143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 31

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Niki obbedisce e si mette il seme in bocca. Francis spicca improvvisamente il volo, si ferma a un millimetro dalla sua bocca, sospesa in aria, battendo leggera le ali. In quel momento Niki chiude gli occhi mentre Francis allunga il becco e le ruba quel chicco dalle labbra. Niki sente un tocco leggerissimo e quasi spaventata ha un brivido. Poi riapre gli occhi. "Aiuto!" Francis è già tornata sulla spalla del suo padrone.

"Ha visto, c'è riuscita..."

Niki batte le mani contentissima. "Brava! È stata bravissima!" Proprio in quel momento dietro di loro passa un boro dal capello lungo con degli amici dello stesso calibro.

"Ahò, a bella, se ce tieni tanto a bacia un uccello, te presto il mio! È addestrato!" e ridono sguaiati, allontanandosi.

"Manco morta! E poi non ce la fa a uscire dalla gabbia..." gli grida dietro Niki. Il boro la manda a quel paese con un gesto da lontano.

"Vuoi che dica loro qualcosa?" fa Alessandro.

"Ma ti pare, già risolto. E poi non fare così. Il ragazzo con cui stavo prima scattava per ogni cosa. Se c'era lui sai che succedeva? Una rissa, casini... Era uno che faceva a botte per niente. Non lo sopportavo."

"Va be, ma quello è stato pesante, no?"

"Guarda che quelli che abbaiano così poi non mordono. Era solo una battutaccia. Non vale la pena perderci tempo. E poi il mio ex l'ho lasciato proprio per questo. Ora che faccio, esco con te e fai la stessa cosa?"

"A parte che io e te non siamo usciti."

"Ah no?"

"No."

"Strano, stiamo per strada insieme..."

"Sì, ma non è che ci siamo dati un appuntamento."

"Ma che problemi ti fai. Hai la donna gelosa?"

"Veramente in questo momento non c'è."

"Ah, ti sei mollato anche tu?"

E anche se gli sembra assurdo parlarne proprio con lei, non riesce a mentirle.

"Be, sì."

"E allora, che ti frega?! Goditi questi momenti e basta! Che rompi! Sempre a precisare tutto."

Niki si mette a camminare più veloce e lo precede. Alessandro resta lì, davanti al signore che lo guarda con la sua gazza sulla spalla, alza il sopracciglio e sorride. "La signorina ha ragione." E poi, pensando che potrebbe comunque ripensarci,

l'anziano signore guarda Alessandro, sorride e si mette i cinquanta euro in tasca.

Alessandro la raggiunge. "Niki, aspetta. Ok, siamo usciti ma non siamo usciti, così dobbiamo ancora fare la nostra uscita, ok? Meglio, no?" "Se lo dici tu..." "Dai, non ti arrabbiare."

"Io? Ma chi s'arrabbia!" e comincia a ridere. Niki infila il braccio sotto a quello di Alessandro. "Senti, più avanti c'è un posto che fa della pizza buonissima a via della Lupa. Ti va un pezzo di pizza? A via Tomacelli c'è n'è uno che fa del pane da urlo, ha anche una bellissima terrazza, si sale su ed è uno spettacolo. Poi c'è un altro posto a corso Vittorio che fa l'insalata, si chiama L'Insala ricca. A te piace l'insalata? Oppure qui vicino c'è un posto buonissimo che fa il gelato, Giolitti, anzi, meglio, ce n'è un altro che fa dei frullati pazzeschi, Pascucci, vicino piazza Argentina." "Piazza Argentina? Ma è lontanissima." "Macché, è una passeggiata. Allora andiamo?" "Ma dove? Hai detto otto cose in due secondi!..." "Ok, allora prendiamo i frullati, facciamo così, chi arriva primo non paga!" e corre via, bella, allegra, coi suoi pantaloni stretti, la sua borsa di maglia, i capelli biondo castani al vento, tenuti da una fascia blu. E gli occhi azzurri o verdi, a seconda della luce. Alessandro rimane lì, fermo a guardarla. Sorride tra sé. E poi di colpo è come se decidesse di gettarsi alle spalle tutti i suoi pensieri. E via anche lui, dietro a lei, a correre a perdifiato per via del Corso. Avanti, sempre avanti fino a girare a destra verso il Pantheon, con la gente che li guarda, che sorride, che s'incuriosisce, che smette per un attimo di parlare prima di tornare alla propria vita. Alessandro arranca dietro Niki. L'ha quasi raggiunta. Ecco, pensa Alessandro, sembra uno di quei vecchi film, tipo Guardie e ladri con Totò e Aldo Fabrizi, quando correvano lungo quella ferrovia, in bianco e nero. Solo che Niki non gli ha rubato nulla. E non sa che, in realtà, gli sta regalando qualcosa.

Niki ride e ogni tanto si volta per vedere se c'è. "Ehi, non ti credevo così in forma, eh?"

Alessandro sta quasi per acciuffarla. "Ti prendo, ora ti prendo."

Niki accelera un po, prova a tenere più alto il passo. Ma Alessandro è sempre lì, a pochi passi da lei. Poi improvvisamente rallenta, quasi si ferma. Niki si gira e lo vede lontano. Fermo. Per un attimo si spaventa. Rallenta anche lei. Si blocca di botto e si gira. Alessandro mette la mano nella giacca e tira fuori il telefonino.

"Pronto?"

"Alex, ci sei? Sono Andrea, Andrea Soldini..."

Alessandro prova a recuperare un po di fiato.

"Chi?"

"E dai smettila, sono il tuo staff manager" poi sottovoce, "quello che hai salvato a casa tua con le russe..."

"Ma sì, lo so chi sei, possibile che non capisci quando scherzo? Allora, dimmi, che succede?"

"Ma che stai facendo, hai il fiatone!"

"Sì, sto respirando a fondo la gente, per essere più creativo."

"Ma che... Ho capito. Sesso dopo mangiato, eh?"

"Non ho ancora mangiato" e, vorrebbe aggiungere, se è per questo sesso non lo faccio da non so quanto.

"Allora che c'è? Dimmi."

"No, ti volevo dire che sto riguardando le nostre vecchie pubblicità e m'è venuta un'idea tutta di montaggio, se passavi di qui te ne parlavamo."

"Andrea..."

"Sì, dimmi."

"Non farmi pentire di averti salvato."

"No, assolutamente no."

"Ecco, bravo. Ci sentiamo dopo."

"Posso chiamarti se mi viene qualche altra idea?"

"Se proprio non resisti."

"Ok, capo." Andrea butta giù. Non ho fatto in tempo, pensa Alessandro, a dirgli la cosa più importante. Non sopporto che mi si chiami capo.

Niki intanto lo ha raggiunto.

"Allora, che succede?"

"Niente, l'ufficio, non riescono proprio a fare a meno di me."