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"Sì."
"Bene! Allora?"
"Allora cosa?"
"Ma quanto ci metti, e dai sbrigati..."
"Sono quasi arrivato..."
"Guarda che se arriva mia madre e mi becca è un casino."
"Scusa, ma perché dici che..."
Click.
"Pronto? Pronto, Niki?" Alessandro guarda il telefonino. "Non ci credo. Ha attaccato un'altra volta. Ce l'ha di vizio." Scuote la testa, poi curva a destra e accelera, procedendo spedito verso la scuola. Arrivato all'angolo, Niki è già lì. Corre verso la Mercedes, quasi si butta sotto. Prova ad aprire lo sportello, ma è chiuso dall'automatismo interno. Niki bussa al vetro. "E dai, apri, apri..."
"Ferma, così mi spacchi il finestrino."
Alessandro preme un tasto sul cruscotto. Tutte le sicure si sbloccano. Niki si lancia dentro e si stende quasi per terra e poi lo guarda in modo supplichevole. "Vai, vai!"
Alessandro si sporge dalla sua parte e chiude lo sportello lasciato aperto. Poi parte tranquillo e, facendo un lento zig zag tra le auto parcheggiate che aspettano l'uscita delle alunne delle altre classi, si allontana. Niki riemerge piano piano da sotto. Guarda fuori.
L
"Ecco, la vedi quella signora vicino al maggiolone?"
"Sì, la vedo."
Niki si riabbassa per nascondersi. "Ecco, quella lì è mia madre. Non ti fermare, non ti fermare, vai, accelera."
Alessandro continua a guidare tranquillo. "L'abbiamo superata, puoi alzarti."
Niki si risistema sul sedile e guarda nello specchietto. La madre ormai è lontana.
"Bella donna."
Niki lo guarda male. "Non parlare di mia madre."
"Veramente le stavo facendo solo un complimento."
"Per te non esiste mia madre, non esiste neanche un complimento."
Il cellulare di Niki inizia a squillare. "No! Ecco che chiama! Cavoli, speravo mi desse un po più di tempo... Un attimo di respiro... Accosta qui."
Alessandro ubbidiente si posteggia al bordo della strada. Niki gli fa segno di stare zitto. "Shhh." Apre il telefonino per rispondere. "Mamma!"
"Dove sei?"
"Sono a casa di Olly. Siamo uscite un po prima oggi."
"Ma no, non ti ricordi che dovevo passare io, che lasciavi il motorino e dovevamo andare dal parrucchiere?"
Niki si sbatte la mano sulla fronte. "È vero, mamma... cavoli, me ne sono completamente dimenticata, scusa."
Simona, la madre di Niki, scuote la testa.
"Non ci sei proprio in questo periodo, eh? Saranno gli esami che si avvicinano o il ragazzo che non ti molla un attimo... come si chiama? Fabio."
"Ma mamma, proprio adesso me ne devi parlare, sono da Olly."
Niki guarda Alessandro come a dire: sto esagerando, vero? "E comunque, mamma, ci siamo mollati."
"Oh, finalmente una buona notizia."
"Ma mamma? !"
"Che c'è?"
"Ti sembrano cose da dire? E se mi ci rimetto?"
"Appunto, per questo te l'ho detto, così non ti ci rimetti! E poi noi ce lo siamo promesse, no? Dobbiamo sempre dirci tutto."
"Ok, va bene. Senti, ora vado a mangiare una cosa con Olly, torno tardi, non mi cercare, eh?"
"Ma Niki, scusa, non devi studiare?"
"Ciao, mamma..." Troppo tardi. Anche Simona resta così, con un cellulare muto in mano. Niki ha riattaccato. Mette la modalità d'uso silenzioso e blocca la tastiera. Si alza su una, mano e s'infila il telefonino nella tasca dietro dei pantaloni. Alessandro la guarda e sorride.
"Dici molte bugie a tua madre?"
"Mica tante... Per sempio, che mi sono lasciata è vero. E poi che ti frega, mica sei mio padre."
"Appunto, ed è per questo che te lo chiedo, almeno mi rispondi, sennò non me lo diresti mai."
"Madonna, quanto sei filosofico. Gira qua, dai, qua, presto." Niki prende una parte del volante e lo aiuta quasi a fare la curva. Alessandro sbanda un po, va per metà in controsterzo ma riesce a recuperare la traiettoria.
"Ferma! Ma che fai? Lascia il volante! Un altro po e prendevamo il palo."
Niki si risistema sul sedile. "Certo che sei precisino, eh?"
"Ma che c'entra il precisino, mi sfondi pure il davanti e poi siamo a posto, poi è proprio da buttare questa macchina."
"Esagerato."
"Hai visto intanto il bozzo che m'hai fatto sulla fiancata col motorino?"