143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 173

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Poi improvvisamente accade. Po po. Po po. Un clacson. E subito dopo, da dietro la curva, eccola. Una vecchia Volkswagen Cabriolet azzurra, traballante, viene su per la salita. Sembra tranquilla, sicura, come del resto quella giovane ragazza che la guida. Ha un cappello in testa, un basco, ma i capelli biondo castani, liberi e selvaggi, e quel sorriso divertito non permette di sbagliare. Niki.

Alessandro si alza e le corre incontro. Niki fa ancora qualche metro, poi frena bruscamente e fa spegnere la macchina.

"Ehi, ma hai preso o no la patente?"

"Sì, ma mi mancano le ultime lezioni. Sai, qualcuno se n'è andato."

Alessandro sorride. Poi guarda l'orologio. "Sono ventun giorni, otto ore, sedici minuti e ventiquattro secondi che ti sto aspettando."

"E allora? Io sono più di diciotto anni che ti aspetto e mica mi sono mai lamentata."

Poi scende dall'auto. Finiscono vicini, sul dosso della strada, con il sole rosso che ormai sta quasi sparendo, dietro quell'orizzonte lontano, fatto di mare.

Alessandro le sorride, le prende il viso tra le mani. Anche Niki sorride. "Volevo vedere quanto saresti stato capace di aspettarmi."

"Se un giorno comunque tu fossi arrivata, avrei aspettato anche tutta la vita."

Niki si scosta un po, s'infila nel maggiolone e spinge un tasto. Inizia la musica. Shes The One riempie l'aria. Niki sorride di più. "Ecco, ripartiamo da qui. Dov'eravamo rimasti?"

"A questo..." e le da un lungo bacio. Con passione, con amore, con sogno, con speranza, con divertimento, con paura. Paura che l'avesse persa. Paura che pur avendo letto la sua lettera, non sarebbe mai arrivata. Paura che qualcun altro l'avesse portata via. Paura che le fosse passato un capriccio. E continua a baciarla così. Con gli occhi chiusi. Felice. Senza più paura. E con amore.

La signora Brighel esce fuori dalla locanda con la zuppa calda dentro al piatto. Ma non trova nessuno seduto al tavolo.

"Ma signor Belli..." Poi li vede lì, sul ciglio della strada, persi in quel bacio. Allora sorride. Poi suo marito, il signor Winspeare, le compare vicino. Osserva anche lui la scena. E scuote la testa.

Alessandro si allontana un po da Niki, la prende per mano. "Vieni..." e corrono verso il faro. Passano davanti alla signora Brighel. "Torniamo tra un po, prepari per due..." Poi si ferma. "Ah, lei è Niki."

La signora sorride. "Piacere!"

Salutano anche lui. "Ecco, signor Winspeare, le presento Niki." E per la prima volta il signor Winspeare emette uno strano grugnito "Grunf...". Che può voler dire tutto e niente. Perché magari si stava solo strozzando. Ma che può essere anche un primo passo.

Niki e Alessandro continuano a correre e poi entrano nel faro.

"Ecco, questa è la cucina, questo il salotto, e questa..."

"Ehi... ma che cos'è?"

"Hai visto? Ho portato anche una tavola per te..."

"Come anche?"

"Sì, ne ho una anche per me."

"E sei riuscito ad andarci?"

"No. Ma ora che ci sei tu..."

"Allora tu finiscimi le lezioni di guida e io comincio a farti quelle di surf."

"Ok."

Salgono le scalette. "Questa è la camera da letto... con la finestra che da sul mare. Questo è un piccolo studio e qui, salendo l'ultima scala, c'è la lanterna..."

Salgono su veloci, escono fuori, si affacciano sul terrazzo. Sono in alto, più in alto di tutto. Un vento caldo, leggero, acca rezza i capelli di Niki. Alessandro la guarda mentre lei osserva più in là, verso il mare aperto. Quella nuvola, che prima era così lontana, ora sembra vicina. E poi quel gabbiano passa di nuovo. E fa un piccolo verso. E in qualche modo li saluta, non come il signor Winspeare. E continua a volare, planando un po più in là, cercando qualche facile corrente. Più lontano, sul filo dell'o rizzonte, c'è quell'ultimo spicchio di sole. Ancora caldo, rosso, acceso. Ma se ne sta andando. Allora Niki chiude gli occhi. Fa un respiro lungo. Lunghissimo. E sente il mare, il vento, il rumore delle onde e quel faro che aveva tanto sognato... Ales sandro se ne accorge. L'abbraccia piano da dietro. Niki si lascia andare. E appoggia la testa sulla sua spalla.

"Alex..."

"Sì."

"Prometti."

"Che cosa?"

"Quello che sto pensando."

Alessandro si sporge in avanti. Niki ha gli occhi chiusi. Ma sorride. Sa che lui la sta guardando.

Allora Alessandro la stringe un po più forte. E sorride anche lui.

"Sì, te lo prometto... Amore."

Un grazie particolare a Stefano, "el pazo", allegro e divertito, mi ha fatto compagnia quest'estate. Mi ha distratto nelle campagne toscane facendosi raccontare questo romanzo al quale ha creduto da subito... Folle com'è!

Un grazie a Michele, il viaggiatore. Mi ha accompagnato a cercare il faro. Insieme a lui l'ho trovato all'isola del Giglio. Poi mi ha fatto compagnia per trovare il resto.

Grazie a Matteo e al suo grande entusiasmo. La bellezza dei suoi tratti è stata molto al di sopra delle mie semplici parole. Mi sono sempre divertito al telefono con lui e non ho mai creduto che fosse sul serio a New York. Forse ci andrò solo per controllare che lavori davvero in quell'ufficio.

Grazie a Rosella e alla sua incredibile passione. Lei sogna così bene che alla fine a quei sogni ci credi pure tu !

Grazie a Silvia, Roberta e Paola, anche se le ho conosciute solo al telefono, ma sono state bravissime, e poi grazie a Gianluca che invece mi è venuto a trovare di persona per prendere le bozze e scappare via senza neanche darmi il tempo di offrirgli un caffè.

Grazie a Giulio e Paolo che mi hanno offerto a Milano una cena speciale, ma soprattutto piacevole, che poi è la cosa più difficile a volte.

Grazie a Ked che mi ha fatto conoscere tutte queste persone.

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Grazie a Francesca che vuole cambiare il motorino ma non lo fa... Si diverte di più a seguire le mie avventure. E mi consiglia sempre con divertimento e saggezza.

Grazie a tutti i miei amici, quelli veri, quelli che ci sono sempre stati e che sono anche in questo romanzo. Mi hanno fatto compagnia anche nel dolore rendendomelo così più facile da accettare.

Grazie a Giulia che è stata molto paziente e mi è sempre stata accanto con il suo bellissimo sorriso. È stata lei il mio vero faro in questo periodo di burrasca, quando il mare è grosso e perdi di vista la terra.

Grazie a Luce, che come sempre mi fa ridere, e alle mie due sorelle Fabiana e Valentina, che vorrei ridessero sempre.

E poi un grazie molto speciale è per il mio amico Giuseppe. Be, che dire in questo caso... A volte le cose sono così belle che se dici qualcosa rischi di rovinare tutto. E allora preferisco stare zitto e dirti semplicemente grazie papa.