143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 49

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Enrico gli sorride. "Bravo. È bello questo, sai? Io non so se tornerete insieme. Ma è bello sul serio. Cioè, io desidero solo che voi torniate insieme se è quello che vuoi, ma in ogni caso è bello che tu abbia vissuto senza il dramma della gelosia fino a più di due mesi fa. È bellissimo che anche adesso che vi siete lasciati, tu pensi che non ti abbia mai tradito... sul serio. È veramente bello."

Alessandro lo guarda. "Non ho capito. Ma sto sbagliando? Faccio male? Mi devi dire qualcosa?"

"No. Scherzi. Tu fai benissimo. Il problema è mio, solo

mio."

Restano in silenzio. Alessandro non sa più cosa pensare. Enrico si stropiccia con le mani la faccia, poi le posa conserte sulla scrivania e lo guarda intensamente negli occhi.

"Alex, ho paura che Camilla mi tradisca."

Alessandro si lascia andare indietro sulla poltrona e fa un lungo sospiro.

"Scusa, ma non potevi dirmelo subito? Hai fatto tutto un giro, mi hai fatto pensare chissà che cosa, andare in tutte le direzioni possibili e immaginabili, preoccupare..."

"Volevo sapere fino a che punto potevi capirmi. La gelosia. La gelosia, tu non sai cosa vuoi dire... Sei fortunato, non la provi, è una bestia che ti mangia dentro, che ti corrode, ti dilania, ti sbrana, ti contorci, ti arrovelli..."

"Sì, sì, ho capito... ho capito, basta."

"Per questo ti ho fatto tutte quelle domande. Te l'ho già detto, tu non puoi capire."

"Va bene, allora non posso capire."

"Sì, ma non fare l'ironico."

"Ma non sto facendo l'ironico. Sto solo cercando di capire, ma tu dici che non posso capire..."

"Allora cerco di farti capire. L'hai visto quel film con Richard Gere, L'amore infedele}"

"Sì, mi sembra che l'abbiamo visto tutti insieme."

"E infatti tu stavi con Elena. Ti ricordi la storia?"

"Be, sì."

"Magari non te la ricordi bene. Te la racconto io. Lei, la bellissima Diane Lane, è Connie Sumner ed è sposata con Richard Gere, Edward. Sono belli e sembrano felici. Hanno un figlio di otto anni, un cane e vivono una vita invidiabile nel quartiere di SoHo. Poi un giorno, tira un vento forte, Connie si scontra con un ragazzo belloccio, uno di quelli coi capelli lunghi. Lei cade, si ferisce a un ginocchio, accetta l'invito di lui a salire nel suo appartamento per medicarsi. Solo perché l'ha aiutata... E poi, poi cominciano a trombare per tutto il film come pazzi!" I."Ma così sei riduttivo. Mica è solo così."

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"Ma era per farti capire."

"Sì, ma questo ti assicuro che l'avevo già capito..."

"Be, comunque quel film a me ha fatto schifo, ma la cosa più importante è accaduta dopo e me la ricordo benissimo. Era appena finito il film e, mentre ci alzavamo dalle poltrone, Elena ha guardato Camilla e Camilla le ha sorriso. Hai capito?"

"Ho capito. Ma il problema è cosa ho capito. Chissà perché sorridevano, giusto? Magari era successo qualcosa... Magari avevano sbattuto, o a Camilla le era caduto qualcosa o le era rimasta intrappolata la giacca nel sedile."

"No, no... mi dispiace." Enrico scuote la testa. "Quello era un segnale. Si vede che chissà quando si erano fatte delle loro confidenze, che c'era qualche attinenza con quel film. Va be. Poi siamo andati a mangiare ma non è importante perché non è successo più niente..."

"Scusa Enrico, ma credo che non hai proprio elementi per

poter dire, tanto per rimanere in tema, di aver capito veramente qualcosa..."

"Ah sì? E ti ricordi quella scena in cui Richard Gere si accorge che sua moglie è indecisa su come uscire perché ha preparato due paia di scarpe sotto la sedia dove ha poggiato il vestito?"

"Sì, mi sembra di sì."

"Be, la scorsa settimana Camilla aveva sotto la sedia due paia di scarpe."

"Ma magari un paio se l'era dimenticato dal giorno prima."

"No, non si dimentica mai nulla Camilla."

"E allora era solo indecisa. Ma non ho capito, scusa eh? Questa volta sono veramente io che non capisco... Se una è indecisa è per forza una troia?"

"Che hai detto?"

"Va be, dicevo per dire, mi stai facendo perdere la pazienza anche a me con tutta 'sta storia. Non ci sto sul serio capendo più niente! Comunque io non posso chiamare Elena. Non ci sentiamo da due mesi e io non la chiamo certo per dirle: ciao, eh, scusa, ma che Camilla ha una storia con un altro?"

"No, certo che no, mica ti volevo chiedere questo..." Enrico si piega su se stesso.

"Che c'è?" Alessandro lo guarda preoccupato.

"Solo a sentirtelo dire sto malissimo."

"Senti Enrico, facciamo un'analisi serena. Come vanno le cose tra voi?"

"Bene."

"Che vuoi dire bene?"

"Benino."

"Cioè?"

"Cioè sono geloso, sono geloso da morire e quindi va malissimo."

"Ok, ok, ma state bene insieme, sì, insomma, fate sesso?"

"Sì."

"Come sempre? Più, meno?"

"Come sempre."

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Alessandro per un attimo si ricorda gli ultimi momenti passati con Elena. Era splendida, bellissima, amorevole, e poi anche spinta, desiderosa, vogliosa, calda. Lo baciava con passione, gli baciava le dita delle mani tra le pieghe e poi giù dappertutto, perfino gli alluci dei piedi nella sua follia erotica. Poi dopo due giorni se n'è andata lasciandogli un semplice biglietto. Scuote la testa e torna alle preoccupazioni del suo amico che lo sta guardando perplesso.