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"Eh, come? ah! Quella ai cereali."
Il ragazzo preme il tasto e lo snack cade nel cassetto. Lui si piega e lo prende.
"Eccola."
"Sì, ma non dovevi. Tieni l'euro."
"Ma no, tanto hai visto, non funziona. Non mi serve."
"No, tienilo. Tu lo sai caricare. Non mi piacciono i debiti."
"Debiti? Per una merendina?"
"Eh. Non mi piacciono. Comunque grazie" e se ne va con lo snack in mano, senza altri complimenti. Il ragazzo resta lì, un po perplesso. Il tizio delle macchinette lo guarda.
"Ahò, secondo me glie piaci."
"Come no. Un colpo di fulmine."
Diletta torna dalle Onde. Olly intanto ha già divorato il panino.
"Buono! Altro che merendine! Oh, ragazze, l'appetito è proprio come il sesso: più è grosso meglio è!"
"Olly! Fai schifo!"
Diletta scarta lo snack e inizia a mangiarlo.
"Che hai?"
"Mi girano. La macchinetta non mi prendeva i soldi."
"L'hai scassinata?"
"Ma no. Mi ha aiutato uno..."
"Uno chi?"
"Ma che ne so. Uno. Me l'ha presa lui."
"Aha! Capito Niki, c'era uno!" E di colpo tutte e tre si mettono a urlare in coro. "Finalmente uno, finalmente uno" e iniziano a prendere a spinte Diletta che fa la faccia scocciata ma alla fine è costretta a ridere. Poi di colpo si fermano. Diletta si gira. Anche Erica e Niki. Olly è l'unica che continua a gridare "Finalmente uno". Poi si ferma anche lei.
"Oh, ma che c'è?"
"Quell'uno" dice Diletta ed entra subito in classe. Il ragazzo è fermo davanti a loro. In mano, lo stesso snack di Diletta ai cereali.
"Finalmente uno" adesso sorride.
Diciotto
"Bene, allora cercatemi tutto quello che è possibile trovare su ogni tipo di caramella sia stata mai pubblicizzata in Italia. Anzi no. In Europa. Ma che dico, nel mondo."
Giorgia guarda Michela e sorride indicando Alessandro. "Mi fa impazzire quando fa così."
"Sì, anche a me, diventa il mio uomo ideale. Peccato che quando finirà questa sfida, tornerà uno come tutti. Freddo, disinteressato a qualsiasi argomento se non a quello" e mima una curva, "e soprattutto, già impegnato..."
"No, ma allora non la sai la novità? S'è lasciato."
"No, non ci credo. Uhm... Allora diventa più interessante. Può darsi che il mio appetito duri anche oltre la campagna... Sul serio si è lasciato con Elena? Ecco perché ieri sera, tutti a casa sua... le russe... Ora le cose mi tornano."
"Che russe? Quale serata? Non mi dire che se la sono spassata con le nostre modelle."
Arriva Dario. "Ma quali vostre modelle! Quelle sono della nostra società, la Osvaldo Festa, fino a oggi, visto che dovevano girare ancora un giorno e quindi sono sotto contratto. E poi sono diventate un po della comunità, sono le nostre mascotte. Ma che siete gelose?"
"Noi? Ma per chi c'hai preso?"
Proprio in quel momento arriva Alessandro. "Ma si può sapere che c'avete tanto da parlare qui? Vi volete mettere a lavorare? Forza, lavorate, pensate, spremetevi le testoline,
quello che c'è rimasto dentro. Io a Lugano non ci vado e non vi voglio perdere!"
Giorgia da una botta a Michela. "Vedi, mi ama!" L'altra sbuffa e scuote la testa. "Mi? Veramente ha parlato al plurale, ha compreso anche me!" "Lavorate, forza!"
Andrea Soldini si avvicina ad Alessandro che sta guardando il pacchetto di caramelle. Lo ha messo sul tavolo. Lo fissa. Chiude gli occhi. Immagina. Sogna. Cerca l'ispirazione... Andrea gli tamburella sulla spalla.
"Eh? Chi è?" si scuote leggermente infastidito. "Io." "Io chi?" "Andrea Soldini."
"Sì, lo so, stavo scherzando. Dimmi..." "Mi dispiace."
"Di che? È tutta da giocare questa partita. Se partiamo così, andiamo bene."
"No, ma io parlavo di Elena." "Elena, che c'entra Elena?" "Be, com'è andata a finire?"
Andrea si gira verso Giorgia e Michela che fanno finta di niente e iniziano a cercare nei rispettivi computer. "No, niente, scusa, ho sbagliato... pensavo..." "Ecco, bravo, pensare, questo è quello che devi fare. Ma pensare alla caramella LaLuna. Solo a quella. Sempre, ininterrottamente, di giorno, di notte, perfino quando sogni. Dev'essere il tuo incubo, un'ossessione, fino a trovare una soluzione. E se non la trovi, allora comincia a pensare a LaLuna anche quando ti svegli. Ecco, non ti distrarre. LaLuna... LaLuna... LaLuna..."
In quel momento squilla un telefonino. "E quando siamo in riunione, quando è il momento del brainstorming, nella bufera creativa dei cervelli, alla caccia dell'idea per LaLuna, allora tenete spenti questi benedetti telefonini."
Giorgia si avvicina e gli passa un Motorola. "Tieni, boss. È il tuo."
Ili
Alessandro lo guarda un po imbarazzato. "Ah, sì... è vero. Be, comunque boss mi piace più di capo." Poi si allontana rispondendo. "Sì, pronto, chi parla?"
"Ma perché non hai registrato ancora il mio numero?"
"Pronto?"
"Sono Niki."