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"Hai visto che avevo ragione io, abbiamo fatto bene a non dire ad Alex che avevamo visto Elena che si baciava con quel ragazzino in quel locale... Ci ha pensato il suo assistente..."
Enrico alza le spalle. "È stato un caso... Alex ed Elena potevano tornare insieme e arrivare di nuovo fino al matrimonio e questa volta magari si sposavano... E se poi non andava? Allora avevi la colpa di essertene lavato le mani..."
"Non era un mio dovere parlare e decidere per loro..."
"Per me invece è questione di responsabilità... E troppo facile far sempre prendere delle decisioni agli altri. Pensa come sarebbe stato diverso se allora anche quel tipo se ne fosse lavato le mani..."
"Sei eccessivo... Mo vai addirittura fin laggiù. Mi sembra che allora poi la responsabilità era un po diversa, o no? Io dicevo solo che noi non dovevamo avere tutta questa fretta, di aspettare... magari le cose si risolvevano senza che ci andasse di mezzo la nostra amicizia. E infatti è stato proprio così. Io penso che ad Alex non avrebbe fatto piacere che fossimo noi a dargli quella notizia. A rovinare il suo sogno. Gli amici sono come un'isola al riparo delle correnti..."
"Già... A proposito... fa freddo, io entro." Enrico butta la sigaretta per terra e la spegne. "Tra l'altro devo dare anche una notizia..."
"Bella?"
"Bellissima... Dai muoviti, ti aspetto dentro."
Pietro sorride. Da un ultimo tiro alla sigaretta. È tranquillo, sereno. Per lui quella è stata la scelta giusta. Non raccontare di quell'incontro con Elena e Marcello in quel ristorante. Poi butta la sigaretta per terra e la spegne. Poi entra e raggiunge gli amici. Ma anche Pietro non sa quanto quel giorno la scelta di Alessandro sia stata giusta. Dare o non dare un corso personale agli eventi.
Questo è il dilemma. Una cosa è sicura. Se quella cartellina rossa non fosse stata bruciata, oggi quella chiacchierata così allegra e civile tra Enrico e Pietro non sarebbe stata più possibile. Per un'unica ragione. Enrico non avrebbe mai potuto dividere sua moglie con qualcuno. Meno che mai con un amico. Anche se simpatico come Pietro.
All'interno del ristorante Enrico interrompe tutti. "Ragazzi, vi devo dire una cosa. Camilla aspetta un bambino!"
"No! Che bello!"
"Fantastico!" Alessandro prende in mano la situazione. "Cameriere... ci porti subito una bottiglia di champagne! E tu, Pietro, stai allegro, cazzo! Cerca di stare tranquillo e metti la testa a posto. Vedrai che Susanna la riconquisti..."
Enrico sorride, abbraccia Flavio. "E tu? Tu non ci devi dire niente?"
"Come no..." Beve un bel bicchiere di vino, mentre aspetta che arrivi lo champagne. "Ho cacciato Cristina di casa. Mi aveva veramente rotto i coglioni."
"Cosa? Ma che dici, non ci credo!"
Gli amici sono davvero senza parole, annichiliti. Flavio li guarda uno per uno e alla fine sorride.
"Poi è tornata. Si è data una calmata. E da quel momento le cose vanno meglio. Ora non mi dovrò sentire in colpa se gioco a calciotto, se non metto le mie cose in ordine, se voglio stare
mezz'ora spaparanzato sul divano a non fare nulla. Soprattutto, ora è più affettuosa con me. E uscirò soprattutto più spesso con voi... quindi state attenti, che vi controllerò."
Pietro gli da una pacca sulla schiena. "Sono proprio felice! Lo potevi fare prima però..."
Flavio lo guarda male.
"Be che vuoi... Meglio tardi che mai no?"
"Se tu ci sarai, mi controllerai. Susanna sarà più tranquilla e
potrò fare tutti i casini che voglio!"
"Ah no! Non se ne parla... guarda che io dico tutto!" Arriva la bottiglia di champagne. "Ragazzi, brindiamo..." Pietro la stappa e versa subito nei quattro bicchieri. Poi alza
suo.
"Allora, all'amicizia tra noi perché non finisca mai. Ad Alessandro che ha avuto il coraggio di dubitare di me, proprio lui che non ci da alcuna sicurezza sul fatto che non sia frocio..."
"Io frocio?"
"E certo! Uno che molla un sogno come Niki... se non sei frocio tu... chi lo è? ! Dai forza, Alex... È la sera buona per fare outing. Forza, apriti con noi... che poi ci pensiamo noi a ritapparti." E ridono tutti.
"Che bori che siete! A parte gli scherzi, un'idea ce l'avrei... e bisogna fare in tempo. Niki parte domani."
Continuano così a bere champagne, mentre Alessandro racconta la sua idea e si divertono un sacco. Ci vuole coraggio, però, a farla, a metterla in atto. Così ordinano anche una grappa e un rum. E perché no, anche un po di whisky. Insomma, alla fine sono tutti ubriachi.
In macchina. Atmosfera superetilica. "Piano, piano, vai piano..."
"Più piano di così... un altro po e torno indietro nel tempo."
Alessandro, più ubriaco di tutti, parcheggia la Mercedes sul ponte di corso Francia. Prima sono passati in ufficio a prenderla e anche lì hanno fatto un gran casino con il custode che così ubriachi non li voleva far salire. Ma Pietro in questo è bravissimo. Sa come bere una buona bottiglia ma anche come
"ungere" un mediocre custode. Insomma alla fine ce l'hanno fatta. Eccoli lì, per la grande idea di Alessandro.
Flavio è preoccupato.
"Ragazzi, abbiamo quasi quarantanni, andiamo via, vi prego..."
"Ma Flavio, è proprio questo il bello!"
Tutti scendono dall'auto e salgono sul ponte. Alessandro inciampa sul gradone, troppo alto per lui e soprattutto per il suo tasso alcolico. Cade ma poi si rialza. Raccoglie la bomboletta rossa e si guarda in giro.
"Shhh..."
Enrico lo aiuta. "Vieni, sali qui sopra a scrivere."
"Ma non è che cade dal ponte?"
"Macché! Mi reggo in piedi benissimo!"
Pietro gli si avvicina. "Ma hai deciso cosa scrivere? Cioè, ce l'hai una frase..."
"Certo!" Alessandro sorride ubriaco. "Da quando ti ho conosciuto, sono stato l'uomo più felice del mondo e poi..."
Flavio lo interrompe. "Ahò, ma guarda che sei con una bomboletta su un ponte... Devi scrivere una frase, mica un poema!"
"Ah certo, hai ragione..." Alessandro si regge a lui. "Dici una come quella lì..." e si guarda in giro, "ecco, quella che sta un po da tutte le parti, tre metri sopra il cielo..."
"Ma quella già l'hanno usata in tanti. Tu sei un creativo."
"Certo, da te ci si aspetta di più! Anche una cosa semplice, ma che colpisca."