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Panna, fragole e un semifreddo croccantino alla nocciola e zabaione. Il cuoco arriva al tavolo e la poggia lì al centro. Tutto il locale si prepara. Cantano insieme in uno strano francese o italiano che sia "Tanti auguri a te...". Niki aspetta il momento giusto e si butta, si tuffa e la spegne. Qualcuno scatta una foto, qualcuno accende una luce. Tutti battono felici le mani. Niki imbarazzata sorride. E ringrazia. E poi così, per uscirne, per farli ridere, intinge l'indice nella torta e, da brava bambina, se lo mette in bocca. Alessandro approfitta di quella sana, dolciaria distrazione. Mette la mano nella giacca e come abile ladro al contrario lo lascia lì, davanti al suo piatto.
"Tanti auguri, amore... grazie di avermi dato questa seconda possibilità." E Niki commossa, stordita, rapita dalla festa, sorride... E lo vede. Un piccolo astuccio quasi brilla di blu in quel piatto dai bordi decorati. "È per me?" Alessandro guarda Niki. Le sorride. Lei resta in silenzio. Non crede ai suoi occhi. Lo apre. E piano piano da quel pacchetto spunta come un'alba. E ogni luce del locale, ogni candela, ogni minimo riflesso lo raggiungono per sottolinearne la semplice bellezza. Eccola. Un bellissimo collier, raffinato, sottile, elegante, improvvisamente illumina il sorriso di Niki. Una piccola luna rossa, formata da polvere di tanti piccoli diamanti e al centro un unico diamante a forma di cuore. Niki la fissa. Mille riflessi ballano in quella pietra, più di un arcobaleno impazzito. Danzano il blu, il rosso, il celeste, l'arancione. E persino le guance di Niki si colorano imbarazzate.
"Ma è bellissimo..."
Alessandro le sorride. "Ti piace? L'ho disegnato io da Vivani, a via della Vite. Annusa la scatola..."
Niki la avvicina al naso. "Uhm, leggero, delicato. Cos'è?"
"Ci ho lasciato cadere due gocce di questa essenza..." Alessandro tira fuori dalla tasca una piccola boccetta. La apre. Ne versa pochissima sull'indice. "È per te. È una tua
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creazione." E le tocca leggero il collo sfiorandola quasi dietro le orecchie. Niki chiude gli occhi. Poi respira quella fresca fragranza.
"Buonissima!" "È essenza di gelsomini."
Alessandro si alza, prende il collier, va alle spalle di Niki. Passa un braccio intorno a lei. Posa quel diamante leggero sul suo petto. Poi recupera piano piano quei fili di oro bianco. Alza con le mani i suoi capelli, trova il gancetto e ferma quei fili in quella piccola chiusura. Poi lentamente lascia scivolare giù quella piccola goccia. Si ferma lì, in bilico, su quella fresca scollatura. Niki apre gli occhi e si vede riflessa nello specchio lì davanti. Posa subito la sua mano sinistra sul petto, poco sotto il diamante e si gira leggera e piega la testa e sorride. "È bellissimo..." "No. Tu sei bellissima."
Nel locale suonano ancora. Quell'uomo e quella donna che prima ballavano, ora ridono. Bevono al bancone un po di giovane Merlot. Un gruppo di ragazzi entra rumoroso e inciampa sulla sua stessa giovane allegria. Ma il tavolo di Niki e Alessandro è vuoto. Già sono lontani, in quella notte parigina, abbrac ciati sotto le stelle incastonate nella Torre Eiffel. La guardane da sotto. Alte nuvole, e luna, e ferri che si intrecciano, e fori, < ascensori, e turisti che si affacciano e si baciano e indicano coi la mano nel vuoto qualcosa di più, lontano, che si vede di lassù Nelle cartoline non è mai stata così grande. E poi un taxi pe girare un po. E gli Champs-Elysées e Pigalle e un saluto solo d fuori al Louvre con la promessa di tornare presto. Poi u ricordo degli ultimi mondiali, non dimenticare quella capoc ciata, e ricordarsi bene quella semplice battuta "Ridatece Gioconda!". E poi farsi mollare giù, scendere dal taxi, pagan e due passi persi nella notte. E così lungo la Senna, Montma tre, e nella chiesa di Sainte Chapelle. Ed entrano così, giovati inesperti turisti che si perdono nella bellezza di quelle vetrat di quelle mille e cento scene bibliche che i fedeli chiamar "l'ingresso del paradiso"... Ed essere così felici da non avere
coraggio di desiderare più niente, di non osare troppo, di vergognarsi perfino di pregare, se non per chiedere di non svegliarsi da quel sogno. Così, semplici egoisti di felicità, arrivare in albergo.|j
"Fiumi... sono stravolta!" Niki si lascia cadere di schiena sul letto. E lancia con un calcio preciso nel vuoto le sue scarpe nuove che atterrano lontano. Alessandro si leva la giacca, la posa su una stampella che infila nell'armadio.
