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E Roberto non ce la fa più ad aspettare. Si tira più su con k
braccia, sposta il sedere indietro e si appoggia bene allo schienale del divano.
"Che c'è Simo, perché hai spento? Mi devi dire qualcosa?"
"Perdonami..."
Perdonami. Cavoli, pensa Roberto. Non è scusa ma... È perdonami! Cazzo! Questo non lo avevo considerato. Fin lì non c'ero ancora arrivato. Scusa ma è cosa da niente in confronto a perdonami. Perdonami è tutto. Cazzo, cazzo, cazzo. Che hai combinato, amore mio? Ho paura solo a pensarlo. Ok, ok, meglio restare calmi. Aperti. Fiduciosi. Ho letto il manuale. Braccia non conserte. Apertura. Generosità. Disposizione all'ascolto. Cos'è successo, amore mio? Gentilezza, gentilezza, gentilezza. Anche falsità, se serve. Tutto per arrivare alla verità.
"Dimmi tutto amore, non c'è problema, sul serio, è come se ti avessi già perdonato."
Roberto si costringe al sorriso. Simona si lascia andare giù i capelli e va lentamente verso la poltrona lì di fronte. Si siede ma lo fa lentamente. Troppo. "Ma no, dicevo perdonami, ti stavi rilassando con la musica e io invece ho spento lo stereo così, senza avvisarti."
"Ma figurati." Roberto appoggia le mani vicino alle ginocchia.
Di nuovo quel sorriso... Apertura. Gentilezza. Disponibilità. Accettazione. Tranquillità. Come da manuale.
"Dimmi, che c'è?"
"Ma niente." Simona sorride e chiude le mani, le mette tra le gambe, accavallate una sull'altra. Sembra quasi una piccola preghiera. Roberto la guarda preoccupato. Oddio. Mani tra le gambe, chiuse, vicine tra loro. Che diceva il manuale? Non me lo ricordo. Socchiude gli occhi cercando di visualizzare quella pagina. C'era anche la foto di un paio di mani. Ma com'erano? Poi c'era anche la foto di una persona. Sì. Oddio. Santa Maria Goretti. Mani giunte. Segno di estrema richiesta. Richiesta di qualcosa che è al di sopra di tutto. Inusuale. A volte impossibile da realizzare, per questo si tengono le mani a preghiera, perché solo un santo può dire sì. Attenzione, domanda in arrivo.
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Roberto la guarda e sorride serafico, cercando di essere il più possibile santo, colui che senza alcun dubbio la esaudirà. O almeno questo cerca di trasmetterle con quel sorriso. "Ma dimmi, cara, che problema c'è?" "Ma no, guarda, io non credo che sia un problema." "Se me ne parli un po" gentilezza, calma, apertura, serenità, "ma proprio solo un po di più, potrò capire e giudicare anch'io" e sistema un libro sul tavolino, proprio come dice il manuale, "farsi vedere disinteressati, occuparsi d'altro durante la preghiera renderà più facile la confessione". Roberto al ricordo della parola "confessione" ha un cedimento. Il libro gli scivola di lato, quasi gli cade, ma lui fa finta di niente. Simona lo guarda. Stringe un pochino gli occhi, lo studia per capire meglio in che fase è. E davvero così rilassato e ben disposte come sembra? O è solo un atteggiamento?
"Allora?" Roberto si gira e le sorride nuovamente. Simona decide di giocare quell'ultima carta. "No, non h niente, magari ne parliamo con calma domani." Calma. Ma ic ci sto mettendo tutta la calma del mondo. "Ora è troppo tardi dai."
L'ha detto. E ora Simona sa bene che le possibilità sono due Se Roberto stava solo fingendo di essere rilassato, adesso d botto comincerà a urlare come un pazzo cose tipo "eh, ora m<
dici, hai capito, m'hai rotto le scatole con tutta 'sta premessa e pure cose peggiori, oppure è sul serio tranquillo e allora se ni uscirà con "come vuoi", "come preferisci" o ancora megli* "come fai tu, va sempre bene"
Roberto è sorprendente. Non è rilassato. Di più. "Vorre saperlo perché credo sia una cosa che riguarda tutti e due, il particolare te, perché ti vedo tesa... ma se preferisci rimandarl a domani, va bene lo stesso."
Ti vedo tesa. Bene. Mostrare di preoccuparsi di lei, qualun que sia la richiesta, viene dopo l'amore e l'importanza che si d all'altra persona. Questo capitolo nel manuale non c'ers Roberto ormai ha capito tutte le regole. Anzi, Roberto ormai
manuale.
