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"No, ma non è fastidio, è che non c'entra nulla con lo stile di tutte le altre cose."
"Ma è una scultura!"
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"Oh, dimmi una cosa... Ma l'hai pagata tanto? Perché se no la teniamo, se l'hai pagata tanto..."
Alessandro non può certo dire che è un regalo. "Sì... ti dico solo che la sto ancora pagando..."
"Allora magari la rimettiamo in salotto. Comunque ti stavo raccontando... allora facevo un po d'ordine per casa, quando mi viene in mente che dovevano arrivare ancora un sacco di mobili per il salotto. Ho chiamato la fabbrica e ho parlato con Sergio, te lo ricordi quel commesso?"
E certo che me lo ricordo. Ma chi glielo dice. Elena lo vede vago e continua.
"Va be, non fa niente... Allora, ti dico... Ho fatto una litigata, ma una litigata... cioè, abbiamo urlato per più di un'ora. Ma ti pare che sono passati tutti questi mesi e ancora non ci hanno consegnato niente... e lo sai come si è giustificato il commesso? Pensa che bugiardo, ha detto che tu hai disdetto tutto."
Alessandro finisce di bere il vino e quasi si strozza. Elena continua combattiva. "Ma ti rendi conto... Ma a me non me n'è fregato nulla, mi è venuto il sangue alla testa. Allora sai che gli ho detto? Ah sì? Bene, allora li disdico sul serio."
Alessandro fa un respiro lungo, quasi di sollievo. Elena gli si avvicina. "Che c'è? Ti sei arrabbiato? Forse non dovevo farlo, prima ne dovevamo parlare magari... ma mi ha preso un nervoso, ma un nervoso... non mi va di essere presa in giro. Poi se proprio li volevi, li ordiniamo di nuovo tutti, ma da un'altra parte..."
Alessandro fa un sospiro, si lascia cadere sul divano e accende la tv.
"Come hai fatto tu, hai fatto benissimo..." Elena si mette davanti al televisore, con le gambe larghe e le mani sui fianchi. "Ma che fai?"
"Vedo se c'è un bel film."
"Ma che, stai scherzando? Ci stanno aspettando all'Osteria del Pesce... dai, ci sono Pietro e gli altri e anche due nuove coppie di amici. Siamo già in ritardo. Vatti a preparare!"
Alessandro spegne la tv, si alza e va in camera. Apre l'armadio. È indeciso. Camicia bianca o nera. Alla fine sorride. È così bello quando c'è la via di mezzo. E si infila senza problemi quella grigia.
^
Centododici
Più tardi al ristorante.
"Guardi, ci porti un po di antipasti misti freddi e caldi."
"Anche qualche crudo?"
"Sì, bravo, se ci sono i gamberi poi... e poi un po di carpaccio di pesce spada e di spigola..."
Il cameriere si allontana proprio quando arrivano Elena e Alessandro.
"Eccoci qua, ciao a tutti!"
"Allora, che ci raccontate di bello?"
Elena si siede subito in mezzo a Susanna e Cristina. "Allora, vi dico subito che ho comprato lo spolverino estivo da Scervino che è una favola..."
Camilla la guarda curiosa. "E quanto l'hai pagato?"
"Una sciocchezza... milleduecento euro, sembra tanto, ma ha offerto Alex, ha avuto la promozione, possiamo esagerare."
"Allora mi sembra pochissimo..." e tutti ridono, continuano a chiacchierare di nuovi locali, di amiche tradite, di un nuovo parrucchiere, di uno che ha chiuso, di una cameriera di Capo Verde che canta per casa, di un'altra, filippina, che si alza sempre troppo tardi, e di una peruviana invece che cucina in modo perfetto. "Ah, ma le cameriere italiane sono imbattibili. Solo che non si trovano più. Io per esempio avevo la mia tata... be, non sai come cucinava..."
E ricordi lontani. E piano piano Alessandro l'ascolta, segue quella strada. E poi si perde. Indietro nel tempo. Non molto.
Parigi. La vede correre per le strade, mangiare in qualche pic:olo ristorantino dalla lingua francese, tanta confusione in neno e una nota in più. Lei. Niki. Cosa starà facendo adesso. Messandro guarda l'ora. Starà studiando. Ha la maturità. Manderà qualche giorno. E la immagina a casa in camera sua, quella camera che ha visto solo di sfuggita quando è stato per un attimo un promotore finanziario. Alessandro ride tra sé. Ma Pietro se ne accorge.
"Avete visto? Alex sta sorridendo. Quindi è d'accordo con me..." Alessandro rientra subito nella realtà. Adesso. Lì. Come risucchiato. Purtroppo. "Eh, certo... certo."
Elena interviene guardandolo esterrefatta. "Ma certo cosa? Pietro stava dicendo che ogni tanto fa bene tradire perché migliora il rapporto sessuale della coppia sposata..."
"E io dicevo certo, certo... per voi che non avete più un buon rapporto... ma non mi hai fatto finire."
Elena si tranquillizza. "Ah, ecco..."
Enrico si alza. "Be, tocca a noi... si va a fumare." Anche gli altri uomini si alzano e riescono tutti fuori. Pietro si avvicina ad Alessandro. "Oh, non c'è niente da fare, eh, te la cavi sempre
tu..."
"Be, perché ormai sono preparato... tu tanto fai sempre soliti discorsi, cerchi di giustificare in qualche modo l'extra
sesso..."
"Macché, non dico quello... Chissà a cosa stavi pensando in
realtà..."
Interviene Enrico. "Te lo dico io a cosa stava pensando...
alla giovane ragazza, all'amica sua..."
"Ah... Quella non ha bisogno di essere tradita... Lei e le sue amiche ti riducono in polpette, ti stropicciano così tanto che non ce la fai proprio fisicamente a tradirle."
Alessandro rimane in silenzio. Pietro torna alla carica,
curioso.
"Piuttosto, l'hai più sentita, l'hai più vista? Quella secondo me accetta di vederti anche se sei nella tua situazione, con Elena, dai retta a me..."
Alessandro lo spinge. Poi sorride. "Ma chi? Non so proprio di chi parli..."
"Sì, non sai di chi parlo... La ragazza dei gelsomini."
Anche Enrico da una spinta a Pietro. "E dai, piantala! Guarda..." E poi indica con lo sguardo l'altra coppia di loro amici che sta un po più in là. Stanno chiacchierando allegramente. "Ma chi, quelli? Ma mica ci sentono... e anche se sentissero, non lo direbbero mai. Non gli converrebbe. Forse non l'avete capito. Qui il più pulito... c'ha la rogna."