143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 148

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Proprio in quel momento suona il suo Motorola.

"Scusatemi un attimo." Alessandro si sposta verso la finestra. "Pronto."

"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri ad Alex... Pensavi che me ne fossi dimenticata, eh?!"

Alex guarda l'orologio. È vero. Oggi è * giugno. E il mio compleanno. "Niki, non ci crederai. Me lo sono dimenticato io."

"Be, rimedierò per tutti e due. Ho prenotato in un posto fantastico e sei mio ospite, ce la fai a passare a prendermi alle

nove?"

Alessandro fa un sospiro. In realtà vorrebbe tanto lavorare. O meglio, dovrebbe. Improvvisamente vede Lugano sempre

più vicina.

"Ok. Però non ce la faccio prima delle nove e mezza."

"Preso... buon lavoro allora... e a più tardi."

Alessandro chiude il telefonino. Poi si gira. Tutti i ragazzi del suo staff hanno in testa dei cappellini colorati e sul tavolo c'è un grande vassoio pieno di ottimi pasticcini. Una busta di Mondi§

da poco scartata è lì vicino.fi

"Auguri, capo! Anche noi con questa cavolo di LaLuna ce lo stavamo per dimenticare!"

Andrea Soldini ha in mano una bottiglia. "Ero sceso per questo... avevo lasciato tutto qui fuori... prima o poi ti saresti

distratto!"

Alessandro sorride imbarazzato. "Grazie, ragazzi, grazie."

Dario, Giorgia e Michela si avvicinano con un pacchetto in mano. "Tanti auguri, boss..."

"Ma non dovevate..."

"Lo sappiamo, ma così speriamo in un piccolo aumento."

"È da parte di tutti noi..." Alessandro scarta il pacchetto. Tra le sue mani un bellissimo lettore mp e un ed, Moon, con sopra scritto "Auguri... tanto per rimanere in tema! Il tuo prezioso team!".

Andrea Soldini stappa la bottiglia e comincia a versare lo champagne nei bicchieri di plastica che Dario gli passa.

"Dai, prendete i bicchieri, passateveli..." Finalmente tutti ne

hanno uno. Così Alessandro alza il suo. Improvvisamente nella stanza scende il silenzio. Alessandro si schiarisce la voce.

"Allora, mi fa piacere che ve ne siate ricordati. Mi è piaciuto molto questo regalo, è molto divertente l'idea del ed... E, quando volete... vedo che siete creativi, ne trovate di idee! Quindi spero che ne troviate una che ci permetta presto di avere la nostra sospirata, sofferta e meritata vittoria!" Poi alza il calice. "A tutti noi, conquistatori de LaLuna!" Tutti lo seguono sorridendo, al suono di auguri capo, auguri Alex. Auguri... Alessandro sorride urtando il suo bicchiere di plastica un po contro tutti. Poi ne beve un sorso. Ma piccolo. Non vuole esa gerare. E soprattutto quanto gli piacerebbe se proprio per il suo compleanno si trovasse questa benedetta idea per i giapponesi.

Nel pomeriggio tutto lo staff lavora con impegno, sotto le note del ed. Ognuno porta qualche proposta, uno spunto, qual che vecchia idea. Andrea Soldini ha scovato una vecchia pub blicità uscita su un giornale, tanto tempo fa.

"Vedi Alex, questa non era male..." e posa la rivista sul tavolo davanti a lui. Alessandro si sporge in avanti per guar darla meglio. Andrea Soldini ne approfitta per infilargli qual cosa in tasca. Alessandro non si accorge di niente e continua a guardare quella vecchia pubblicità. Poi scuote la testa. "No... non va bene. È superata. È ferma."'

Andrea Soldini alza le spalle. "Peccato, be, io ci ho pro vato..." E si allontana. Poi senza farsi scoprire sorride. Forse per quanto riguarda la pubblicità, quella sua proposta non è andata bene. Ma per quanto riguarda il resto... ci è riuscito per fettamente.

Cento

Ore venti e trenta. Alessandro entra sfinito nell'ascensore di casa. Si guarda nello specchio. Vede perfettamente tutta la fatica di quella giornata. Soprattutto lo stress di non aver trovato ancora l'idea vincente. Le porte dell'ascensore si aprono. Alessandro infila la mano nella tasca della giacca. Prende le chiavi. Gli basta aprire di poco la porta d'ingresso per svegliarsi improvvisamente da quella stanchezza.

Ehi, ma che succede? Chi è entrato? In tutto il salotto ci sono sparse delle piccole candele profumate, accese. Le fiammelle ballano mosse da un leggero vento. Una musica bassa si diffonde per tutta la casa. Un profumo di cedro la rende particolarmente pulita e fresca. Al centro del salotto per terra due enormi e basse ciotole in cotto chiaro sono piene di petali di rosa. Ed emanano un profumo ancora più forte, inebriante. Alessandro non sa cosa pensare. Solo una persona ha le chiavi di casa. E non le ha mai restituite. Elena. Ma proprio in quel momento quel suo dubbio, quella paura, quella strana preoccupazione, viene improvvisamente cacciata via. Una dolce musica giapponese dai suoni antichi, ancestrali, quei ritmi secchi, impossibili da confondere. Dalla penombra della camera da letto arriva lei. Un kimono bianco, con dei piccoli disegni di argento leggero come la cinta che la stringe in vita. Piccole infradito ai piedi, e quel passo corto, ritmato, tipico delle vere donne giapponesi. Mani giunte davanti al petto. I capelli raccolti, solo una piccola ciocca castana chiara, leggera, è sfuggita a quella strana cattura.

