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iquesto momento. Li avremmo compilati e firmati subito.
fComunque noi vorremmo farlo di cinquemila euro l'anno."
\"Capisco..."
Simona vede che Alessandro è molto deluso.
',"Che c'è? Le sembrano troppo pochi cinquemila?"
tAlessandro si riprende subito.
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"No, no, mi sembra giusto."
"No, perché sa, mia figlia Niki per adesso è ancora ragazzina. Sta un po per conto suo, con le sue amiche, non ha grandi spese, ma appena avrà una storia seria e importante, insomma, dopo l'università, ecco, magari si vestirà meglio, spenderà più soldi per gli abiti. E mi sembra un ottimo investimento, quindi."
"Certo... Bene, comunicherò subito la vostra decisione in ufficio."
Alessandro si alza e va verso la porta.
"Allora poi si sentirà con mio marito, no?"
"Certo..."
Simona sorride e gli stringe la mano. "Grazie, è stato genti
lissimo."
"Ma si figuri, per così poco" e Alessandro esce velocemente, chiudendosi la porta alle spalle. Scuote divertito la testa. Non è possibile. Non ci posso credere.
Simona sta togliendo il vassoio con le tazze dal tavolo, quando il suo cellulare inizia a squillare. Lo prende dal tavolo. È Roberto.
"Ciao, amore."
"Ciao Simo, senti, ti volevo dire che il promotore non passa più. Ha avuto un incidente."
"Ah" Simona rimane interdetta. E allora chi era quel simpatico ragazzo di quasi trentasette anni che mi è arrivato in casa? Ci pensa su un attimo. Le prova velocemente tutte. E un attimo dopo sgrana gli occhi. E capisce. E scuote la testa.
"Simona?"
"Sì, amore, sono qui..."
"Non ti sentivo più... Che succede?"
"Allora, amore, ti devo dare due notizie anch'io. Una buona e una cattiva."
"Dimmi prima quella cattiva."
"Allora... Tua figlia sta con uno di vent'anni più grande di lei."
"Ma che dici? Ma come cavolo è possibile? Cazzarola, no!" Roberto si guarda in giro. È in mezzo ai suoi colleghi e non si è
TI
accorto di aver quasi gridato. Torna a controllarsi. "Stasera mi sente. E quella buona?..." "Non è male, come tipo."
Alessandro sale in auto.
"Fiuuuu..." fa un lungo sospiro.
Niki, tutta eccitata, gli si fionda addosso. "Allora? Com'è andata? Che ha detto mamma? Dai raccontami! Già che sei tornato vuoi dire che è andata bene!"
Alessandro la guarda in faccia. Poi sorride. "C'era solo tua madre e voleva investire per te... su di me."
"Be, buono! Ha visto le tue potenzialità!"
"Più che altro ha visto in me un promotore finanziario."
"Non ci credo! Cioè?"
"Si vede che stavano aspettando uno per investire dei soldi e quando ho bussato ha creduto che quel tipo fossi io..."
"Troppo forte! Ma sei anche riuscito a farti dare qualche soldo? Stai pian piano rientrando dell'incidente avuto con la macchina! Recupera che ti recupera... va a posto da sola la tua Mercedes."
"Ah, ah..."
"No dai, a parte gli scherzi... Certo che glielo potevi dire che eri lì per me, ma come promotore sentimentale, scusa..."
"Non ce l'ho fatta... L'ho vista così fiduciosa su quel fondo pensionistico che voleva aprire... L'avrei delusa a prescindere."
"Cioè, ma veramente mia madre non ha capito proprio nulla? Cavolo, ma ti ha fatto entrare così, potevi anche essere uno che la rapinava."
"E che ne so io. Mi ha aperto la porta, mi ha fatto entrare, non ho fatto neanche in tempo a presentarmi che già mi parlava di te, dell'investimento, di tutte le cose che un giorno magari vorresti fare... Mi sembrava più educato ascoltare che interromperla."
"E certo, ogni pretesto è valido. Va be. Prima o poi tanto ci parlerò io. Lei ha sempre detto che dobbiamo raccontarci tutto, senza problemi."
"Ha detto così? Mi piace, tua mamma."
"Non ti azzardare neanche."
"Ma dai. Sembra che ti voglia davvero bene. Quando parlava di te, delle tue cose, del tuo modo di vestire, delle tue amiche, sì, insomma, le si illuminavano gli occhi."
"Già, voglio proprio vedere se quando invece io le parlerò di te si illuminerà ancora... chissà che faccia farà! Portami da Erica, please! Che oggi iniziamo a ripassare il programma di italiano per la maturità."