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"Ma scusa, guarda che nessuna delle altre viene accompagnata dal ragazzo."
"Eh, grazie, perché a quelli nun je ne frega nulla. Invece io ci tengo a te. Poi, altra cosa, te l'ho detto mille volte, quando stai per finire il credito, dimmelo no? Che c'ho mia madre che lavora al tabacchi all'angolo... La chiamo e ti faccio ricaricare al volo. Oppure ti carico direttamente io da qualche altra parte." Poi Mauro rimane zitto. Sì, ma con quali soldi la ricarico, pensa tra sé. Ma non è certo quello il momento di farglielo presente.
Paola apre la sua grande borsa dai manici larghi. "Guarda, dopo il provino sono andata a Cinecittà e ti ho preso questo..." Tira fuori un orsacchiotto di peluche con la maglia della Roma.
"Magico! Troppo fico, grazie, amò..."
"Hai visto? È l'orsino Totti, è come il tuo capitano, un piccolo gladiatore... peloso."
"Ahò, è troppo carino."
"Sentilo, sentilo" Paola glielo preme sul viso. Mauro lo allontana, grattandosi il naso. "Ahò, così me fai starnutì, e dai!"
"Ma non lo senti?" Mauro se lo riavvicina al naso, stavolta da solo, più tranquillamente. Paola sorride. "C'ho messo sopra un po del mio Batik, così quando te lo porti a letto pensi a me. Ma perché ridi? È perché ce ne ho messo troppo, eh Ma?"
Mauro sorride e se lo infila nella tasca interna del giubbotto.
"No... No, è che c'ho così voglia di te che 'sto orsino nun me basta proprio, a bella... Sei meglio di Ilary."
Mauro le da un bacio con la lingua, la stringe a sé, facendole sentire che è eccitato. "Sul serio, c'ho voglia. Andiamo nel tuo garage, nella macchina di tuo padre..."
Paola si tocca la pancia verso il basso. "Non posso. Mi sono venute proprio oggi mentre stavo per fare il provino e per fortuna che ce li avevano lì."
"E chi ce li aveva?"
"La pubblicità che faccio è proprio su quelli..." tira fuori dalla borsa un pacco di ventiquattro assorbenti. "Ahò, sarà per
ti
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l'emozione, ma me so venute prima. Guarda che fortuna, me ne hanno regalato un pacco!"
"Amò, ma che stai scherzando?" Mauro si scosta da lei. "Ma che sul serio devi fare la pubblicità di 'sti cosi? Cioè, come dire a tutti che c'hai il ciclo?"
Paola si scoccia. "Senti, ma che hai stasera? C'hai voglia di litigare? È una cosa naturale! Non è volgare, che c'è di male? Ogni donna, ogni mese, ne ha bisogno. Di solito gli uomini s'incazzano quando succede che non servono, casomai..."
"Ho capito, ma mi sembra così cafone."
Paola gli si avvicina di nuovo e lo bacia sul collo. "Sei troppo nervoso. Dai, mi accompagni quando si gira, vedrai che non c'è niente che ti può dar fastidio, eh? Senti, ti va che andiamo a mangiare una pizza, eh? Offro io."
"No" Mauro va verso il motorino, "andiamo sì, ma offro io."
"Come vuoi, volevo solo festeggiare che mi hanno preso!"
"E già mi hai regalato l'orsino, no?"
"Va bene... Andiamo al Paradiso? Non è lontano, ci vanno sempre un sacco d'attori."
"Va bene, andiamo." Mauro le passa il casco, poi s'infila il suo. Paola si siede dietro, mette la grande borsa tra lei e la schiena di Mauro.
"A Paole, ci pensi che un giorno diventerai famosa e magari la gente verrà al Paradiso pé vede te che mangi?" Mauro le sorride guardandola nello specchietto.
"Dai, non mi pijà in giro."
"Ma perché? Sul serio lo dico, ahò, tutto può esse..."
Proprio in quel momento arriva una grossa moto che si ferma vicino a loro. Il tipo alza la visiera del casco.
"Ahò, a Mauro. A belli... che fate?"
Mauro sorride. "Andiamo a mangiare una pizza."
"T'ero venuto a cercare sotto casa, ma eri già andato via. Avevo bisogno di una mano."
"Grazie. Ma te l'ho detto, non posso."
"Fammi sapere quando ti decidi. Te regalo 'sta moto quando vuoi. Così anche quando vai a magna una semplice pizza, ce
metti de meno. E soprattutto la tua ragazza sta meno inguaiata. A Ma, le donne amano la comodità, eh... Nun te lo scorda mai!" Il tipo si abbassa la visiera. Mette la prima e con una mezza pinna s'allontana velocemente. Seconda, terza, quarta. È già sparito in fondo alla strada. Mauro accelera piano. Paola gli si poggia sulla spalla. "Ma chi è quel boro, eh Ma?"
"Ma niente."
"Ma come niente? Dimmi dai."
"T'ho detto... niente. Ci stavo a scuola insieme ma era una vita che non lo vedo. Lo chiamavano er Civetta, uno simpatico."
"Sarà. A me sembra solo un boro e pure pericoloso. E poi che è 'sta cretinata delle donne che amano la comodità? Le donne amano l'amore, diglielo se lo rivedi er Civetta." Mauro sorride e le tocca la gamba. Paola gli accarezza la mano. "Anzi, no. Non dirglielo. Tanto quello non capirebbe."
Mauro accelera e via così, verso il Paradiso, un grande risto rante poco lontano da Cinecittà. Ma il motorino, un vecchio Kymco, più di tanto non ce la fa. Procede tranquillo nella notte. Ha la gomma posteriore leggermente sgonfia e sopra due pas seggeri pieni di illusioni e di speranze.
Venticinque
Le auto dei suoi amici sono tutte parcheggiate di fronte a Sicilia in bocca. Prima di entrare, lo vede proprio lì davanti e non resiste. Sorride all'idea. Ci pensa un attimo. Alla fine sceglie la soluzione migliore. Tanto ormai, questa giornata è andata così. Poi, appena fatto, prende il cellulare e scrive rapido un sms. Invio. D'altronde se non viene a un direttore creativo, no? Poi entra nel ristorante. Profumi di cibi siciliani, aromi e spezie lo avvolgono.
"No! Eccolo! Incredibile!" I suoi amici sono tutti al tavolo in fondo. Enrico e Camilla. Pietro e Susanna. Flavio e Cristina. Alessandro li saluta da lontano e li raggiunge. "Non pensavamo che venissi!" Cristina lo guarda. "Ma Elena?"
"Aveva una riunione. Doveva lavorare fino a tardi. Vi saluta" e senza dire altro si siede al posto libero, a capotavola. Cristina guarda Flavio, gli fa un segno come a dire: visto, avevo ragione io. Alessandro apre il menu.
"Eh, mi sembra buono qui. Tutte ricette della miglior Sicilia..."
Enrico gli sorride. "Ti ricordi quando volevamo fare quel viaggio a Palermo?"
Camilla alza gli occhi al cielo. "Ecco che ricominciano coi ricordi, come quando s'invecchia."
Enrico non l'ascolta. "Dai, quando dovevamo partire e avevi l'ultimo esame all'università e poi la tesi a ruota. Siamo partiti con la Citroen di tuo padre e c'era anche Pietro."