, sì insomma, chi è questo adulto che sta uscendo con la loro figlia. Simona torna con un vassoio dove ha sistemato le due tazzine di caffè e la zuccheriera. Ci sono anche due piccoli cioccolatini e un bricco di latte. Appoggia tutto sul tavolino basso di fronte ad Alessandro.

"Sembro distratta ma mi fa sempre piacere seguire ciò che accade nella nostra casa."

"Già" Alessandro prende la sua tazzina e beve.

"Ma lo prende amaro?"

"Sì, è il vero gusto, così."

"Lo dice anche mio marito... Ma lei è senza valigetta."

"Sì, sono praticamente scappato dall'ufficio. Non ho molto tempo. È che mi faceva piacere conoscervi. Non ci siamo ancora presentati come si deve." Si alza. "Piacere, AlessandroI

Belli."I

Simona fa un bellissimo sorriso. "Piacere" e gli da la mano. È bella. Come Niki. Due bellissime donne di età diverse. Ma Alessandro non ha dubbi su chi preferire.

Simona si siede davanti a lui. "Be, fa molto piacere anche a me conoscerla. Intanto vorrei dirle alcune cose. Magari potrebbero esserle utili. Ho trentanove anni. Ho avuto mia figlia molto giovane e sono felice che lei sia qui. Io ci tengo moltissimo a mia figlia."

Alessandro vorrebbe dire "anch'io", ma capisce che in questo momento non c'entrerebbe assolutamente nulla.

"Lo capisco." Sorride anche lui.

"E, siccome non si sa mai cosa può accadere nella vita, io vorrei sicurezza per mia figlia."

"Certo, la capisco."

"Niki è all'ultimo anno e non sa bene che fare dopo. Eppure ha le idee chiarissime."

"Be, è tipico di quell'età. Magari sono ribelli, fanno mille cose ma poi improvvisamente decidono senza più dubbi." Simona sorride. "Lei ha figli?" "No."

"Ah, peccato." Alessandro resta senza parole. Come peccato? Ma questa donna è fantastica. Viene a sapere che sua Ifiglia sta con un uomo che praticamente è suo coetaneo e si

dispiace che non ha figli. Incredibile! "Ma quanti anni ha lei?"

Ecco lo sapevo. Ora cominciano i dolori. Be, meglio dire tutta la verità, magari Niki glielo ha già detto. Questa è una specie di prova. "Io? Quasi trentasette..." Simona sorride. "La facevo più giovane." Alessandro non ci crede. È andata. Non solo, mi fa i complimenti! "Grazie."

"È vero... Ma lo sa, è proprio strano che non abbia figli perché lei, Alessandro, sembra conoscere perfettamente i giovani. Comunque, per quanto mi riguarda, io non ho dubbi. Mi fa davvero piacere che la scelta sia caduta su di lei." "Ah sì, le fa piacere?"

"Sì, mio marito mi ha raccontato tutto della vostra conversazione telefonica."

"Della nostra conversazione telefonica?" "Sì. E secondo me la sua proposta è giusta. Ne abbiamo parlato e siamo d'accordo. Vogliamo aprire quel fondo vita pensionistico per Niki." |"Ah..."