"Ho una cosa per te..."
"Ancora?"
Niki si tira su e si appoggia sui gomiti. "Ma è troppo! Hai già fatto delle cose bellissime."
"Non è da parte mia..." Alessandro si avvicina al letto con un pacchetto. "È da parte delle Onde."
Niki lo prende in mano. Un pacchetto perfettamente incartato con al centro un bigliettino.
"Allora, il pacchetto lo ha incartato Erica, precisa com'è la riconosco. La scritta del biglietto invece è di Olly." Niki apre il biglietto e lo legge. "Ciao, giovane diciottenne in fuga! Vorremmo essere tutte lì con te in questo momento... ma anche con lui! ! ! Alex ci piace un casino! Dopo la sorpresa che ci ha detto che ti avrebbe fatto, sono crollate le nostre difese... può fare delle Onde quello che vuole! Insomma, una bella orgia non sarebbe male, no?"
Niki smette un attimo di leggere. Non c'è niente da fare, Olly è incorreggibile. Poi riprende. "E dai, scherzavo... comunque ti vogliamo bene e così ti vogliamo stare vicino a modo nostro... usala bene! Sì, insomma... fagli vedere le stelle parigine!"
Niki rimane un po interdetta. Ma che cos'è? Tocca il pacco, lo schiaccia. Niente. Non le viene in mente niente. Prova a tastarlo meglio, lo rigira tra le mani. Niente. Decide di aprirlo. Lo scarta veloce e improvvisamente capisce. Sorride divertita e se la poggia addosso. Una camicia da notte di seta blu scura piena di pizzi e trasparenze. Balla, tenendola tra le braccia sino a finire davanti a uno specchio. Niki piega la testa da una parte,
guardandosi. Alessandro è disteso sul letto, poggiato su un braccio, la vede riflessa. I loro sguardi si incrociano. Alessandro sorride.
"Può andare... provatela no..."
"Sì... però tu chiudi gli occhi..." Niki comincia a spogliarsi, poi vede che gli occhi di Alessandro traballano un po.
"Non mi fido." E Niki spegne la luce. E riflessi notturni e qualche lampione lontano e stelle nascoste sbirciano tra le tende socchiuse di quella stanza. Niki si avvicina al letto, si siede vicino ad Alessandro ma rimane poggiata sulle sue ginocchia. Sembra disegnata in quel controluce blu.
"Allora..." voce calda e sensuale, "come mi sta?" Alessandro apre gli occhi. La sfiora leggera con una mano, cercando il tessuto di seta. Le accarezza le gambe e poi su, più su, i fianchi, ma non trova nulla.
"Ehi, ma che sei una nuvola?" e Niki ride. "E certo... hai visto che camicia da notte leggera. Non si sente quasi" e un bacio e un'altra risata. E una notte che perde i suoi confini. E alla fine perfino quelle stelle francesi lo devono ammettere. Sì. È un'altra vittoria. Gli italiani lo fanno meglio.
Il giorno dopo una fantastica colazione a letto. Croissant e uova strapazzate e spremuta d'arancia e piccoli dolcetti. E i giornali italiani che però non vengono neanche aperti E via così, con un'auto presa a noleggio, direttamente dall'albergo. Salirci sopra appena arriva con una mappa piena di indicazioni segnate direttamente dal giovane portiere.