Simona sorride, sposta le gambe e poi le accavalla di nuovo. Ma non come Sharon Stone, no. Da ragazzina. E continua a sorridere. Però ora si è rilassata, pensa Roberto. Meglio. Sbatte un po le mani una contro l'altra, ci gioca. Poi le poggia sulla pancia, serena e felice. Bene. Non ci sono problemi. Roberto ora è rilassato sul serio. Simona lo guarda e gli sorride. Posso dirglielo.
"Oggi sono uscita con Niki."
Roberto finge tranquillità per incoraggiarla ad andare avanti. "Ah, che bello... per un attimo ho pensato che..." ma si accorge dallo sguardo di sua moglie che si sta avventurando verso chissà quale spiaggia privata, "... ho pensato che Niki fosse fuori Roma, strano, chissà perché..."
Simona torna a rilassarsi. Roberto cerca di recuperare. Prende il libro ma non lo apre, per educazione. E per dare attenzione all'altra persona e a ciò che vuole dire. Pagina del inanuale. Vuoi farle capire che, qualunque cosa lei gli dirà, dopo lui leggerà il suo romanzo. Tranquillamente. Nessuna notizia potrà disturbarlo più di tanto. Le sorride.
"Ci siamo divertite... e abbiamo parlato."
"Ah" Roberto gioca col libro ma questa attesa lo sta sfinendo. Vorrebbe lanciare quel libro, anzi, prendere quel manuale che lo obbliga a queste fatiche psicologiche e farlo a pezzi. Ma si controlla, si obbliga a resistere. Simona, vedendo la sua tranquillità, gli concede ancora qualcos'altro. "Abbiamo parlato di lei, della sua storia d'amore."
"Ah." Fin qua nulla di male, pensa Roberto. Ma allora che c'è? Che può essere successo? C'è qualcosa sotto? Calma, calma. Ci vuole tatto. "Senti Simona, me lo hai detto tu. Tu sai quale sarebbe stato il mio modo di affrontare tutta la questione..." ì "E sei stato molto bravo."
"Anche se mi sembra assurdo che qualcuno sia venuto a casa nostra, che tu ci abbia parlato, che questo qualcuno non era il promotore che aspettavamo e soprattutto mi sembra assurdo che tutti e tre ora facciamo finta di niente, e non affrontiamo l'argomento..."
"Amore, troppe volte in famiglia ci si comporta così, sarà successo anche nella tua quando eri piccolo o nella mia... Si accettano delle cose in silenzio, si fa finta di niente solo per quieto vivere... Abbiamo deciso che non dovevamo osteggiarla se no, da ribelle qual è, sarebbe stata ancora più testarda nel combattere contro tutto e tutti per stare con questo ragazzo che ha vent'anni più di lei."
"Solo che me lo dici già non sai come sto... Credo che non dormirò stanotte. Non mi ci far pensare... Invece cosa è suc cesso? Si è rimessa con l'altro? Con quello di prima? Con il can tautore sfigato?"
"Roberto! Comunque no."
Ah, non è neanche questo.
"S'è messa con un altro ancora?" Roberto la guarda e allarga le braccia. "Dai, amore, è normale, sono cose che accadono alla sua età, si lasciano, si rimettono. Ti ricordi che facevi tu prima di conoscermi..."
"Sì, mi divertivo un sacco."
"Menti. Ti annoiavi. Poi hai conosciuto me e hai trovato l'a more vero. Ecco, vedi, magari anche Niki prima o poi cono scerà l'amore. Magari sarà proprio questo il ragazzo giusto per lei. Ricordati, amore, che ha solo diciassette anni."
"Oh, questo lo so."
"E allora non te ne dimenticare."
"No, è che non riesco a dimenticarmi che il suo nuovo ragazzo ha quasi trentasette anni."
"Be, quando siamo uscite mi ha detto che sta con un ragazzo un po più grande di lei, ma ha fatto finta di non sapere che io lo so, non ha avuto il coraggio di dirmi che è vent'anni più grande di lei!"
"Ma è normale... Tu sei sua madre e già è tanto che non neghi direttamente tutto..."
"Ah, la difendi pure... Allora sappi che ha sorvolato sull'età |ma mi ha detto che è l'uomo della sua vita, che ha intenzioni
|serie..."
p"Oddio... È incinta."
f
k
"No... È semplicemente innamorata..."
"Ma magari questi vent'anni di differenza a un certo punto peseranno, lui o lei se ne renderanno conto... e le passerà..."
"Sei cinico... Ma credo che la cosa sia più seria del previ sto..."
"Perché?"
"Siamo uscite per fare shopping, le avevo detto che poteva prendere qualunque cosa, massima apertura proprio per farla parlare..."