143382.fb2
"Be, meglio tardi che mai, comunque, no?"
"Ecco, ora sembri mia zia."
"E che ti devo dire, devo stare zitto con te?"
"Ecco, questo è quello che invece fa sempre mio fratello."
"Ora ho capito perché stai così bene con me, ti sembra di stare con tutta la tua famiglia."
Niki ride. "Ecco, questa era divertente. Ti giuro, mi hai fatto ridere... Ti sto guardando con occhi nuovi. Sul serio, te lo giuro, sono sincera."
"Ho acquistato punti?"
"Qualcosina, ma sei ancora troppo lontano, con l'incidente alla mia Milla sei andato almeno a meno venti in classifica... Poi ti vesti da finto giovane."
"Cioè?" Alessandro si guarda.
"Vestito scuro e sotto le Adidas, camicia celeste troppo chiara, colletto sbottonato e senza cravatta."
"E allora?"
"Disperato tentativo di riacciuffare il tempo perduto. Almeno Proust si limitava a scriverci su, non andava in giro vestito in quel modo."
"A parte che ai suoi tempi le Adidas non c'erano e poi questa è la tenuta da lavoro. Quando sono con gli amici sono molto più sportivo."
"Cioè come a dire ancora più disperatamente finto giovane infiltrato tra di noi. Come a dire: ehi ragazzi guardatemi, sono uno di voi! Ma non lo sei più. Di questo te ne sei reso conto, vero?"
I
Alessandro sorride e scuote la testa. "Mi dispiace, ma ti sei fatta un'idea sbagliata su di me."
Niki rannicchia le gambe al petto e mette le scarpe sul sedile.
"Mettile giù ! " le da una botta alle gambe.
"Pesante, pesante." Poi lo guarda e fa la faccia furba. Le è venuto in mente qualcosa. "Allora, facciamo un gioco. Cosa ti è piaciuto di me?"
"Perché, mi dovrebbe essere piaciuto per forza qualcosa?"
"Be, di solito quando incontri qualcuno c'è sempre qualcosa che ti piace e magari qualcosa che non ti piace, no? Che ne so, magari non ti piace un profumo troppo forte, o i capelli troppo lunghi, se mastica male la gomma, se si agita troppo, se mette i piedi sul sedile... per esempio, sono sicura che non ti sono piaciute le mie tette." Niki se le stringe un po. "In effetti in questo periodo sono un po piccole, sono dimagrita. Sto facendo un torneo di pallavolo... Sai, siamo terzi... Va be, ma questo non c'entra niente. Comunque mi sono accorta che non è stata la prima cosa che hai guardato quando ci siamo conosciuti."
"No, infatti, la prima cosa è stata la fiancata della macchina."
"Smettila! Dicevo sai, ci sono quelli grandi, quelli come te insomma, che quando ti vedono per la prima volta guardano subito le tette. Che poi che cercheranno mai in una tetta? Quale segreto, quale mistero di una donna credono si possa nascondere in una tetta? Allora, cosa ti è piaciuto di me?"
Alessandro la guarda per un po. Poi ritorna a guidare tranquillo e sorride.
"Mi è piaciuto il tuo coraggio. Dopo l'incidente ti sei subito rialzata. Non hai avuto paura. Non hai perso tempo. Hai affrontato di nuovo subito la realtà. Forte... Sul serio. È in quei momenti, nelle cose dolorose e improvvise, che si vedono le vere qualità di una persona."
"Allora, in base a questo, tu sei terribile! Urlavi come un pazzo! Ti sei preoccupato della macchina."
"Macché, perché avevo visto che tanto stavi bene, no?"
"Sì sì, troppo ci credo..." Niki poi diventa seria. "E cosa non ti è piaciuto di me?"
Alessandro sta per cominciare a parlare. "Be... allora, vediamo..." L'elenco sembra piuttosto lungo.
"Ah, no, no, aspetta ci ho ripensato... non lo voglio assolutamente sapere!"
Alessandro continua a guidare divertito. "Be, se uno non fa autocritica non migliorerà mai in niente."
"E chi te l'ha detto che io voglio migliorare? Di tutte le ragazze che io conosco sono già tranquillamente sopra la media... Quindi, non mi va neanche di diventare troppo pazzesca. Non sarei più simpatica a nessuno, è chiaro... Invece la simpatia è fondamentale. Nasce dall'imperfezione. Per esempio, di te una cosa che mi ha colpito, nonostante il dramma che facevi per la macchina, è stata proprio la simpatia. Quella che invece mi è piaciuta di meno devo dire che non c'è."
Alessandro la guarda, poi improvvisamente alza il sopracciglio.
"Mmmh, troppi complimenti. C'è sotto la fregatura. Allora?"
"Macché, vedi che sei sospettoso. È quello che penso. Non te l'ho detto prima che io dico sempre quello che penso?"
"E le bugie a tua madre, allora?"
"Appunto. In quel caso dico sempre quello che penso le farebbe piacere sentire."
Niki ritira su le gambe e rimette i piedi sul sedile. Si abbraccia le ginocchia. "Metti giù i piedi dal sedile..."
"Uffa, come sei noioso." Niki li mette sul cruscotto.
"Mettili giù anche da lì."
"Noiosissimo ! "
"Dai, ti porto a casa. Dove abiti?"
"Ecco, un difetto l'ho trovato. Sei troppo precisino. Non ti deve mai sfuggire niente. Ora che si fa, dove si va, perché. Ma perché fai così? Perché vuoi controllare tutto? Sei un ragioniere delle emozioni. Un castigatore delle follie. Un calcolatore di casualità. Non si può ridurre la vita a puri calcoli. Scusa, ma che lavoro fai?"
"Sono un creativo."
"E come fai a creare se distruggi e soffochi ogni imprevisto?
La creazione nasce da un lampo, da un errore rispetto al solito corso delle cose. Non facciamo bene niente finché non smettiamo di pensare al modo di farlo."
"Bella. Sei filosofica."
"Non è mia. È di William Hazlitt."
"E chi è?"