Alessandro guida, mentre Niki fa da navigatore. "Destra, sinistra, destra di nuovo, sempre dritto... in fondo poi vai a sinistra." E ride mentre da un piccolo morso alla baguette che si è portata dietro. Alessandro la guarda.
"Ehi, ma quanto mangi..." Niki finisce di masticare. Poi cambia espressione. "Sì... strano vero. Non vorrei che..." Alessandro la guarda preoccupato. "Niki?..."
Niki sorride. "È tutto a posto... sono venute l'altra setti mana. È che quando sono felice mi prende una fame..." I
vanno via così lungo la strada che abbandona Parigi, ma senza allontanarsi troppo.
"Ecco, ecco, è lì." Niki indica un cartello. "Euro Disney, tre chilometri. Siamo quasi arrivati." E parcheggiano poco dopo. E scendono.
E corrono mano nella mano. E fanno i biglietti, ed entrano, e si perdono subito in mezzo a tante persone che sorridono come loro, giovani bambini di ogni età in cerca di sogni.
"Guarda, guarda, c'è Topolino!" Niki gli stringe la mano. "Alex, fammi una foto!"
"Ma non ho la macchinetta!"
"Non ci credo... hai organizzato tutto in maniera perfetta e poi mi cadi sulla macchina fotografica, la cosa più semplice?"
"Ma rimediamo subito!" E comprano al volo una Kodak usa e getta. E quella stretta di mano con Topolino viene subito immortalata. E poi anche il bacio a Paperino e l'abbraccio di Pippo e il saluto di Cip e Ciop e un'altra foto con Cenerentola.
"Amore, adesso sì che sei bellissima con quella coroncina in testa!"
Niki lo guarda stupita. "Ma io non ho nessuna corona!" Poi Niki guarda Cenerentola, una bellissima ragazza accanto a lei, alta, bionda, eterea, con un sorriso veramente da favola. E una corona in testa. Niki guarda malissimo Alessandro che sorride.
"Ops, scusa... mi sono confuso." E Alessandro subito fugge via, con Niki che lo rincorre e quella Cenerentola che resta lì, senza parole, ferma davanti al suo castello, a guardarli. Poi alza Se spalle e torna a sorridere a nuovi visitatori. Certo, non può :apire che anche quella è una favola.
E Alessandro e Niki continuano il loro giro, salgono sulle nontagne rocciose e poi entrano nel mondo di Peter Pan, navicano con Capitan Uncino, approdano nel western, mangiano qualcosa in un saloon e poi improvvisamente eccoli lì finire nel uturo, a bordo di una macchina del tempo. Incontrano Leo- iardo da Vinci e attraversano le epoche più diverse. Dai caverni:oli al Rinascimento, dalla Rivoluzione francese agli anni Venti.
"Zitta zitta, posso dire a mia madre che ho perfino studiato
storia..." e poi ancora avanti, sempre più su. Salgono sulle ^ Space Mountain. Le montagne russe a velocità supersonica, al s buio, puntando verso la luna, raggiungendola e improvvisamente ] girare a destra, di botto, superandola e poi di nuovo j giù, coi capelli dritti e il cuore in gola a duemila. Le mani) strette strette intorno a quel corrimano in ferro, e urlare a] squarciagola, a occhi chiusi, la propria pazza, folle, illimitata j felicità.)
"Abbiamo provato di tutto..."\
"Sì, sì, non ci manca niente."\
"Oh Dio, sono stravolta, sono tutta sudata... senti, senti la] maglietta, è tutta appiccicata."i
Alessandro si avvicina e la tocca. "Ma è zuppa, appena arrij viamo alla macchina te la cambi."j
"Sì, mi metto la felpa che avevo ieri. Ma quelle che sono? Lei pannocchie!" Niki corre come una bambinai in mezzo alla pie- cola piazzetta in stile antico, francese, disneyano. Si avvicina ali venditore di pannocchie e dopo un po di indecisione ne indicai una, con il suo indice, magro, timido. Alessandro la raggiunge"! paga e le sorride. Giovane papa di quella bambina avuta tropi presto e che non gli somiglia neanche un po.