143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 40

Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 40

Alessandro si mette davanti a Niki, tenendo le mani in tasca. "Be, eccoci qua... giornatina intensa, eh?"

"Già."

"Ci sentiamo."

"Sì, certo. Dobbiamo sistemare il nostro incidente."

Niki alza il mento e guarda verso la Mercedes. "Mi dispiace di averti abbozzato anche lì davanti..."

"Non ti preoccupare, ormai mi sono abituato."

"Possiamo sempre fingere che è successo tutto insieme. I miei danni sono sicuramente meno dei tuoi."

"Nessun assicuratore crederebbe che un motorino m'ha ridotto la macchina in quel modo! A meno che non me l'hai lanciato direttamente dal terrazzo ! "

Niki ride. "Perché, non potrebbe essere? Lo hanno fatto anche allo stadio."j

"Ok, ok, come non detto."

"Comunque tranquillo, non mi far sentire in colpa più delj

dovuto, ora ci penso e in qualche modo troverò la soluzione."]

Si sporge e lo bacia sulla guancia. Poi corre via. Alessandro sor|

ride e va verso l'auto. Ci cammina attorno per constatare i|

danni. Finito il giro, sorride un po meno. Sale in auto. Sta per mettere in moto quando arriva un messaggio. Torna a sorridere. Dev'essere Niki. Poi di colpo gli viene in mente // Piccolo Principe. E si preoccupa un po. Cavolo. Sto facendo come la volpe? Mi sto addomesticando? Com'era quel bel passaggio? "In principio tu ti siederai un po lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po più vicino... Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e a inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti..." Già. Ci vogliono i riti. E io stavo già aspettando un suo sms? Alessandro apre il messaggio. No. È Enrico. La volpe si alza e se ne va, uscendo dalla scena dei suoi pensieri.

"Siamo da Sicilia in bocca a via Flaminia, ci siamo tutti. Ci mangiamo un po di buon pesce. Che fate? Ci raggiungete? Fammi sapere. "

"Sto arrivando" risponde veloce Alessandro col T. "Ma sono solo." Messaggio inviato. Mette in moto e parte. Poco dopo squilla il cellulare. Numero privato. Come non sopporto quando nascondono il numero. Chi potrà essere? Le ipotesi sono troppe. Si fa prima a rispondere.

"Pronto."

"Sono io."

"Io chi?"

"Io Niki. Già mi hai dimenticato?"

No, pensa Alessandro. E poi come potrei, se non altro perché ne porto i segni. Ma non glielo dice. Capisce che supererebbe di nuovo la Bernardi e forse anche la mamma di Niki in classifica. La volpe torna in scena e si accuccia, tranquilla, ad ascoltare.

"Sai, ti ho chiamato con *# perché sono a casa. Ho finito il credito."

Mica vorrà che le ricarichi la scheda, pensa Alessandro per un attimo.

"Volevo solo dirti che sono stata benissimo oggi pomeriggio con te. Mi sono divertita un sacco."

Alessandro si sente un po in colpa per quel suo pensiero. Perfino la volpe lo guarda male.

"Anch'io, Niki." La volpe torna serena.

"Sai qual è la cosa che mi è piaciuta di più?"

"Il frullato?"

"No, cretino. Che mi hai fatto sentire donna."

Alessandro sorride.

"Be, sei una donna."

"Sì, grazie, lo so. È solo che a volte non ti ci fanno sentire del tutto. E poi vuoi sapere la cosa più bella? È la prima volta che qualcuno... sì, insomma... Cioè è una cosa bella che nessun uomo mai aveva fatto per me..."

Alessandro rimane perplesso. "Bene, sono proprio felice." Alessandro continua a pensare ma non gli viene in mente nulla.

"Allora ci sei arrivato?"

"Ho qualche idea ma è meglio se me lo dici tu."

"Ok... Che quando mi hai riaccompagnata a casa non hai pro vato a baciarmi. Sul serio. Mi è piaciuto da morire. È la prima volta che un uomo arriva davanti al portone e non ci prova. Bravo! Sei unico! Ciao! Ci sentiamo presto, buona serata." Niki chiude, come al solito senza lasciargli il tempo di rispondere.

Alessandro rimane con il telefonino in mano. Bravo. Sei unico. Voleva dire sei l'unico coglione! E non sapendo bene come interpretare quella telefonata, accelera verso il Flaminio.

Ventiquattro

" I

!

Mauro da ogni tanto un calcio alla gomma posteriore del suo Kymco sfondato, fermo sul cavalietto, facendola girare. Fuma una sigaretta. Poco più in là, almeno cinque o sei Winston blu hanno già fatto la stessa fine. Guarda di nuovo in fondo alla strada. Eccola.

Mauro spegne la sigaretta e le corre incontro. "Ma dove cazzo eri? Dove sei stata? Eh? Dove cavolo eri?"

Paola avanza serena. È felice. Ha un bellissimo sorriso.

"Amò, mi hanno preso, mi hanno preso!"

"Ma perché non mi hai chiamato?"

"Avevo finito il credito, neanche per un sms, e mia madre stava al fisso. M'avevano chiamata per un recali..."

"Un che?"

"Un recali! Quando ti chiamano per fare di nuovo il provino... Sono andata con l'autobus... Non potevo aspettarti e poi ho preso la metro, tanto il provino non era lontano, era di nuovo a Cinecittà."

Lo abbraccia, lo bacia, morbida, dolce, sensuale come sa essere Paola. Quando vuole. "Ma di che ti preoccupi? Non sei felice? Mi hanno preso!"