143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 48

Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 48

"Comunque vorrei proprio leggere il testo della canzone che ha fatto su di me."

"Ha copiato anche questa idea. Ma che non lo sai? Come Eamon quando s'è lasciato con la donna."

kL.

"È vero" fa Olly sorridendo, "come si chiamava quella canzone?"

"Fuck it."

Diletta comincia a canticchiarla davanti alle altre. "Vedi, non capisco perché mi piacevi così tanto. Ti ho dato tutto, tutta la mia fiducia... Ti ho detto che ti amavo, e ora è finito tutto nella spazzatura."

E rappa, e si muove come il migliore dei rapper di colore, uno strano incrocio tra Eamon ed Eminem.

"Al diavolo i regali, potrei buttarli via. Al diavolo tutti quei baci, non significano niente. Al diavolo pure tu, non ti rivoglio... Pensavi di potermi nascondere le cose, yeah. Ma sei stata scoperta, stronza, l'ho sentito dire. Mi hai preso in giro, hai fatto anche sesso orale. E adesso vuoi tornare da me..."

Diletta fa una strana giravolta chiudendo il pezzo così. "Yeah..."

Niki sorride. "Fabio Fobia non sarà mica così folle... Lo denuncio se fa un pezzo del genere. Comunque, a parte il fatto che non voglio assolutamente tornare da lui... Devo dire che anche in questo testo qualcosa che mi riguarda c'è..."

"Che cosa? I regali buttati?"

"Il sesso orale?"

Niki scuote la testa. "Mi dispiace, non parlo..." e si allontana.

"Forza Onde... torturiamola..." Ma Niki comincia a correre. E le Onde le sono subito dietro nel corridoio della scuola. Cercano di raggiungerla. E, soprattutto, di farla parlare.

Ventinove

Alessandro si è appena chiuso nel suo ufficio. Guarda una foto sulla sua scrivania. La prende, se l'avvicina al volto, la rigira tra le mani. Naturalmente è lui con Elena. Sorride. Un pensiero ottimista. La speranza di tornare insieme. Un ricordo. Quella sera in cui erano stati a vedere Alegria del Cirque du Soleil. A lui non piaceva per niente. A lei moltissimo. E solo per questo aveva trovato i posti in prima fila. Per lei, per vederla sorridere. Per guardare, attraverso i suoi occhi sorpresi, i volteggi di quei funamboli dai fisici perfetti. Lei, incantata su quelle musiche, su quelle luci, sui tanti effetti di scena. E respirare così, attraverso il suo sorriso, le emozioni di quello spettacolo mondiale. E capire che lei, solo lei, era il suo vero spettacolo. E ora? Non resta che uscire da una sala vuota. Che ne sarà dello spettacolo della mia vita? Non fa in tempo a continuare il suo pensiero.

Toc toc. Qualcuno bussa alla sua porta interrompendo così la vana ricerca di una difficile risposta.

"Chi è?"

"Sono io, Soldini, posso?"

"Avanti."

Andrea si affaccia per metà. "Scusa se ti disturbo, magari proprio adesso stavi per raggiungere l'idea di cui abbiamo tanto bisogno. Semplice e forte, diretta al cuore, vincente ed esaltante..."

"Sì, sì, dimmi, che c'è?" taglia corto Alessandro, non volendo ammettere neanche con se stesso che stava pensando a Elena, solo, unicamente e soprattutto totalmente a lei.

L_

"C'è un tuo amico che è venuto a farti un saluto. Ha detto che avevate un appuntamento. Un certo Enrico."

"Non un certo Enrico, Enrico Manello..."

"Ma perché te la prendi con me, da sotto hanno chiamato nel tuo ufficio ma non c'eri. Eravamo in riunione. Io ho solo cercato di essere d'aiuto..."

"Ok, ok, fallo entrare."

"E per l'altra cosa? Niente? Sicuro?"

"Quale altra cosa?"

"La scorciatoia."

"Cioè?"

"Mi informo a che punto sono, qual è la loro idea..."

"Soldini!"

"Ok, ok, come non detto. Guarda che anche in quel caso volevo solo essere d'aiuto" e si ritrae dalla porta, aprendola e facendo entrare Enrico.

"Ciao, grande. Sei passato sul serio, pensavo fosse uno dei tuoi soliti scherzi."

Alessandro lo fa accomodare. Poi si accorge che è stranamente serio. Cerca di metterlo un po a suo agio. "Vuoi qualcosa da bere? Che ne so, un caffè, un té, una Coca, un Chinotto. Ho pure la Red Bull, guarda..." Apre un piccolo frigo con la porta trasparente. "Siamo pieni!"

È pieno di lattine blu metallizzate. "Sai, abbiamo fatto noi la loro grande campagna vincente e sono stati molto generosi."

"No, grazie, non mi va nulla."

Alessandro si siede davanti a lui. Poi si accorge della foto di lui ed Elena che ridono e la sposta delicatamente, nascondendola dietro ad alcune cartellette. Poi si sistema un po meglio sulla poltrona.

"Allora, dimmi tutto, amico mio. Cosa posso fare per te?"

"Era la foto di Elena quella che hai nascosto là dietro, vero?"

Alessandro rimane interdetto.

"Sì, ma non l'ho nascosta, l'ho solo spostata."

Enrico gli sorride. "Hai mai pensato che Elena ti tradisse? Be, vi siete lasciati, no? Ce l'hai detto tu ieri sera!"

"Sì, è vero."

"Quanto tempo fa?"

"Ormai sono più di due mesi che se n'è andata di casa."

"E non hai mai pensato che ti possa aver tradito, magari con uno di noi? Ecco, magari con me."

Alessandro si siede dritto sulla sedia. Poi lo guarda fisso negli occhi.

"No. Non l'ho mai pensato."