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Niki lo abbraccia. Poi scende dalla macchina. E tutti e due con quelle nuovissime valigie a rotelle, diverse solo nel colore, entrano all'aeroporto. Ridono, scherzano. Giovani viaggiatori senza particolari appuntamenti. Se non con quel sorriso.
"Comunque sei troppo forte! Non vedo l'ora di aprire la valigia, sono di un curioso... Chissà cosa mi hai preso!"
"Be..." Alessandro sorride. "Ho osato. Tanto era difficile che ti piacesse qualcosa e allora tanto valeva che piacesse a me, no?"
"Oddio... spero proprio di non dover andare vestita domani con una tuta colorata stile supereroe giapponese!"
"Be, lo vedrai... Comunque siamo lì, eh..."
Niki si ferma. "Fammi sistemare le cose a casa..." compone veloce un numero senza neanche cercarlo in rubrica. "Pronto, mamma, ciao, sono Niki."
"Lo vedo. Dove sei?"
"Allora, sei pronta? All'aeroporto. Ho appena ricevuto in regalo una borsa con dentro tanti vestiti nuovi tutti per me. Sto per partire in aereo..." si ferma e preme "trattieni", "a che ora partiamo, Alex?"
"Alle sette e quaranta, come la canzone di Battisti... Ma noi non ci lasciamo, partiamo insieme!..." E le racconta veloce le tappe del viaggio.
Niki sorride e scopre di nuovo la cornetta.
"Alle sette e quaranta per Parigi. Arrivo a Roissy-Charles de Gaulle. Poi noleggio auto e via all'albergo per cambiarsi. Poi andremo nei vari bistrot alla sinistra della Senna, cena a Mont
I
L
parnasse e domani giretto a Euro Disney, dopo un giro turistico in centro. Rientro in serata. Naturalmente sono sola con lui. Per lui intendo il finto promotore finanziario che hai già conosciuto."
Silenzio dall'altra parte. Niki aspetta un po poi ricomincia a parlare. "Ok, non ci sei cascata, eh, ma?"
"No."
"Lo sapevo. Sono con le mie amiche, mi festeggiano a modo loro e poi resto a dormire da Olly."
"Ok, così va meglio. Non fare tardi, non mangiare o bere in modo strano. Mandami un messaggio per confermare che resti da lei. Non spegnere il telefonino."
"Ok, mamma."
"Ah, un'altra cosa..."
"Dimmi..."
"Tanti auguri, amore."
"Grazie, mamma. Ah, senti, se fai così perdo l'aereo."
"Sciocca... divertiti."
Niki chiude la telefonata. "Oh, io gliel'ho detto!" Alessandro le sorride. "Lo stiamo perdendo sul serio l'aereo, corri!" E cominciano a correre così, trascinandosi dietro quelle valigie nuove, senza nient'altro. Leggeri. Senza paura. Senza fretta. Senza tempo. Con la mano persa in quella dell'altro. E nulla più. Non un appuntamento, non una preoccupazione, non un dovere. Niente. Più leggeri di una nuvola.
Novantasei
"Ecco, questa è la nostra camera."
"Bellissima!" Niki fa appena in tempo ad appoggiare la sua valigia sul letto che subito curiosa la apre.
"Ti giuro sto impazzendo... Voglio proprio vedere!"
E guarda divertita quei capi scelti al buio per lei. Un maglione di cotone leggero, color Ma. Dei pantaloni di poco più chiari. Un paio di scarpe Geox in corda con qualche strass lucido. Un giubbotto nero di pelle. Una camicia bianca dal collo grande, largo, a punta, e i polsini rigidi, alla Robespierre tanto per essere in tema. E il resto del tessuto è tutto trasparente, di seta leggera ed elegante. E poi, nascosto sotto a tutto il resto, un vestito lungo, nero. Niki lo prende. Lo apre. Se lo poggia addosso. È bellissimo. Una scollatura profonda, provocante. Una chiusura dietro la schiena. Le spalle restano libere, scoperte. E quel vestito cade giù, morbido, fino a coprire quelle splendide scarpe di raso nero, dal tacco alto, curate, con delle piccole cinghiette laterali. Moderne come lei quando le indossa. E ancora. Lei che cammina, lei che sfila per lui, lei che ride, danzando per quella camera.
E poi giù, per quella grande scalinata, sottobraccio a lui. Fino alla hall. Re e regina di una notte fantastica. Unica. Quasi impercettibile tanta è la sua bellezza. Prendono un taxi e mangiano sulla Senna. Crostacei, champagne, pane croccante, quella baguette spezzata ogni tanto per accompagnare il brodo di pesce. Così unico, così buono, così forte, così caldo. Come
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