"Eccomi, mio signore..." poi sorride. Alessandro ha davanti a sé la più bella geisha che sia mai esistita. Niki.

"Ma come hai fatto?"

"Non ti domandare, mio signore... ogni tuo desiderio è un dovere." E gli toglie la giacca, la piega attenta sulla poltrona del salotto. Poi lo fa sedere, gli sfila le scarpe, i calzini, i pantaloni, la camicia.

"No, voglio sapere come hai fatto..."

"Un tuo schiavo, signore, lo ha reso possibile..."

Niki fa indossare ad Alessandro un morbido kimono nero.

"E mi ha detto di darti questo..." Niki consegna ad Alessandro un biglietto. Alessandro lo apre. "Caro Alex, ti ho sfilato le chiavi dalla giacca e le ho date a Niki. Ne ha fatto un doppio e poi lei me le ha riportate. Come vedi, sono di nuovo nella tua giacca. Credo che a volte, una bella serata, valga un rischio. P. S. Lo champagne lo offro io. Tutto il resto... no. Spero che non mi licenzierai. Se invece non fosse così, be, forse ho rischiato troppo ma spero che almeno ne sia valsa la pena... Andrea Soldini."

Alessandro chiude il biglietto. Proprio in quel momento sente stappare alle sue spalle una bottiglia. Niki sta versando in due calici lo champagne. Ne passa uno ad Alessandro.

"All'amore che desideri, mio signore, e al tuo sorriso più bello che spero sia sempre per merito mio." Poi urtano i due bicchieri. Un leggero tintinnio si diffonde nel salotto, mentre Alessandro beve lo champagne freddo, gelato, ottimo, secco. Come la mano di Niki che poco dopo lo guida nel bagno. Gli sfila il kimono e lo aiuta a entrare nella vasca che ha preparato poco prima.

"Rilassati, amore..." e Alessandro si immerge nell'acqua calda, ma non troppo. Temperatura perfetta. Sul bordo della vasca sono state poggiate dentro delle piccole ciotole alcune candele di sandalo. Sul fondo, piccoli cristalli di sale azzurro minerale si stanno sciogliendo. E sboccia lentamente, profumando l'acqua, una schiuma leggera. Alessandro si lascia scivolare giù, immerge la testa, chiude gli occhi. In quel silenzio. La

tisica da lontano arriva morbida nell'acqua. Tutto ovattato, itto tranquillo. Sto sognando, pensa. E si rilassa totalmente. >rfino i suoi capelli ondeggiano lasciandosi cullare da quella lima acquatica. Poco dopo qualcosa di liscio sfiora le sue imbe Alessandro si tira su, riaffiora, sbuffa un po d acqua h oi la vede. Niki. Come una piccola pantera. Scivola su di lui ampiamente nuda. Poggia una gamba, poi l'altra, poi le iega Poi un braccio, poi l'altro e avanza così, ancora asciutta, i quell'acqua fatta di piccole bollicine profumate. Con la ,occa aperta, affamata d'amore, scivola su di lui, sul suo corpo. • poi ancora più giù, immergendosi. Ora solo le sue spalle e i uoi capelli bagnati che si aprono persi in quell'acqua, come un >olpo spaventato che apre improvvisamente i suoi tentacoli^ •ome un fuoco d'artificio che esplode nel cielo di una notte, E oi riaffiora, bagnata, con l'acqua che le scivola sul viso sul -olio, sul seno. E lo bacia. E un altro bacio. E ancora un altro. Di due bocche perse, che scivolano, che si trovano, che non tré-nano, che si amano. E poi di nuovo giù senza pudore, come una geisha perfetta che trova nel piacere del suo uomo la sua unica felicità. Fino in fondo. Fino a colorare quell'acqua azzurra e profumata di possibile vita.

Poco più tardi. Niki gli fa la doccia e lo asciuga con un grande telo. Poi lo fa stendere sul letto. Gli monta nuda sulla schiena e comincia a far scivolare da una boccetta un po di olio tiepido, tenuto immerso fino a quel momento in una pentola d'acqua

calda.

"Ah... è caldo."

"Ora si fredda..." e con le sue mani forti, da pallavolista, la campionessa Niki batte su quei muscoli, sciogliendoli, rilassandoli costringendoli all'abbandono. Poi si stende su di lui e scorre con il seno sulle sue spalle. E ancora più giù, sulla schiena, fino a massaggiargli i lombi, e le gambe e poi di nuovo su. Sciogliendo i suoi dorsali, il collo, il trapezio. E di nuovo giù. Come una saponetta soda, liscia, impazzita che corre su e giù... e non si ferma più.

"Si chiama body massage." Alessandro quasi non riesce a parlare. "Se-con-dome-tu non vai al Mamiani!"